Demònje s.m. = Demonio
Sinonimo di Diavolo: Bruttabbèstje, Lucifero, Satana, ecc.
Mi pare d’obbligo pronunciare ad alta voce: Cristecevènghe
Demònje s.m. = Demonio
Sinonimo di Diavolo: Bruttabbèstje, Lucifero, Satana, ecc.
Mi pare d’obbligo pronunciare ad alta voce: Cristecevènghe
Decotte s.m. = Decotto
Bevanda a base di sostanze vegetali bollite in acqua e filtrate e dolcificata.
Notissimo per alleviare il raffreddore ‘u decotte de cambumìlle e fìüre de màule = decotto di camomilla e fiori di malva che le nostre nonne ci preparavano.
A me faceva un po’ schifo: lo bevevo solo perché nonna ci metteva molto zucchero per renderlo più appetibile.
Non sapevamo la differenza fra decotto, tisana e infuso.
Quando il caffé fatto in casa non era di qualità eccellente, era inevitabile paragonarlo al decotto. Il grande Totò usava il termine ciofèca…
È necessario distinguerlo da quello vegetale, frutto zuccherino della palma, che cresce e matura nei paesi caldi.
Il dattero di mare (Lithophaga lithophaga) è un bivalve che vive lungo le coste del Mediterraneo all’interno di gallerie scavate nella roccia calcarea grazie ad una secrezione mucosa erosiva. Il nome scientifico significa semplicemente “mangia pietre”
La sua crescita è estremamente lenta. Si è stimato che per raggiungere la lunghezza di 5 cm, un dattero impiega da 15 ai 35 anni.
La raccolta dei datteri vivi, ottenuta frantumando la roccia entro cui vive, è proibita tassativamente, a causa dell’enorme danno causato all’habitat marino.
Dammàgge s.m. = Danno
Perdita di integrità o di funzionalità causata da qlcu o qlco. Quelli per esempio alla vettura a seguito di uno scontro.
Uagnü’, stateve cujöte, nen facjüte dammagge = Bambini, statevi quieti, non fate danni.
Anche il danno morale – previsto dalla Giurisprudenza oltre a quello materiale – dicesi dammagge.
Scherzosamente quando andavamo a ballare i nostri genitori ci raccomandavano:
A) nen faciüte a lïte pe nesciüne = non litigate (né tra di voi né) con nessuno.
B) ne jéte facènne dammagge = Non fate danni (siate molto seri con le ragazze).
Deriva dalla parola francese dommage che ha lo stesso significato.
Djitöne s.m. = Dito grosso, Pollice e Alluce
Significato letterale: ditone, dito grande.
Ovviamente si riferisce sia al pollice delle mani, sia all’alluce dei piedi.
Cuzzètte s.m. = Nuca
Occipite; estens. la parte posteriore del collo, Familiarmente dicesi collottola.
Quando tornavamo dal barbiere, immancabilmente qlcu dava uno schiaffetto sulla nuca, perché si doveva ‘ngegné ‘u cuzzètte = inaugurare la collottola.
Per estensione si intende indicare con cuzzètte la parte posteriore di un arnese. Per esempio l’accetta ha una parte detta tàgghje = taglio e quella opposta, sopra l’occhio dov’è infilato il manico, chiamata cuzzètte, che può essere adoperata come martello d’emergenza.
Cùzze s.m. = Occipite, collottola
Vale qui quanto già detto per cuzzètte, di cui praticamente è un diminutivo.
Lo vedo collocato sia come parte posteriore di un arnese, per esempio dell’accètta, usata talvolta come improvvisato martello e sia per significare una grossa nuca di adulto.
Così forse è meglio spiegato anche il soprannome Rangecùzze.
Cutüne s.m., top. = Pozzanghera
Pozza di acqua piovana, sporca e fangosa formatasi sulla strada o nei terreni.
Per estensione dice anche di stagno, laghetto al posto di ‘u léghe = il lago.
E cóste jì ‘nu léghe? cóste jì ‘nu cutüne! = E questo è un lago? Questo è una pozzanghera!
Esiste una masserìa in agro di Manfredonia detta proprio Cutüne, sulle mappe segnata come Cutino.
Cusetöre s.m. = Sarto da uomo
È un sinonimo di sàrte, nella versione un po’ antica, dal significato ovvio: cucitore, ossia chi per professione esegue lavori di cucito.
Generalmente, ‘u cusetöre designa il titolare della sartoria, il mastro; tuttavia può anche comprendere il lavorante, l’apprendista.
Ora non si usa più, né il termine, né il mestiere del sarto artigiano.
Mattöje che arte fé? Fé ‘u cusetöre = Matteo che mestiere esercita? Fa il sarto.
Curtìgghje s.m. = Cortile
Area libera, scoperta, interna a un edificio o compresa tra più edifici contigui.
Terreno di giochi, protetti dal traffico, per i bambini del vicinato, prima dell’avvento della televisione..