A cècere a cècere ce jègne ‘a pegnéte

A cècere a cècere ce jègne ‘a pegnéte = un cece per volta riempie la pignatta.

L’amico Sandro Mondelli mi fa notare che – derivando dal verbo anghjì = riempire – si deve dire ce jènghje e non  ce jègne.   Giustissimo!
Tuttavia ho usato la seconda versione solo perché la velocità dell’enunciato rende più facile la pronuncia.

Sempre per rispettare la corretta dizione si dovrebbe scrivere col raddoppiamento della consonante iniziale, ma mi sembra troppo macchinoso: A ccècere a ccècere ce jènghje ‘a pegnéte. Ma vanno bene tutti e due i modi di scriverli.

Come tutti i proverbi è un invito alla prudenza, alla moderazione, alla previdenza:
Se quello che possediamo ci pare scarso, serbiamolo ugualmente, perché in seguito ci potrà sempre servire. Insomma un po’ per volta si riuscirà a realizzare qualcosa.

In Terra di Bari dicono: Péte péte se fasce ‘u parété = Pietra su pietra sei fa (si erige) la parete.

I Montanari dicono: ogni pìcche aggióve = Ogni “poco” giova, è utile.

Una botta di previdenza e di ottimismo.

Filed under: Proverbi e Detti

3 Comments

  1. “Chiandé ´u zìppere”. Le nuove generazioni identificano “u zippére” alla stregua di uno fuscello o di un rametto (stecchíne). Ma era un modo per dire “metti un punto fermo”. Il termine “zìppere” credo che derivi dalla zeppa, chiodo di ferro con la testa trapezoidale, usato per ferrare gli zoccoli dei cavalli. Mi ricordo del maniscalco “Scepióne” (cortile II traversa Castello, ora via del Rivellino)

  2. Secondo me si dice: “… ce enghje a pegnete”

  3. “Ce jenghje” e non “ce jegne”.


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