Mò ce abbüje ‘a matracatroppe pe tutt’i matracatruppìcchje!
Addumanne ‘a matracatroppe:
– “Pecchè ne’ngatruppéte e scatruppéte accüme ‘ngatroppe e scatroppe ‘a matracatroppe?”
Arrespònnene ‘i matracatruppìcchje:
-“Tanne ‘ngatruppéme e scatruppéme accüme ‘ngatroppe e scatroppe ‘a matracatroppe, quanne i matracatruppìcchje ce fanne quant’alla matracatroppe!”
Questa divertente filastrocca/scioglilingua/indovinello adopera un sostantivo (catroppe) usato anche come verbo (‘ngratruppé e scatruppé) alla stregua di un nonsense. Difatti serve solo a far inceppare per divertimento la lingua dei frugoletti, ma non ha un significato intrinseco vero e proprio. È il linguaggio un po’ surreale degli indovinelli.
Ecco la soluzione: La chioccia con i suoi pulcini.
Ed ecco la traduzione, in linguaggio chiaro, di tutta la storiella:
Ora si avvia la chioccia con tutti i pulcini. Chiede la chioccia: “Perché non fate e disfate, come fa e disfa la chioccia?” Rispondono i pulcini: “Allora faremo e disfaremo come fa e disfa la chioccia, quando i pulcini diventeranno grandi come la chioccia!”
Insomma i estrema sintesi:
-“Perché non agite da adulti?”
-“Lo faremo quando lo diverremo”.
Credo che lo stesso discorso sia estensibile alle oche, ai cani, agli umani, ai pesci, ecc.
Insomma, è una similitudine, un esempio comprensibile dai marmocchi, cui si propone l’indovinello, riferito all’immagine dei pulcini dietro la chioccia.