Gemendé v.t. = molestare
Corrette anche le altre versioni gemendéje, ggemendé, aggemendé e aggemendéje
Un verbo niente affatto simpatico, perché infastidire, importunare, tormentare qlcn può sfociare nel reato di “bullismo” o, peggio, di mobbing (molestie e minacce) purtroppo diffusisi in questi anni.
Nen gemendànne ‘u chéne, ca dorme, ca códde te mòzzeche = Non molestare il cane che dorme, perché quello ti morsica!
Maèstra, Giuànne m’aggeménde! = Maestra, Giovanni mi disturba.
Ne stanne a ggemendé i crestiéne! = Non infastidire (continuamente) le persone!
In questo caso anche “le persone” è un modo generalizzato per indicare se stesso, come vittima paziente del rompiscatole.
Non riesco a trovare l’etimologia di questo termine. Una cosa è certa: gemendé non deriva dal sostantivo cemento!
Ecco la risposta del prof. Michele Ciliberti al quale rivolgo il mio vivo ringraziamento:
«Deriva dal latino “cimentare” col significato di provocare, sfidare. Oppure da “gemere” transitivo, cioè “far piangere qualcuno”, quindi, infastidire.»
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