Tag: Verbo transitivo

Pulezzé

Pulezzé v.t. = Pulire

Liberare qlco. dallo sporco. Sin.: lavare, smacchiare, sgrassare, nettare, ripulire, mondare, candeggiare, detergere, lucidare, disinfettare, depurare, spolverare, spazzolare.

Esiste anche la forma riflessiva pulezzàrece = pulirsi, lavarsi, curare l’igiene personale, togliersi lo sporco di dosso.

Qualche soggetto, fortunatamente pochi, sozza o che non bada alla pulizia di casa, è detta ‘a muffarde al femminile e ‘u mufföne al maschile.

A proposito di muffarde. Si racconta di una signora che un tiepido e soleggiato mattino di primavera, sull’uscio di casa si vantò con la sua vicina: Ah, stamatüna m’agghje fatte ‘na bella lavéte de fàcce! = Ah, ho approfittato del tepore primaverile per darmi una bella lavata al viso!

Immagino che le altre parti del corpo siano rimaste sozze quella mattina, nonostante il calduccio, e che per tutto l’inverno non avesse mai usato detergersi….

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Pescé

Pescé v.t. = Mingere, urinare.

Espellere, emettere dell’urina.

Si può usare anché il trisillabo pe-scé-je, invece che il più consueto bisillabo pe-scé.

Me töne a pescé = Ho bisogno di orinare.

Si usa anche come verbo transitivo, per esempio, nelle forme di patologia nefrologica:pescé sanghe=orinare sangue, o pescé ‘i càlchele = espellere i calcoli renali per via naturale. Uh, che dolore!

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Paljéje

Paljéje v.t. = Percuotere, malmenare

Oltre al trisillabo paljèje (pa-ljé-je) si può ricorrere anche al bisillabo paljé (pa-ljé)

Colpire qlcu. violentemente, con le mani o con un oggetto, malmenare, picchiare.

Forse perché l’oggetto con cui si percuote è un paletto?   No! è una reminiscenza del verbo spagnolo apalear = battere, percuotere.
Vi consiglio di cliccare qui→(paliatone) per saperne di più.

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Nzuràrece

Nzuràrece v.rifl.= Ammogliarsi, prendere moglie

Deriva dal latino in-uxorare/uxorem ducere.

Far sposare, dare moglie a un uomo celibe.

E mò ce ‘nzöre Luìgge! = Non è per ora che Luigi prende moglie!

Nen pöte fé l’ati djibbete, ca ce völe ‘nzuré = Non può fare altri debiti perché si vuole ammogliare.

Giuanne nen völe capì de ‘nzuràrece! = Giovanni non vuol saperne di sposarsi!

Quando uscirono i famosi Beatles, noi ragazzotti, cazzeggiando, cantavano quel brano famoso She wants you, yeah!. (pron. Scì-uon-ziù-jé) Noi lo abbiamo cantato: ce uà nzuré, jé jé.

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Nzumelé

Nzumelé v.t. = Assommare

Accettabile anche la grafia ‘nzumeléje

Raccogliere insieme, riunire, sommare, raggranellare.

Specificamente significa anche risparmiare, ma non nel senso di risparmiare sul costo di acquisto di un bene o di una prestazione di servizio (il famoso ‘ultimo prezzo’ delle estenuanti contrattazioni per ‘tirare’ a vantaggio dell’acquirente).
Risparmiare proprio nel significato di mettere da parte del denaro, allo scopo di non spenderlo, e trovarsi alla fine una sommetta per far fronte agli imprevisti: ‘u ‘nzumelìcchje, il gruzzoletto.

Cerchiamo una etimologia?
Presumo che derivi da sommare, accumulare.
L’amico Prof. Michele Ciliberti chiarisce «mettere insieme, accumulare denaro, dal latino in cumulum».
Cioè accumulare.
Mi viene a mente anche l’avverbio francese ensemble (=insieme, assieme), e il verbo derivato assembler (che suona simile a ‘nzumelé) cioè mettere insieme e unire o montare pezzi omogenei di congegni meccanici o elettronici. La traduzione “assemblare” ha soppiantato l’antico “assiemare”.

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Nzevéje

Nzevéje v.t. = Insudiciare

Sporcare, insudiciare qlco come se l’oggetto fosse unto di sego. (Vedi: ‘u süve).

Quann’jì ca te ljive ‘sta cammüse?: ‘u vüte ca ‘u cullètte sté nzevéte? = Quando è che ti levi questa camicia?: lo vedi che il colletto è insudiciato?

È ammessa la pronuncia breve ‘nzevé.

Provo a fare l’intera coniugazione dell’indicativo presente:
nzevöje, nzevjìje, nzevöje, nzevéme, nzevéte, nzevèjene.

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Nzeté

Nzeté v.t. = innestare, praticare innesti.
Verbo specifico ad uso del mondo rurale. I nostri nonni, che non avevano studiato Agraria, potevano dare dei punti ai Dottori Agronomi perché la loro scuola derivava dall’esperienza dei loro antenati tramandata di padre in figlio.

Sapevano benissimo quali piante erano compatibili tra di loro perché l’innesto potesse riuscire. Questa tecnica è tuttora largamente praticata anche in campo sanitario (chirurgia plastica per correggere danni estetici o funzionali con innesti ossei o tessutiali)

L’operazione in agricoltura consiste nel collegare assieme (attraverso tecniche diverse: innesto a taglio, a gemma, a corona, a triangolo, ecc.) una pianta che ha un buon apparato radicale ed un’altra che produrrà dei frutti.
Importante e fondamentale è la corretta incisione nel ramo di un tipo di albero per collocarvi un rametto dell’altra pianta. Si fascia il tutto ben protetto e la natura fa il resto!

Presumo, ma posso sbagliare, che il verbo abbia come riferimento il sostantivo züte, nel senso di sposo/a. Quindi, a mio parere, significa proprio “sposare”, unire saldamente i due “sposi” vegetali.

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Nzertéje

Nzertéje v.t. = Infilare

Esiste la versione breve nzerté.

Attraversare con un filo, facendo passare un capo del filo per uno stretto foro.
‘Nzerté l’éche = Infilare l’ago.

Nen si’ bùne manghe a ‘nzerté l’éche… = Non sei capace nemmeno a infilare l’ago…
Ossia non conosci l’ABC, i rudimenti del mestiere, e vuoi atteggiarti ad esperto?

Capitava che qualcuno, sapendo mettere in fila quattro accordi (Do, Lam, Rem, Sol7), si riteneva chitarrista.

Nzerté può significare, per estensione, fare centro, colpire giusto, azzeccare un risultato, imbroccare la via giusta, un procedimento.

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Nzenué

Nzenué v.t. = Istigare, insinuare

Far nascere in qualcuno un sentimento, una convinzione, un interesse in maniera abile e calcolata.

Persuadere o aizzare qlcn contro qlcn altro per proprio tornaconto. Suscitare, far nascere un sospetto o altro sentimento maligno in qlcu.

Códde jì stéte nzenuéte = Costui (ha agito male perché) è stato sobillato (da qlc mascalzone).

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