Tag: locuzione avverbiale

Ammèrse (all’)

Ammèrse (all’) loc.avv. = Inversamente, al contrario, a rovescio

La locuzione avverbiale all’ammèrse = alla maniera inversa, è molto usata quale antitesi di alla drìtte = alla maniera giusta, correttamente.

L’amico dr.Matteo Rinaldi – che ringrazio pubblicamente – mi ha suggerito una simpatica locuzione idiomatica: sté c’u cüle all’ammèrse = essere maldisposto, irritato, nervoso.

Giuànne stamatüne c’jì javezéte c’u cüle all’ammèrse = Giovanni stamane è intrattabile.
Alla lettera: Giovanni stamattina si è alzato con il culo all’inverso.
Insomma non gli va bene nulla!

Se trattasi di indumenti indossati all’ammèrse si dice a ‘nnanze-dröte = avanti-dietro.

Nota linguistica:
La preposizione “con” si traduce spesso con “pe“, Talvolta si traduce con “cu” come in Campania (ricordate Resta cu ‘mme).
Personalmente ho una leggera propensione per il “pe“, perché mi sembra più antico, e quindi linguisticamente più genuino. Faccio qualche esempio:

Jü parle pe tè e tó nen me sjinte = Io parlo con te e tu non mi ascolti,
Quanne sté pe mmè nen àdd’avì pavüre de njinde = Quando sei con me non devi aver paura di nulla.
Jògge stéche pe ‘nu delöre de chépe.. = Oggi sto con un mal di testa…
Jì arrevéte cu ‘nu sìcchje d’acque pe lavé ‘ntèrre.= È arrivato con un secchio di acqua per lavare il pavimento.

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Accòlte-accòlte

Accòlte-accòlte loc.avv. = Intimamente, in maniera raccolta, strettamente.

Il significato dell’avverbio intimamente è riferito ad un luogo ristretto, dove tuttavia si trovano tutte le comodità. Un mini appartamento, ad esempio, dove gli spazi sono limitati, ma non manca di nulla.

Anche una sola stanza dove ci si intrattiene numerosi, appare accolte-accolte.

Oh, quà jìnde stéme belle accolte-accolte! = Oh, qui dentro stiamo bene, intimamente

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Acchéragràzzje

Acchéragràzzje  loc.avv.= Difficilmente, stentatamente

Si pronunciava tutta d’un fiato anche nella versione acchéregrazzje (a-chére-e-grazzje)

Credevo che fosse una locuzione locale, ma leggendo Umberto Eco, quindi un grande intellettuale contemporaneo, ho notato che nel suo romanzo “La misteriosa fiamma della Regina Loana”- Editrice Bompiani 2006, ha usato proprio “a cara grazia” nel medesimo nostro acchéragràzzje .

Traduzione letterale della locuzione avverbiale: “a cara grazia”. Ossia sperando nella benevolenza o nella grazia dell’interlocutore.  Qualche anziano usa tuttora questa locuzione carica di significato.

Faccio un paio di esempi:

Sò venüte già all’anne passéte: acchéragràzzje se venghe n’ata volte auànne = Sono venuto già l’anno scorso: difficilmente vengo un’altra volta quest’anno.

M’avöva dé tre meljüne. Acchéragràzzje se me ne dé düje.= Avrebbe dovuto darmi tre milioni (ovviamente parlo di vecchie lire): è cara grazia (è preziosa benevolenza, è già molto) se me ne dà due.

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Vìste e nen vìste

Vìste e nen vìste loc.avv. = Fugacemente, velocemente, rapidamente.

Quiesta locuzione avverbiale spesso è riferita a una persona che si intrattiene per poco tempo e poi sparisce dalla cerchia.

Mattöje jì’ venüte a lecènze: viste e nen viste = Mattera è venuto in licenza: si è solo intravisto un momento, e poi è ripartito.

Si riferisce anche anche a certe sparizioni prodigiose: ad esempio, ai dolcetti posti su un vassoio in mezzo al tavolo e letteralmente presi d’assalto dai convitati, i pasticcini vengono divorati da quei bontemponi in un lampo: ora li vedi e ora non più. Visti e spariti.

