Ovviamente non significa che la consorte vale mezzo panino!
I maligni dicono che la moglie casalinga, non portando altro reddito all’interno del nucleo familiare, consuma passivamente mezzo stipendio del marito.
Nulla di più falso!
Si deve evidenziare invece che la brava moglie, con il suo abile lavoro domestico, con le sue economie, ecc. fa durare il doppio il salario del marito.
È un proverbio dal risvolto amaro. Cioè si evidenzia che la gioia di qualcuno scaturisce dal patimento di qualcun altro.
Esiste anche, con lo stesso significato il Detto: “Spartìrece i veste de Criste”: dividersi le vesti di Cristo, ossia quello che rimane al disgraziato, dei suoi averi
Per estensione si può dire che il frutto del durissimo sacrificio degli ascendenti defunti diventa una ricchezza che si godono, spesso indegnamente, i loro eredi.
Giudüje è il plurale di Giudöje = Giudeo, ebreo, israeliano, sionista.
La morte del polpo è la cipolla e la salute dell’uomo e la verdura.
I vegetali sono letali per i polpi ma salutari all’uomo.
Qualcuno più cinico e venale invece di “verzjire” = verdura, usava “burzille” = borsellino, ma il denaro, anche se aiuta a vivere meglio, di per sé non dà la salute.
Un distico, a endecasillabi ben ritmati, che fa pensare ad un accompagnamento musicale passato nel dimenticatoio.
La muffarde ‘a völe a chelöre, ‘a pulüte accüme la tröve
La donna sciattona, per riparare un indumento strappato, vuole una toppa dello stesso colore, e quella ordinata si adatta con quella che trova.
Muffarde è sinonimo di refalde, pastròzzele, sciaddöje, ‘ndèsce.
La prima, siccome non trova la toppa come vuole lei, NON esegue la riparazione necessaria. L’altra aggiusta l’indumento comunque.
Ovviamente si tratta di linguaggio figurato. Al giorno d’oggi nessuna persona penserebbe di indossare un indumento lacerato e rattoppato.
Insomma il Detto stigmatizza, coloro che trovano qls pretesto per NON fare nulla di utile e per contro esalta chi, nonostante tutto, si dà da fare per cercare una soluzione o completare un lavoro.
Ringrazio una persona giovane, Tonia Trimigno per avermi fornito lo spunto e una persona anziana per la corretta interpretazione del Detto.
La növa marzajöle düre quande l’amöre tra la sògre e la nöre proverbio
La neve di marzo dura poco, quanto dura l’amore fra la suocera e la nuora, praticamente un tempo brevissimo.
Ovviamente sulla durata dell’affetto tra suocera e nuora permettetemi di evidenziare le splendide eccezioni a questo luogo comune che le vedrebbe sempre in contrasto tra di loro, come la lima e la raspa.
La pèchere pe giustìzzje e l’agnjille pe desgrazzje
Alla lettera significa: la pecora per giustizia e l’agnello per disgrazia.
Va chiarito che si tratta di linguaggio figurato, come avviene in quasi tutti i proverbi. La pecora e l’agnello simboleggiano gli esseri umani, gli anziani e i giovani.
Il tema è la morte.
Se essa ghermisce una persona avanti negli anni, è in qualche modo giustificata (giustìzzje = è giusto), ma se raggiunge una persona giovane è sicuramente una sciagura (desgrazzje = è sventura)..
Il proverbio è chiaramente un po’ consolatorio come per dire che se muore una persona adulta, l’evento è, diciamo, assimilato, metabolizzato come una svolta naturale e attendibile: la sua vita l’ha vissuta ormai…
Se invece muore un individuo giovane in dolore è straziante e inconsolabile.
Insomma se muore un genitore, i figli si rassegnano in tempi relativamente brevi . Se invece muore un figlio i genitori non si rassegnano mai. Vero?
Nostro Signore stesso è presentato come l’Agnello sacrificale.
Scusate se sono scivolato su un argomento un po’ triste. La vita stessa è questa.
Io penso che convenga a questo punto pensare piuttosto all’agnello cotto alla brace con numerosi turcenjille…
Il proverbio mi è stato riferito e spiegato dalla signora Nella Riccardo, ultra-ottantenne, che voglio ringraziare qui pubblicamente.
La polenta a Manfredonia era quella preparata col semolino, la summeléte, e non con la farina di mais come si usa al Nord d’Italia.
Era ritenuto di scarso valore nutritivo, che ti dava immediatamente una bella sensazione di sazietà, ma presto, poiché facilmente digeribile, ti svuotava lo stomaco lasciandoti la sgradevole inestinguibile sensazione di fame.
La farina di mais era, ed è usata solo per farne scagghjùzze