Sderlàzze

Sderlàzze s.f. = Raschietto, nettascarpe

Si tratta di un oggetto metallico, simile alla raretöre, usato dagli ortolani per staccare la terra, quando è umida e si attacca alla lama della zappa rendendola più pesante e faticosa da sollevare. Veniva “indossato”  con un laccio passante per l’occhiello e legato alla cintura.   Parlo al passato perché nessuno più adopera la zappa manualmente, essendosi dotati di motozappa anche gli hobbisti giardinieri.

Esiste anche una sderlàzze a lama lunga come un coltellaccio, per eseguire la stessa operazione di distacco della terra dall’«orecchio» del vomere dell’aratro a trazione animale (aratro mono-vomere). Era collocato sul fusto dell’aratro, su apposito aggancio. Con un sinonimo viene detto anche ‘u raddéte.

Infine con lo stesso termine sderlàzze veniva designato una lamina di ferro, fissata in verticale ai lati degli usci delle case di campagna, per consentire ai lavoratori che tornavano dai campi, di liberarsi del fango attaccato sotto le suole delle loro scarpe. In italiano viene detta “nettascarpe” o anche, con voce regionale, “gratta-scarponi”.

Il nome sderlàzze credo si richiami etimologicamente un po’ al sostantivo terra (terra-sterra-sterraccio-sterrazze-sderlazze). È una mia deduzione, opinabile naturalmente.
In altri comuni della Daunia è detto sderrazze.

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1 Comment

  1. Ottima deduzione! 2


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