Tag: sostantivo maschile

Cagnùle

Cagnùle s.m. = Cannello

Notoriamente quando per scrivere si usava il calamaio e la penna, questa si suddivideva il tre parti: ‘U pennüne, l’asteccjùle, e ‘u cagnùle = Il pennino, l’asticciola e il cannellino.

Quest’ultimo era fatto di latta come un piccolo tubicino. In uno dei due fori si inseriva la bacchettina di legno e dall’altro lato del tubicino, che era un po’ sagomato ad hoc, il peduncolo del pennino d’acciaio.

Con l’invenzione della penna a sfera è passato tutto all’antiquariato

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Caggéne 

Caggéne s.m. = Gabbiano

Uccello acquatico, con ali bianche bordate di nero, becco affusolato e zampe palmate, comunissimo in tutte le località di mare.

Il dim. è caggianjille = gabbianello

Dalla riva i bambini gridavano ai gabbiani, modulando due note (sol-sol, mi-mi): Alì, caggéne, ‘u pèsce a mére! = Attenzione, gabbiano, c’è un pesce a mare, proprio sotto di te!

Insomma indicavano ai volatili che nei paraggi c’era una preda, come se quelli fossero distratti.

Lo scopo dell’invito era di vederli in azione mentre si tuffavano. Erano convinti che, se loro non avessero gridato, i poveri animali sarebbero rimasti a pancia vuota…

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Sciacquapecciöne

Sciacquapecciöne s.m. = Brodaglia, sbobba

Brodo troppo acquoso, insipido, per niente invitante.

Quando qlcu si imbatte malauguratamente davanti a un piatto non troppo appetitoso, specie se brodoso, e senza formaggio, come accade quando si è ricoverati in uno di quegli ospedali di terza categoria, si confida con il/la suo/a vicino/a di letto: e che jì ‘stu sciacquapecciöne? = ma che è questo liquido? È buono, solo perché tiepido, a fare le abluzioni nelle parti intime.

Ringrazio Sator per il suo prezoso suggerimento (del termine, non di fare le abluzioni…).

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Sciuscjille

Sciuscjille s.m. = Pastone.

Impasto poco sodo di crusca e brodaglia, o pane vecchio ammollato nell’acqua di bollitura della pasta (sciòttele), dato come mangime alle galline allevate in casa.

Talvolta capitava che il capo famiglia, vedendo che la cena si presentava tutta brodosa e per niente di sostanza, dicesse:
e che ‘mma fé quà, u sciuscjille ‘i jallüne ? (E che dobbiamo fare qui, il pastone delle galline?).

Qualcuno più ruspante avrebbe detto: e che jì ‘stu sciacquapecciöne= E che cosa è questa sbobba?

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Caggellöne

Caggellöne s.m. e sopr. = Stia

È un accrescirivo di caggiöle = gabbietta.

Si tratta di un gabbione di legno, con tanto di porticina per far passare i pennuti, usato per allevare in casa le galline ovaiole.

Si poneva di mattina ‘u caggellöne,con tutte le galline, fuori dell’uscio della casa.

Spesso si liberavano le galline che andavano a razzolare sulla via: tanto presto sarebbero rientrate spontaneamente nella gabbia.

Per favorire la crescita di pennuti allevati si somministrava come cibo ‘u sciuscjille.

Il gabbiotto veniva portato dentro casa la sera per evitare che i polli prendessero freddo, e soprattuto che NON prendessero…il volo verso le pentole altrui.

Caggellöne è anche un soprannome locale

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Cafùrchje

Cafùrchje s.m. = Tugurio

Abitazione o ambiente angusto e squallido.

Vèche truànne ‘ne chése, me so’ stanghéte de sté jind’a códdu cafùrchje a sutténe! = Sto cercando una casa, mi sono stancato di vivere in quel tugurio a piano terra..

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Caföne

Caföne s.m. = Contadino

Aggettivo e sostantivo in uso in Italia meridionale quale dispregiativo per indicare chi o che è rozzo e ignorante.

Al femminile è invariabile (‘u caföne ‘a caföne) ; al plurale m. e f. suona ‘i cafüne.

Una volta i lavoratori della terra non avevano il tempo di istruirsi perché già da tenera età erano costretti assieme al padre a svolgere i faticosi lavori campestri.

Ricordiamoci però che il contadino ha scarpe grosse e cervello fino! Il cervello fino prescinde dall’istruzione. Uno può essere anche ingegnere ma babbeo, e al contrario analfabeta ma dalla intelligenza viva, pronta.

In italiano il termine cafone ha assunto una valenza ancora più negativa per indicare chi o che è villano, screanzato, zotico, rude. In questo caso in dialetto si dice cafunàcce.

 

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Cacciunjille 

Cacciunjille s.m. = Cagnolino

Per indicare un cane di piccole dimensioni, si usa generalmente il diminutivo cacciüne = cagnetto, cagnolina, quando dal contesto si evince che si parla di cani. Difatti il sostantivo cacciüne indica anche il pesce Gattuccio

Più frequentemente viene adoperato il sostantivo invariabile cacciunjille =cagnolino, che ha un significato univoco, proprio per evitare confusione.

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Cacciüne

Cacciüne s.m. = Gattuccio; cagnolino.

1 – Pesce di mare (Scyliorhinus canicula) appartenente all’ordine degli Squaliformi; è un piccolo squalo dalla pelle maculata che può raggiungere dimensioni di 30-40 cm. La forma è più tondeggiante e meno affusolata degli altri squaliformi. Pur essendo un piccolo pescecane, non è per nulla pericoloso per l’uomo.

Anzi, è ricercato per le sue carni. È usato in cucina, una volta spellato e tagliato a pezzetti, per preparare un’ottima pietanza in umido o semplicemente infarinato e fritto.

In Romagna lo chiamano smeriglio per la caratteristica della sua pelle, rugosa e ruvidissima, come la “tela smeriglia” usata dagli artigiani per levigare il legno o i metalli.

2 – Il termine cacciüne è usato anche per indicare un cane di piccole dimensioni.
Più frequentemente viene adoperato il diminutivo cacciunjille =cagnolino, cucciolo di cane.

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Cacciamanjille

Cacciamanjille s.m. = Coprifasce

Era una camicina di cotone finissimo, con abbottonatura posteriore, che si faceva indossare al neonato dopo l’imbracatura con il pannolini di tela e la fascia larga.

Il vocabolo viene da Cacciare le manine.

Il primo indumento indossato dai poppanti.

Marje’, mamme t’ho recaméte ‘nu bèlle caccjamanille p’u uagnöne! = Marietta, la mamma ti ha preparato una bella camiciola per il bambino

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