Tag: Verbo transitivo

Sdrené

Sdrené v.t. = Sfiancare.

Stancare, affaticare eccessivamente, spossare, privare di ogni forza logorare, indebolire gravemente.

Deriva da reni (come l’italiano sfiancare deriva da fianchi): sfibrare, rompere (o rompersi) le reni dalla fatica.

‘A fatüje me sté sdrenànne = La fatica di sta sfibrando (fisicamente e logorando mentalmente).

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Sderupé

Sderupé v.t. = Guastare

Ammesso anche sderrupé.

Danneggiare irreparabilmente qlco., deteriorare, guastare, disfare, rovinare.

Figuratamente disfare un progetto prima ancora di iniziarne la realizzazione.

Mandare in malora, rompere le uova nel paniere. Operazione da guastafeste.

Credo che derivi da derrüpe = dirupo, precipizio. Quindi esattamente sderupé (o sderrupé) significa: “precipitare, cadere nel precipizio”.

Diceva cinicamente il tiolare do un’impresa di trasporti: Nen me ne ‘mborte njinde ca ce sderrópene l’autìste, abbaste ca ce arretìrene ‘i camje. Inutile la traduzione

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Scutelé

Scutelé v.t. = scuotere, scrollare

Scutelé (dal latino excutere)  significa muovere e ripetutamente qualcosa agitando con violenza. 

‘U vjinde scutelöje l’àreve = Il vento scuote gli alberi.

Scuotere lo straccio che raccoglie le polvere. Anche battere con la mano, in assenza di spazzola, su un indumento che  impolverato per nettarlo grossolanamente.

Scuteljijete söpe ‘a spalle, ca sté ìa pòlve = Scuotiti sopra la spalla (della giacca) ché c’è polvere.

Esiste una locuzione molto colorita che adopera questo verbo: Te sì arretréte  p’i chegghjüne scuteléte! 
Ovviamente nessuno rientra in casa dopo aver “sbattuto” (dolorosissimamente) i suoi testicoli come si fa con la tovaglia o con un tappetino!
La frase, in maniera del tutto figurata, è un vero rimprovero che evidenzia il rientro in casa del marito con le mani completamente vuote. Sia perché, al suo rincasare a fine giornata, non aveva potuto guadagnare nessun salario, sia perché  gli era passato di mente di comprare qualcosa per il desinare, e sia perché totalmente sfiancato dalla dura fatica in mare o nei campi.

Ringrazio il lettore Amilcare Renato per avermi rammentato questa locuzione,  frequente in bocca alla sua pepata nonnetta!

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Scurzelé

Scurzelé v.t. = Sbucciare

Togliere la buccia, l’involucro, la cotenna, la corteccia, la scorza. Il verbo deriva proprio da scorza, come dire decorticare.

Specificamente significa levare il mallo alle mandorle lasciando in vista la buccia legnosa per il successivo schiacciamento per liberare il frutto (scurzelé ‘i mènele)

Anche togliere il baccello alle fave e ai piselli freschi, sbaccellare, sgranare: (scurzelé ‘i féfe, i pesìdde/pesìlle).

Per le cozze e i frutti di mare si usa il semplice japrì = aprire.

Per la frutta (mele, pere, fichi d’india,) invece si dice annetté = nettare, sbucciare

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Scupetté

Scupetté v.t. = Spazzolare

Pulire o lucidare con la spazzola. Togliere residui di capelli dalla mantellina da barbiere o dagli abiti, briciole di pane, polvere ecc.. stendere la crema per calzature e poi lucidarle.

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Scumegghjé

Scumegghjé v.t. = Scoprire

Si intende specificamente il sollevare delle coperte e delle lenzuola. Scoprirsi durante il sonno.

Nella forma riflessiva dicesi scumegghjàrece.

Feccàteve sotte e nen ve jéte scumegghjànne, ca fé frìdde = Ficcatevi sotto le coperte e non vi scoprite, ché fa freddo.

Come imperativo si usa indifferentemente nen ve jéte scumegghjànne!, oppure o nen ve scumegghjéte!

Il primo può avere valore esortativo: non vi scoprite perché potreste raffreddarvi; il secondo potrebbe essere piuttosto impositivo: non dovete assolutamente scoprirvi.

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Scugné

Scugné v.t. = Spuntare

Deriva dal latino ex+cuneare.  Spuntare, rovinare la punta.
Difatti il cuneo usato dagli spaccalegna è detto cógne.

Riferito a qualsiasi oggetto appuntito che, per il logorio dovuto all’uso, o per trauma accidentale, perde la funzionalità per cui era stato costruito.

Jì cadüte ‘a pènne e c’jì scugnéte ‘u pennüne! = E caduta la penna e si è spuntato il pennino.

C’jì scugnéte püre ‘u lapps = Si è spuntato anche il lapis

Ci so scugnétte tutte e duje i vumere all’aréte = Si sono spuntati tutti e due i vomeri dell’aratro.

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Scuffelé

Scuffelé v.t. = Abbattere

Riferito all’azione di demolire un edificio, un muro, una parete, un divisorio.

Se qlcs crolla da sé, si usa il verbo riflessivo scuffelàrece v.rifl..

C’jè scuffeléte ‘u müre = È crollato il muro.

Pare che derivi dall’arabo quffa = collassare.

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Scravutté

Scravutté v.t. = Scavare, estrarre, allargare una buca.

Il verbo è specifico per operazioni di scavo di piccole dimensioni, come quella che fa il dentista quando deve impiombare un dente: egli scravòtte la polpa dentale cariata con il suo micidiale trapano prima dell’otturazione.

I tarle ànne scravuttéte tutte l’armadje = i tarli hanno bucherellato tutto l’armadio.

Scravutté tórne-tórne = Scavare intorno, allargare una breccia, una fossa (ad es. nel terreno alla base di una pianta per irrigarla o anche per metterla a dimora)

Quando la massaia ha bisogno della mollica di pane per preparare il ripieno delle seppie la va a scravutté = scavare con le mani dalla pagnottella.

Va bene anche la versione sgravutté.

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Sciurté

Sciurté v.t. =  scegliere o contare le bestie.

Il verbo è tipico degli allevatori, usato per designare la conta delle bestie, fatte passare una alla volta attraverso l’accesso dell’ovile, o una strettoia,  o il cancello della stalla.

Significa anche scegliere fra i capi di aggruppati di bestiame, e metterne da parte i migliori.

Presumo che derivi da “sortire”, un verbo antico rimasto nel francese moderno sortir = uscire.

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