Agghje mìsse ‘na guandjire de pàste söpe ‘a tavele: ànne fatte viste e nen viste. = Ho posto un vassoio di dolcetti supra il tavolo: in un attimo si sono volatilizzati

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Tànne-tànne

Tànne-tànne loc.avv. = Immediatamente

Lì per lì,  immediatamente, senza indugiare, ecc.

Accettabile anche la forma tanne-pe-tanne

Quànne pàteme völe ‘na cöse ce l’à da dé tànne-tànne = Quando mio padre vuole una cosa, (un servizio, un oggetto) gliela devi dare/fare immediatamente.

C’jì mìsse a smanié, ca tànne per tànne avöva murì = si è messo a smaniare, come se stesse per morire in quell’istante.

Da non confondere con l’avverbio di tempo tanna tanne = Tanto tempo fa.

Stöve ‘va volte, tanna tanne… = C’era una volta, tanto tempo fa…

Era l’incipit delle favole raccontate dalle nonne attorno al braciere…

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Stu-fatte-‘ntande

Stu-fatte-‘ntande loc. avv.. = D’altronde, d’altra parte.

La locuzione è tipica manfredoniana. Il significato letterale è: “questo fatto, intanto”….

In italiano si può volgere (dal dizionario Sabatini-Coletti): “d’altronde, del resto, d’altra parte, peraltro; conferisce valore avversativo-limitativo a una frase o sequenza di discorso rispetto a quanto detto in precedenza. Es.: Ormai dobbiamo andarcene. D’altronde abbiamo aspettato abbastanza.

Stu-fatte-‘ntande nüje nen sapüme sté senza fé njinde. = Peraltro noi non sappiamo starcene con le mani in mano.

Süte jüte all’appjite a Pulezéne? Embè? Stu-fatte-‘ntande quanne jèveme uagnüne chisà quanda volte l’amme fatte püre nüje! = Siete andati a piedi fino all’abbazia di Pulsano? E allora? D’altronde quando eravamo ragazzi chissà quante volte l’abbiamo fatto anche noi

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Sòtte-pe-sòtte

Sòtte-pe-sòtte loc.avv. =  segretamente, all’insaputa,

Ordire all’insaputa dell’interessato, agire di nascosto per delicatezza o per cattiveria.

Si usa – allo stesso modo – la locuzione naveghé sottacque = navigare sotto il pelo dell’acqua di mare, come i sommergibili, magari senza intese bellicose, ma solo per fare i comodi propri.

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Sèmbe de füle

Sèmbe de füle loc.avv. = Continuamente

Espressione che designa un’azione senza soluzione di continuità, senza soste, che procede ininterrottamente.

‘Stu pùrche cuškejöje sèmbe de füle = Questo maiale (nel senso di persona sporcacciona) scorreggia continuamente.

Scusate l’esempio un po’ volgare, è il primo che mi è venuto in mente: che sia una rivelazione freudiana del mio inconscio scorreggione?.

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Secherdüne (alla)

 

Secherdüne (alla) loc.avv. = Inaspettatamente. all’improvviso

Accettabile anche la versione secreddüne.

All’improvviso, inatteso, imprevisto, a sorpresa, quanto meno te l’aspetti.

Faccio un esempio: L’ho menéte ‘nu škafföne, alla secherdüne!= Gli ha mollato uno schiaffone all’improvviso.

Un po’ come la locuzione alla scurdéte = quando meno te l’aspetti, quando l’hai scordato, quando non ci pensi più.

Secherdüne (con lievi varianti di pronuncia)  viene usato a Foggia, Cerignola, Altamura, Santeramo, Modugno e in altri Comuni del Barese.
I Napoletani dicono all’intrasatte.
Nella Daunia usano anche all’assacrèse/assacroise/assacröse forse  dal francese sans-croire =senza credere, a sorpresa.

Leggendo qua e là ho scoperto che secherdüne potrebbe derivare dalla locuzione latina sicut in unum = come in un solo (istante).  Lo riporto per dovere di cronaca, ma non so se l’etimo è accettabile o se è un simpatico volo di fantasia.

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Scurdéte (alla)

Scurdéte (alla) loc.avv. = inaspettatamente

Come dire: accade qlcs quando tutti se ne sono scordati, ossia quando meno te l’aspetti.

Leggermente diverso di alla secherdüne= a sorpresa, improvvisamente, inaspettatamente.

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