Tag: Verbo transitivo

Ngalvacché

Ngalvacché v.t. = Accavallare

Accavallare, incrociare, sovrapporre;

‘Ngalvacché ‘i jàmme = accavallare le gambe, incrociarle sovrapponendole.

‘Ngalvacché i fjirre = Accavallare, nel lavoro ai ferri, due maglie per diminuire i punti o per chiudere il lavoro.

Circola tuttora l’errata teoria secondo la quale un torcicollo o un doloroso crampo muscolare viene causato da un impossibile accavallamento di nervi o di tendini.

Tènghe nèrve ‘ngavalchéte ca me fé dulì ‘a jàmme = Ho un nervo accavallato che mi provoca un dolore alla gamba.

Esiste ovviamente il contrario, scalvacché (←clicca e vedi) = scavallare..

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Ngacazzé

Ngacazzé v.t. = Incutere timore, terrorizzare

Suscitare, infondere un sentimento di paura o sottomissione in qlcu con minacce velate o tangibili.

Sostantivo derivato “cacàzze” = paura

‘Sti fatte ca succèdene me stànne ‘ngacazzànne = Questi fatti che accadono mi stanno intimorendo.

Nella forma riflessiva ‘ngacazzàrece o ‘ngacazzìrece = intimorisi, impaurirsi.
Oh frèchete, te ‘ngacazzìje per l’ombra töja stèsse = Vergogna! Ti impaurisci della tua stessa ombra!

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Ndusté

Ndusté v.t.. = Indurire

v.t. (ausil. avere) Indurire – Rendere duro qlco.

‘U frìdde ho fatte ‘ndusté l’ugghje ind’i buttìgghje = Il freddo ha fatto indurire (rapprendere) l’olio nelle bottiglie.
‘Ndùste ‘a vöce! = Indurisci la voce = Non parlare flebilmente.

 

 

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Nduseché

Nduseché v.t. = Intossicare

Più che avvelenare qlcu usando ‘u tùsche, il veleno per i topi, si usa questo verbo in modo figurato col significato di: contrariare, irritare, indisporre, urtare.

Da noi esiste la locuzione pegghjàrece velöne, ossia prendere un succo tossico dallo stesso significato di sdegnarsi, inasprirsi, innervosirsi.

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Ndurcegghjé

Ndurcegghjé v.t. = Attorcigliare

Specificamente deriva da tòrce, torcere, strizzare . Durante la fase di lavaggio a mano di biancheria, torcere i panni per strizzarne l’acqua al massimo prima di porli a sciorinare sullo stenditoio.

L’atto si estende anche ad altre applicazione. come ad es. fanno i carpentieri che attorcigliano il fil di ferro per fissare le bacchette del tondino di ferro da armatura dei plinti o dei pilastri prima della gettata del calcestruzzo.

Il verbo ndurcegghjàrece è riferito ai panni stesi che, per effetto della ventilazione, si attorcigliano alla cordicella e si accavallano tra di loro.

Va bene anche per descrivere cavi elettrici ammassati. Ne so qualcosa quando vedo il cablaggio ndurcegghjéte dietro il computer.!…un inestricabile groviglio di fili: quello del mouse, degli altoparlanti, della videocamera, della tastiera, del monitor, del modem. della stampante, dello scanner. Meno male che io non ho il dolby-surround (si scrive così?).

E non parliamo del cavo a spirale della cornetta del telefono che ce ndurcegghjöje molto spesso. Benvenuto sia il cordless !

Chissà se i ndurce e i turcenjille etimologicamente derivano da questo verbo….

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Nduppé

Nduppé v.t. = Sorprendere il flagranza

L’àgghje ‘nduppéte! = l’ho sorpreso in flagranza

Condizione di qlcn sorpreso mentre commette un’atto riprovevole (ossia da una marachella a un reato) o immediatamente dopo averlo commesso.

Düje uagnüne so stéte ‘nduppéte ca stèvene arrubbanne jìnd’a stazzjöne di Nàpele = due ragazzi sono stati colti in flagranza mentre rubavano dentro la Stazione di Napoli.

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Ndummé

Ndummé v.t. = Sbigottire.

Colpire nell’intimo, turbare, impietrire, far rimanere di sasso, lasciare senza parole, indispettire.

Quanne m’arrespònne acchessì me fé ‘ndummé = Quando ribadisce così mi colpisce intimamente.

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Ndumaché

Ndumaché v.t. = Causare un malessere fisico o emotivo.

Nel primo caso il verbo descrive un banale malessere passeggero: quello causato da un boccone forse perché troppo grosso o inghiottito in fretta, o non masticato abbastanza, o troppo asciutto, che non va giù se non dopo un’abbondante bevuta di acqua.

Nel secondo caso invece uno stato di sbigottimento, come i sinonimi ndummé e attassé

Vedere anche l’aggettivo ‘ndumméte

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Nduletté

Nduletté v.t. = Agghindare

Deriva da tolètte. Quindi significa agghindare, vestire qlcu in maniera ricercata, elegante.

Nella forma riflessiva ndulettàrece= agghindarsi, corrisponde alla locuzione fé tolètte.

Uhé Giuà, à fàtte tolètte stasöre! Assemìgghje a ‘nu gagarjille = Ehi, Giovanni, ti sei messo in ghingheri stasera! Sembri un damerino.

Quando qlcn indossava l’abito della domenica (giacca e camicia bianca e cravatta obbligatori) veniva notato immediatamente, sia dagli amici, sia dalle donzelle. In effetti l’abito di tutti i giorni indossato dopo aver smesso quello da lavoro era molto più modesto.

Ora i ragazzi vanno vestiti sempre uguali: jeans e maglietta, o felpa, o giubbotto nero., di festa e nei giorni feriali.

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