Autore: tonino

Sciucarjille

Sciucarjille s.m. = Giocattolo

Alla lettera significa “giochino”, dal modo antico di dire gioco sciùche, poi diventato jùche).

Trastullo per bimbi, per lo più un oggettino nuovo che desta la sua curiosità e la sua attenzione.

Per estensione: inezia, cosuccia, roba di poco conto.

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Scittrà!

Scittrà! esclam. = Pussa via!

Espressione scherzosa usata per allontanare animali, specie i gatti.
Con un sorriso lo si dice anche quando ci accorgiamo che qualche bimbetto allunga la mano per ghermire un biscottino di troppo.

La rapidità con cui si pronuncia scittrà è garanzia di immediata fuga del felino o del frugoletto.

Presumo che possa derivare dal francese chat-est-là (pronuncia: sciàttelà) = il gatto è là, come se si volesse avvertire la padrona di casa che il gatto sta per fare razzia nella dispensa.

Questa, come tutte le altre mie ‘spiegazioni’, possono essere fasulle. Smentitemi ,se sapete darmi un’altra etimologia plausibile, e sarò ben lieto di correggermi.

Anche qui a Matera, accentuando la tendenza della parlata della Terra di Bari, dicono in maniera quasi simile (tranne che per la vocale finale) scittré.

Ricordiamoci che per alcuni secoli il sud Italia è stato dominato dai francesi Angioini, che hanno lasciato notevoli eredità linguistiche nei nostri dialetti.

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Sciòppa-rafanjille

Sciòppa-rafanjille soprann..

Significa colui che sradica i ravanelli.

Sembra la qualifica (inesistente) di un operaio agricolo specializzato nella sradicazione delle piante di rafanjìlle

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Sciònghe

Sciònghe s.m. = Giunco

Al pl. fa sciónghe, con la “o” stretta.

Il giunco (Juncus effusus) è un cespuglio acquatico, diffuso nelle aree umide, vive nei pressi di fiumi e laghi, nelle acque correnti pulite, ma spesso lo si trova anche vicino agli acquitrini. Si sviluppa a ciuffi, ricoprendo rapidamente ampie superfici.

I giunchi in cespuglio vengono detti anche mammazze.

Era raccolto nei pantani per ricavarne scope da giardino (scöpe de sciónghe), cestini per contenere ricotta o formaggi freschi, ecc

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Sciòlte

Sciòlte s.f. = Diarrea

Frequente emissione di feci liquide o semiliquide dovute a disturbi intestinali o a fattori virali.

Oltre che nella versione bisillaba sciol-te, si può pronunciare anche in modo trisillabo scio-le-te

Il termine, che sembrava un po’ troppo volgare, è stato ingentilito con diarröjeavvicinandosi al termine italiano.

Non mi piace, né il fenomeno viscerale, né il termine simil-italiano… Se la devo proprio nominare, io preferisco usare sciòlete.

Sciolte alla lettera significa proprio: sciolta, liquefatta, diluita, non densa.

Difatti come sinonimo esiste anche il termine sciugliemènde=scioglimento, liquefazione. Qualcuno per abbreviave dice anche scemènde.

Tenì ‘a sciòlte = Avere frequenti scariche diarroiche.
‘u crjatüre töne ‘a sciòlete = il poppante ha la diarrea.

Uà jì pe scòlte! o anche L’uà venì ‘nu sciugliemènde!= Deve andare per diarrea!

È un improperio tipico, lanciato contro qlcu che ha commesso un sopruso, un atto disonesto, che ha negato quanto dovuto, che ha approfittato oltre misura di quanto propostogli, ecc.

Gli si augura sì un bel malanno, ma che non sia proprio letale, da non portarselo poi sulla coscienza.

E adesso: Deodorante please!

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Scioffèrre

Scioffèrre s.m. = Autista, conducente

Con l’avvento dell’automobile, agli inizi del ‘900 non esisteva in italiano un termine specifico e si ricorse al francese chauffeur per designare il conducente del veicolo, il guidatore.

La pronuncia è quasi identica (sciófför). Il termine fu usato a lungo, almeno fino all’avvento del Fascismo che bandì termini stranieri, definiti barbarismi, come cocktail, bar, chauffeur, foot-ball, basket, pullmann, ecc. ecc.sostituendoli con il corrispondente italiano coccotello (!), caffè, autista, calcio, palla-canestro, torpedone, ecc….

Scherzosamente ogni tanto si tira fuori scioffèrre, specie per canzonare i Montanari: Scioffèrre, fìcce la màchene c’hadda piscé megghjèreme! = Conducente, ferma l’autobus perché mia moglie ha un’impellente bisogno di fare plin plin.

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Scignò

Scignò s.m. = crocchia, chignon

È un’acconciatura tipicamente femminile (ora veramente non ne sono tanto sicuro che sia solo femminile) che raccoglie dietro la nuca i capelli lunghi variamente annodati. Ho trascritto in grafia nostrana il termine francese chignon che si pronuncia scignò(n) con al n finale molto nasale.

Cito solo quella più semplice, a coda di cavallo, e quella, sempre un campo equino, a ciambella un po’ elaborata, detta a cüle de jummènde (a culo di giumenta). Qualcuna più sfacciata diceva a pecciöne jummènde (a forma dei genitali di giumenta).

Le nostre nonne si limitavano ad acconciarsi col tuppo, (‘u tuppjille),  fissando con forcine sull’occipite le trecce pendenti dai sue lati della testa.

Poi ce ne sono svariatissime e molto elaborate. Se cercate crocchia, o tuppo su “Google immagini” troverete pagine e pagine di questa svariatissime acconciature.

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Scìgne

Scìgne s.f. = Scimmia

scimmiaLa scimmia è un mammifero appartenente all’Ordine dei Primati, molto agile e intelligente.
Allo stato naturale vive In Africa equatoriale. Altre specie vivono in sud-America e in Asia.

Fu molto popolare la scimmia hallywoodiana Cheetah (Cita), propriamente uno scimpanzè, che compariva in tutti i film di Tarzan.

Prima ancora della sua apparizione al cinema, era nota perché era un’attrazione dei vari girovaghi (circhi, artisti di strada) che sostavano nei paesi.

Usato come aggettivo (scigne) o come accrescitivo (scignöne) descriveva una persona sgraziata.

Al contrario, come vezzeggiativo scignarèlle, indicava una bimbetta che fa la smorfiosa.

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Sciavòrte

Sciavòrte s.f. = Agnellone

Nato di pecora che ha superato da poco l’anno di età.

Si tratta di bestia che si azzoppa e necessariamente dev’essere macellata e consumata in tempi brevi.

Non è ancora una pecora adulta, e per questo ha le carni meno tenere di quelle dell’agnello, ma sicuramente più gustose, specie se preparate a rijanéte o al ragù.

Per il fatto che la povera sciavorte  difettata non potrà essere sfruttata né per la produzione di latte, né per quella della lana (quindi praticamente inutile al tornaconto del pastore), il sostantivo nella forma aggettivata veniva usato come epiteto verso una donna poco virtuosa, svogliata e trasandata: praticamente inutile nell’economia domestica.

Allo stesso modo di quando usiamo asino o capra riferendoci a certi soggetti poco brillanti in intelligenza o in profitto scolastico.

Cungettèlle jì proprje ‘na sciavorte = Concettina è proprio una sciattona.

In questo caso è sinonimo di svertuéte (←clicca)

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