Autore: tonino

Cinematò 

Cinematò s.m. = Cinematografo

Ora si dice cinema, ma appena agli inizi del 1900 si usava cinematografo. Il popolino ha sintetizzato il termine, tralasciando la finale.

Oltre a indicare il locale dove si proiettavano le pellicole, questo termine evidenziava una situazione caotica, chiassosa, movimentata:

E c’hama fé quà, ‘u cinematò? Baste mò! Fenìtele!= E che abbiamo da fare qui, il cinematografo? Basta ora! Smettetela!

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Cigghjéte 

Cigghjéte s.f. = Fortunale, burrasca

Improvviso cambiamento di tempo meteorologico, caratterizzato da fortissimo vento e alti marosi.

Non arriviamo al tornado, ma ‘a cigghjéte = il fortunale è molto violento, temutissimo dalla gente di mare.

La subitaneità con cui avviene ‘a cegghjéte fa venire a mente ‘u cìgghje de panze, che sorge altrettanto improvvisamente.

Va bene anche la pronuncia cegghjéte.

L’accrescitivo si volge al maschile: ‘u cegghjatöne.

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Cìgghje 

Cìgghje s.m. = germoglio, fitta doilorosa

1 Cigghje = Germoglio. Tipici i cìgghje delle patate, tenute a lungo al buio, simili a rametti bianchi che fuoriescono numerosi dal tubero. Sono tossici perché ricchi di solanina. È opportuno eliminarli assieme alla buccia che va tolta fino alla parte verde.

2 Cìgghje = Fitta, dolore improvviso per lo più da organi interni (cìgghje de pànze;  cìgghje de rècchje).
Figuratamente tenì i cìgghje de panze o anche tenì i delüre ‘ngùrpe vuol significare che qualcuno agisce in modo subdolo, che ha sempre una furbata in serbo a proprio tornaconto. Come ad esempio un debitore che sfugge al proprio creditore.
Anche la sensazione di bruciore epidermico (causato, ad es., da alcol posto su una escoriazione per disinfettare) è detta cìgghje.

I due sostantivi derivano dal verbo intransitivo cigghjé (dolere, germogliare).

Attenzione! Non confondete, data l’assonanza, cìgghje  con cègghje.

Fino a pochi decenni fa ‘i cègghje. indicavano le sopracciglia mentre le ciglia si chiamavano ‘i papèlle de l’ùcchje, sostantivo nato forse storpiando il termine palpebre dalle quali spuntano ben allineate..

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Cicjille

Cicjille s.f. = Uccello

Il termine dialettale ‘a cicjille è un modo fanciullesco di dire ‘a vucjille, sia nel significato proprio di “uccello-volatile” sia in quello esteso di…”uccello-pisello-pisellino” dei maschietti.

Quello degli adulti ha diverse denominazioni in dialetto, ma non mi sembra il caso di elencarle qui, semmai – ci penserò – in ordine alfabetico alla C e alla P.

Cito il nome, assolutamente non volgare, che mi è sembrato divertente e un po’ bizzarro, captato dalle mie orecchie innocenti quando ero piccolo: ‘a criapòpele “la crea-popoli”!

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Cìcene 

Cìcene s.m. = Orciuolo

Recipiente di terracotta, panciuto, con bocca stretta e due manici a “C”, dalla capità di circa 3 litri.

L’evaporazione dell’acqua che trasudava attraverso le sue pareti porose contribuiva a mantenere fresca quella contenuta nell’interno del recipiente.

Per farlo arieggiare, lo si appendeva fuori dell’uscio ad un grosso chiodo detto (clicca→) cendröne.

Per dissetarsi si poggiava l’imboccatura del “cìcino” alla bocca.  Il recipiente serviva a tutta la famiglia, e magari a dissetare qualche amico di passaggio. Cosa che oggi ci farebbe inorridire.

Qualche schizzinoso, prima accostare il “cìcino” alla propria bocca, scuoteva fuori un po’ di acqua dall’interno dell’orcio, come per lavare i germi lasciati da colui che vi aveva bevuto in precedenza.

Tuttavia, se lo raccontiamo, evidentemente non siamo stati contagiati da alcuna malattia e siamo felicemente sopravvissuti ritrovandoci pieni di anticorpi.

Grazie al Prof.Michele Ciliberti, ho appreso che il termine deriva da greco antico κύκνος (leggi kìknos) che significa “cigno” probabilmente dalla forma dell’orciuolo che richiama l’aspetto di questo pennuto.

Altri fanno derivare, sempre dal greco antico κυκεώνα (leggi kikeona) = orciolo.

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Ciavattöne 

Ciavattöne  agg. = Pasticcione

Confusionario, arruffone, che lavora in modo disordinato e confuso.

Forse deriva da ciabattino, ossia di colui che è abile solo a riparare le scarpe, certamente inferiore all’antico calzolaio, che eera capace di confezionare scarpe su misura e lavorava di fino.

Se il ciabattino si cimentasse a confezionare le scarpe otterrebbe un lavoro acciavattéte, non rifinito.

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Ciappètte

Ciappètte s.f. = Gancetto

Piccolo gancio metallico a due occhielli, che ha come controparte un cerchietto, anch’esso con due occhielli. Sono adoperati, cuciti sulla stoffa, per tenere allacciati due lembi di abiti, specialmente da donna.

Esistono di varie misure, a seconda se si devono usare su camicette, su reggiseni, su gonne o su soprabiti e mantelline.

Per estensione si intendono anche i punti metallici dati con la cucitrice da ufficio, per tenere insieme due o più fogli di carta, nonché punti chirurgici metallici, usati una volta per suturare tagli e lacerazioni

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Ciannózze

Ciannózze s.m.= Vulva

Vedi peccjöne e sinonimi. In questo caso è al diminutivo

Simile al precedente ciannódde . Deriva da ciànne.

Vedi peccjöne e sinonimi. In questo caso è al diminutivo

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Ciannódde 

 Ciannódde, sopr., s.m. = Organi genitali esterni femminili.

Dim. di ciànne s.m. = vulva.

Collega di Picciacchèlle, e compagna di “ghiochi” erotici con Cazzijlle??..

Che ammucchiata! Che orgia!

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Cianguljìre

Cianguljìre agg. = Goloso

Goloso specialmente di dolciumi.

Sto per dare una spiegazione per nulla scientifica: mi piace pensare che il termine ciangulj’re derivi da “gola”.

Immagino che significhi: quello che vede ce l’ha già in gola

La desinenza -iere (come barbiere, salumiere) in dialetto si volge in -jìre

Al femminile fa ciangulöre

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