Tag: avverbio
Schéle schéle
Schéle schéle avv. = Lungo le scale.
Mené schéle-schéle = Lanciare qlcu o qlco lungo la gradinata.
Cadì schéle-schéle = Cadere per le scale.
Tagghjé i capìlle schéle-schéle = Tagliare i capelli maldestramente (come zanne-zanne).
Il risultato disastroso di un lavorante barbiere alle prime armi.
Scangiüne
Scangiüne avv = Casualmente
Per caso, accidentalmente, imprevedibilmente, fortuitamente.
Quando accade un evento favorevole in maniera sorprendente. Chissà com’è stato…
Si usa la locuzione avverbiale de scangiüne o pe’ scangiüne.
‘U Meléne ho fatte códdu gòlle pe’ scangiüne e ho pareggéte.= Il Milan ha segnato quel gol fortuitamente e ha pareggiato.
Sbavettüne
Sbavettüne avv. = Affannosamente
Dappertutto, in giro, per ogni parte.
La locuzione verbale Jì sbavettüne = andare in giro, senza sosta, affannosamente alla ricerca di qlcu o qlco.
Tó sté còmete a caste, e jüje véche sbavettüne da ‘nu quarte e n’ate a cerché de guadagné quàcchècöse = Tu stai tranquillo a casa tua, mentre io vado affannandomi da tutte le parti per cercare di guadagnare qualcosa.
(vedi: Spjirte)
Résa-rése
Résa-rése avv. = Rasente
A brevissima distanza da un luogo, da una persona o da un oggetto, quasi a sfiorarli, nel corso di un movimento, di un passaggio:in modo tanto vicino da sfiorare (qlcs. o qlcn.).
In linguaggio un po’ fanciullesco si dice anche rènza-rènze
Sòrte de vjinde! Camenàmme résa-rése ‘u müre = C’era un gran vento. Camminavamo rasente ilmuro.
Quabbàsce
Quabbàsce avv. = Quaggiù
Ammessa la variante acquàbbàsce
Avverbio di luogo. Induca un punto in basso, vicino a chi parla e lontano da chi ascolta.
Indica anche un luogo posto in basso rispetto ad altri punti posti più in alto, sia come altitudine sia come latitudine geografica.
Acquabbasce ce sènde ‘na tambe de mecöne = In questo locale (sottostante al piano stradale ad es.) si sente una tanfo di muffa.
Che tjimbe ca fé a Bologne? Acquabbàsce sté sèmbe ‘u söle. = Che tempo fa a Bologna? Quaggiù splende sempre il sole.
Pusetüvamènde
Pusetüvamènde avv. = Appositamente
Qui non centra né il positivo né il negativo.
L’avverbio, così tramandatoci di sicuro per ignoranza, significa: di proposito, appositamente, opportunamente, espressamente.
Per un orecchio avvezzo solo al dialetto, è facile confondere i due termini.
Nzïne
Nzöpa-nzöpe
Nzöpa-nzöpe avv. = Superficialmente
Quando un’azione, una prestazione di servizio, una manifestazione viene fatta controvoglia o senza entusiasmo, si dice che è fatta nzöpa-nzöpe..
Presumo che derivi da nzöpe = sopra, come nell’epressione nzöp’acque = sopra il pelo dell’acqua, a galla. Etimologicamente sarebbe “in sopra”, in un improponibile e cacofonico italiano.
Quindi nzöpa-nzöpe a mio avviso significa superficialmente, senza andare in profondità.
Va bene per un ragionamento fatto senza andare a fondo, per le pulizie di casa fatte a metà settimana, un lavoro fatto proprio controvoglia, ecc….
Tutto nzöpa-nzöpe!
Sinonimi: arrunzé, arrangé,
Nzìcchete-nzìcchete
Nzìcchete-nzìcchete avv = Inaspettatamente
Usato nella locuzione ‘Nzìcchete-nzìcchete = Improvvisamente.
Mi sembra un suono, onomatopeico, di pronuncia veloce, simile a zàcchete(*) così come rapido e improvviso è il suo enunciato.
E tóje, mo’ te ne vine nzìcchete-nzìcchete, e me vine a fé ‘pròpete a mme ‘stu sorte de presendatàrme = E tu ora, te ne vieni tutto d’un tratto e mi vieni a fare questo grande rimprovero.
Stèmme tanda bèlle mangiànne, quanne nzìcchete-nzìcchete, Giuanne c’jì misse a chjange! = Stavamo così bene a mangiare, quando tutto d’un tratto, inaspettatamente, Giovanni si è messo a piangere.
Sinonimo: tutte ‘na vòlte = tutto d’un tratto, inaspettatamente.
(*) Zàcchete. Voce onomatopeica che esprime, come za e zac, un colpo o taglio rapido:(dall’enciclopedia Treccani on line)