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Cherjille 

Cherjille nome proprio = Ciro

Potrebbe derivare da Ciro, Cirillo (Kìril), nome di origine slava.

Ricordiamoci che i nostri valorosi marinai attraversavano il mare con i loro trabaccoli e andavano sulle coste dalmate a caricare legname e marne.

La confidenza instauratasi fra i nostri e le popolazioni dell’altra sponda dell’Adriatico, ha potuto affibiare a qualche nostro Gerjille la pronuncia croata Kiril, poi tramandata alle generazioni successive.

Ricordo una famiglia povera con questo soprannome.

Il più giovane e vigoroso dei Cherjille cercava di guadagnare qualche soldo prestandosi a portare sulle spalle le valigie dei pochi viaggiatori che scendevano dal treno alla stazione città, fino alla loro abitazione o fino all’albergo Italia.

Erano tempi tristi che fortunatamente ormai appartengono al passato.

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Chelüne

Chelüne n.p. = Michelina, diminutivo di Michela.

Deriva dall’ebraico Mika’el, composto da mi, “chi?”, ke, “come” e da El, abbreviazione di Elohim, “Dio”, e significa quindi “chi è come Dio?” (Qui ut Deus?)
L’onomastico è tradizionalmente festeggiato il 29 settembre in ricordo della consacrazione del santuario dedicato all’arcangelo Michele sul monte Gargano.

I Montanari usano, per devozione all’Arcangelo, il femminile Cajéle. Con la pronuncia manfredoniana sarebbe Cajöle, ma fortunatamente non è più usata perché ha un suono orribile.

Si preferisce il diminutivo Michelina, ossia Chelüne. Le generazioni attuali lo pronunciano alla latina Micaéla. Certamente è più armonico.

Ricordo Chelüne ‘a vuccjöre = Michelina la macellaia, che aiutava suo marito Pasquale Arena, nella loro beccheria di Via Tribuna.

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Caremöle

Caremöle n.p. = Carmela

Deriva dall’ebraico Charmel e significa “giardino divino”, oppure “orto di Dio”. E’ un nome molto diffuso per via della sua matrice religiosa.

L’onomastico si festeggia il 16 luglio in onore della Beata Vergine del Carmelo, per via dell’apparizione della Madonna sul Monte Carmelo in Palestina nel 1251.

In questa data la Chiesa commemora anche le suore Carmelitane di Compiègne, martiri nel 1794, durante la Rivoluzione francese.

La variante Carmelo al maschile è diffusa solo in Sicilia. Da noi si fa ricorso a Carmine, con tutte le sue varianti:
Càrmene, Carmenjille, Carmenèlle, Carmenócce, Menjille, e in tempi più recenti Carmen e Carmenio, francamente un po’ forzati.

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Canzéne 

Canzéne n.p. = Canzano.

Nome di un Comune del Teramano.

E’ anche un Cognome diffuso in Campania e in Abruzzo.

Da noi è diventato un soprannome.

Ricordo un certo Matteo Canzano, un tipo bonaccione, che per pochi spiccioli andava a riempire una “quartara” d’acqua per conto di persone anziane..

Camminava per le strade fischiettando una unica monotona nota. Le donne, quando lo sentivano, uscivano e chiedevano:”Mattöje, me vu jègne l’acque?” = Matteo, mi vuoi riempire l’acqua?

Era molto buono, sempre sorridente… fino a quando qualche farabutto gli ha insegnato a bere il vino e a fumare. Tutti i suoi guadagni li spendeva alla cantina

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Biése

Biése n.p. = Biagio

Da noi, a causa della lunga permanenza a Manfredonia dei dominatori Angioini, è rimasta l’influenza della lingua francese. Infatti i Francesi tuttora dicono Blaise (leggi blees’) per questo nome.

Biagio deriva forse dall’osco blaesus, “balbuziente”, preso dal greco blaisos, “storto”, diventato in epoca romana nome gentilizio, poi soprannome e quindi nome personale.

L’onomastico si festeggia il 3 febbraio in onore di san Biagio vescovo, martire in Armenia nel 306.

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Babbètte

Babbètte n.p. = Elisabetta

Diminutivo di Elisabetta, Betta, sembra di derivazione francese (ricordate il film Babètte va à la guèrre)

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