Balüce s.f. = valigia

Anche questo termine deriva dallo spagnolo balija.
Preparare la valigia per una vacanza è una gioia.
Allestirla per emigrare – come è accaduto ai nostri ragazzi negli anni ’50 – lo è stato molto meno. Partivano per il Belgio o per Milano “con la balicia di cartone attaccata con la zoca”…
Ora le valigie si chiamano “trolley” ed hanno le rotelline.
Una volta quando i viaggiatori arrivavano nelle stazioni di Milano, Napoli, Palermo, Torino, ecc. trovavano i “portapacchi” (chiamati spregiativamente “facchini”) che trasportavano il bagaglio o al treno in partenza, oppure all’uscita per quelli arrivati, avvalendosi di lunghi carrelli con due sponde, spinti a mano.
A Manfredonia c’era “Kerille” che, rigorosamente a spalla, portava le valigie dal treno fino alla prima carrozzella o magari fino all’Albergo Italia. Il compenso era risibile, ma serviva per sfamare onestamente la sua famiglia.
Si tratta di un trapano a manovella usata per praticare fori nel legno fino al diametro di 12 mm. Non è adatto per forare il ferro, ove è richiesta una forza maggiore.
Trattasi di un frutto della pianta (Crataegus azarolus ) della famiglia delle Rosacee, originaria dall’Asia Minore, diffusa in tutti i Paesi che affacciano sul Mediterraneo.
La donzella fa parte di una specie (Coris julis) comune nei nostri mari e nell’Atlantico orientale.