Tag: locuzione avverbiale

Momò

Momò avv. = Presto, a breve

Entro breve tempo, da un momento all’altro, fra poco tempo, ecc.

Aspettéte quà ca momò vöne ‘u màstre = Aspettate qui che fra poco arriva il maestro artigiano.

Quann’jì ca véje a pegghjé i péne? Momò = Quando è che vai a prendere il pane? Fra poco.

Filed under: MTagged with:

Mocasarrà

Mocasarrà avv. = Quando sarà

I più raffinati che non volevano usare il solito mocajì, dicevano mocasarrà = letterale: ora che sarà = quando sarà il suo tempo.
Quindi il tutto viene proiettato in un futuro più o meno prossimo, e molto vago e incerto.

Luìgge, mò ca te spuse, m’ha da ‘nveté au spusalìzzje? Eh, mocasarrà… = Luigi, quando ti sposi mi inviterai alle nozze? Eh, quando sarà (se, come e quando….).

Mattöje, mocasarrà, l’ha da vènne ‘sta chése? = Matteo, quando sarà il tempo, la venderai questa casa?

Quel mocasarrà sottintende, ad esempio, quando morirà tua madre e avrai la completa disponibilità dell’immobile, o quando sposerà tuo figlio ed avrai bisogno di capitale, ecc.

Fattori di cui entrambi, il richiedente e l’interlocutore, sono a conoscenza. Più che altro chiarisce che il primo è interessato, come in questo esempio, all’acquisto della casa.

Filed under: MTagged with:

Mocajì

Mocajì avv. = Poi

Si dovrebbe scrivere mo ca jì = Quando è l’ora, ossia non adesso, ma in un secondo momento.

Quann’jì ca te fé ‘u ljitte? Mocajì, chiù tarde! = Quando (è che) ti riassetti il letto? Poi, più tardi.

Quel mocajì è sempre molto indefinito, in un sempo successivo ma mai ben definito.

Vu venì ‘ngambagne a cògghje i pemedöre? Sì, mocajì = Vuoi venire in campagna a raccogliere i pomodori? Sì, ma non adesso, sarà alla prossima occasione.

Quando il “poi” è procrastinato a lungo si usa la formula per il futuro: mocasarrà.

Filed under: MTagged with:

Mméne a Pappagöne

Mméne a Pappagöne loc.id. = Anticamente, in tempi remoti

“In mano a …..” corrisponde alla locuzione “ai tempi di…” o “durante il regno di…”

Pappagöne non un è peronaggio reale, ma uno che – si immagina – sia vissuto addirittura nell’800. A me sembra che sia assonante a papà-nonne, trisavolo, e perciò antico.   Infatti taluni dicono mméne a papà-nonne.

Eh, mò ne’ stéme chjó mméne a Pappagöne = Via, non viviamo più ai tempi in cui Berta filava. Anche questo modo di dire italiano non si riferisce ad un personaggio reale, ma ad un soggetto immaginario, collocato in una indefinita epoca rmota.

Ringrazio Michele Murgo per avermi ricordato questa bellissma locuzione.

Cmq Pappagone era un personaggio televisivo napoletano, esilarante, un po’ tontolone, inventato da Peppino di Filippo negli anni ’60.
Eccue quà, e piriché, il presutto vestito (ecco qua, perché, il presunto investito).

Come sinonimo si usava anche citare “l’anne de Minghe” = L’anno di Domenico. Un anno imprecisato di un passato remoto. Chissà se anche questo Domenico era un personaggio di fantasia o realmente esistito durante la dominazione spagnola del Regno di Napoli (Domenico = Domingo = Mimìnghe = Mìnghe).

Filed under: MTagged with:

Lüme-lüme

Lüme-lüme loc.avv. = Fiocamente, impercettibilmente

L’avverbio è riferito ad un ricordo non troppo nitido, ad una visione lontana dove gli oggetti messi a fuoco si percepiscono ma non sono distinguibili con certezza.

Presumo che derivi da lume, luce debole vista da lontano.

Ricordo che ‘u lume era la lampada a petrolio usata in passato per l’illuminazione domestica.

M’arrecòrde lüme-lüme a nanònne = Ho un ricordo molto vago di mia nonna.

Filed under: LTagged with:

Jün’a-l’ate

Jün’a-l’ate loc.avv. = Reciprocamente, scambievolmente, vicendevolmente.

In italiano esiste la locuzione avverbiale “l’un l’altro” per indicare “reciprocamente” un’azione reciproca.

Ce sò déte ‘a botte jün’a-l’ate = Si sono accusati vicendevolmente (non si son presi a botte l’un l’altro…)
Vi ricordo che dé ‘a bòtte significa incolpare qlcn. In un contesto diverso significa anche somigliare vagamente a qlcn nel fisico, nelle movenze, nell’atteggiamento, nel carattere.

‘Nge pòtene vedì jün’a-l’ate = Si detestano l’un l’altro, reciprocamente.
Vi ricordo che nen putì vedì significa odiare, esecrare, non amare, avere in antipatia.

Filed under: JTagged with:

Còcchja-còcchje

Còcchja-còcchje loc.avv. = Inseparabilmente

Dicesi di due persone inseparabili. Due amici, due fidanzatini, due colleghi, due carabinieri che procedono sempre in due, inscindibilmente. Deriva da cocchje = coppia.

Ce ne vènene sèmbe còcchja-còcchje = Si presentano sempre in due, inseparabilmente. Una coppia indivisibile per forte affinità!

Scherzosamente, quando due marmocchi si alleano per combinare qualche marachella, vengono notati ed etichettati sempre cocchja-cocchje

Filed under: CTagged with:

Allicsbrótte

Allicsbrótte loc.avv. = Improvvisamente

Si può scrivere all’ix brótte. Taluni pronunciano all’ex abbrótte.

Nel corso dei secoli si è tramandata chissà come nel nostro dialetto, magari quello parlato dalle persone più anziane.

La locuzione latina ex abrupto, tradotta letteralmente, significa improvvisamente.
È l’inizio della prima dele orazioni Catilinarie di Cicerone.

Ovviamente nel dialetto ha subìto corruzioni nel corso dei secoli. Usata in contesti diversi anche al giorno d’oggi, mette in rilievo nettamente il carattere improvviso e inaspettato di un atteggiamento o dell0evolversi di una situazione.

Ritengo tuttavia che sia un termine diventato un po’ gergale. Forse è usato in ambienti marinareschi, o comunque ristretti.

L’ho sentita recentemente in un racconto curioso. Si trattava di un volo di ritorno dal santuario di Fatima. Durante una fase di turbolenza, con evidente tremarella del gruppo di pellegrini, si alza all’ex abrupto il sacerdote e impartisce ai passegeri la benedizione con l’intento di tranquillizzare i fifoni. Non trascrivo le invettive contro il povero prete!

La pronuncia di all’icsbrótte è un po’ incespicosa….

Io personalmente trovo più diffuso e più fantasioso il termine secherdüne o la locuzione tùtte ‘na vòlte = tutto d’un tratto.

Sapete che gli Inglesi, oltre al diffuso suddenly usano anche abruptly di chiara origine latina?

Grazie al lettore Salvatore Rinaldi per il prezioso suggerimento.

Filed under: ATagged with: