Attandüne (all’) avv. = A tentoni, alla cieca
Si usa l’avverbio “all’attandüne” per indicare l’avanzamento al buio, tastando con i piedi o con un bastone il terreno o lo spazio davanti a sé per accertarsi dell’assenza di ostacoli.
In italiano si dice “camminare tentoni (o a tentoni)” oppure “camminare testoni” ed è usato, anche in senso figurato, come sostituto del bel sinonimo “brancolare”.
In dialetto l’avverbio deriva da (clicca—>) attandé = tastare, toccare
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Arröte
Arröte avv. = Di nuovo, ancora una volta, nuovamente, daccapo.
Si usa ancora questo avverbio?
Ricordo che veniva pronunciato da chi, dopo aver esortato qualcuno a smettere di compiere un’azione, magari un po’ tediosa, la vede rifare daccapo, quasi a dispetto.
Ad esempio: se una mamma, dopo aver faticosamente zittito il suo frugoletto che frignava con richieste esose, lo sentiva lagnarsi nuovamente, inevitabilmente avrebbe esclamato: « Arröte!» = Ancora! [ti avevo detto di smetterla, e tu ricomii!].
Il prof.Michele Ciliberti, che ringrazio pubblicamente, suggerisce che arröte deriva dal latino “Ab retro”, cioè nuovamente, ancora.
Veramènde
Umenüne (alla)
Umenüne (alla) avv. = Maschilmente, virilmente
Questo avverbio è usato solo in sartoria per indicare, per esempio il modo di abbottonare la giacca, o il tipo di manica, ecc.
A ‘sta giàcche l’ha da fé ‘u còlle all’umenüne = A questa giacca devi confezionare il colletto alla maniera maschile.
Ritengo che avendo sentito il termine femminile, i popolani abbiano coniato quale corrispettivo di maschile l’agg umenüne.
Infatti il biniomio è fèmmene e jùmene
Uì
Uì avv. = Ecco
Avverbio dimostrativo:
-per indicare, mostrare qcn. o qcs.; Uì cóste jì Giuànne! = Ecco questo è Giovanni.
-per indicare la presenza o il comparire di qcn. o di qcs.atteso, o improvviso e inaspettato; Uì j’ assüte ‘u söle = Ecco -(lo vedi?), è sorto il sole. Mammà, uì mo’ vöne!= Mamma, lo vedi, ora arriva.
-nel dare, nel porgere qcs. Uì, quìste so’ i medecjüne! = Ecco, questi sono i farmaci.
Potrebbe essere la sintesi, come spesso avviene nel nostro dialetto, di “lo vedi”: difatti al femminile fa Avì = La vedi? e al plurale Ivì = Li vedi?, Le vedi? (eccola, eccoli, eccole).
Avì addica sté ‘a Giannètte = Eccola dov’è la smorfiosetta.
Ivì i stùdeche, nen sapene fé i sèrje! = Eccoli gli stupidi, non sono capaci di essere seri
Tanne
Tanne avv. = Allora.
In quel preciso momento; in quel tempo determinato, passato o futuro.
L’avverbio tanne è usato in tutta l’Italia meridionale. Talvolta arricchita di sfumature, ma sempre riferito ad un periodo temporale già trascorso.
La locuzione tanne-tanne o anche tanne stèsse, o tanne-pe-tanne, significa seduta stante, immediatamente, in quello stesso momento..
Si usa anche zìcche tanne = proprio in quel momento. Come dire che accade qualcosa di inaspettato mentre se ne sta compiendo un’altra.
Sono sorpreso di scoprire i legami fra il termine tanne con il latino tandem, l’inglese then (nel senso di at that time=a quel tempo), il tedesco dann, il sardo tandə e il corso tandu.
Tanna-tanne (←clicca) significa in un tempo passato ormai troppo lontano.
Le nonne quando raccontavano delle favole ai loro nipotini, iniziavano – come si conviene – con il “c’era una volta” , ma spesso in un modo un po’ burlesco:
“Stöve ‘na vòlte, tanna-tanne, quanne ‘ ciócce stöve cacànne…” = C’era una volta, tantissimo tempo fa, quando il ciuco stava cacando,….
Una rima improvvisata niente affatto divertente per i frugoletti che si aspettavano una favola vera, che poi veniva raccontata ugualmente dopo un attimo di smarrimento!
Il Prof. Michele Ciliberti, c he ringrazio sentitamente, mi ha fornito l’etimo di “tanne”: Avverbio di tempo, dal tardo latino “tandem” con significato di “allora”, in contrapposizione a “mò”, da “modus” cioè “ora”, “adesso”.
Süne
Süne avv. = Sì, ma sì
Si usa come risposta affermativa diretta a una domanda o richiesta. Ha un tono abbastanza spazientito perché poco prima si era dato un’altra volta lo stesso consenso.
-Papà, m’à da purté a mére?
-Sì = – Babbo, mi devi portare a mare? – Sì.
-Mo ca fenèsce, jème a mére? -Sì! = Appena avrò finito andremo al mare? – Sì.
-Ma veramènde me pùrte a mére? Süne!!!= Ma davvero mi porti al mare? – ma sì!!!! (ma ti ho appena detto di sì!).
Gli Abruzzesi dicono. con la stessa intensità: scine!; i Ciociari e sine!.
Ovviamente esiste il contrario: nöne o anche nöme.
Sottasöpe
Sottasöpe avv. = Sottosopra
1) sottasöpe = con la parte di sopra messa sotto, capovolto, alla rovescia.
2) sottasöpe = in grande disordine e scompiglio, a soqquadro.
I marjùle m’hanne mìsse ‘a chése sottasöpe = I ladri mi hanno messo la casa a soqquadro.
Me sènde ‘u stòmeche sottasöpe = Ho lo stomaco in disordine
Söpe
Söpe avv. = Sopra, su,
In posizione superiore o sovrastante rispetto a qcs; indica la posizione di un oggetto posto su una base o un sostegno.
So’ nghjanéte söpe a caste, ma tóje te ne jive già jüte = Sono salito su a casa tua, ma tu te ne eri già andato.
Appùgge ‘u libbre sope a sègge = Appoggia il libro sopra la sedia.