Autore: tonino

Códde

Códde agg. = Quello

Aggettivo dimostrativo sempre seguito dal sostantivo che modifica, indica persona o cosa lontana nello spazio o nel tempo da chi parla e da chi ascolta.

Cacce a códd’u chéne! = Manda via quel cane!

Diccìlle a códd’u giovene ca venèsse cré matüne = Diglielo a quel giovane di venire domattina.

Códde jì ‘nu pòvere a jìsse = Costui è un poveraccio, un miserabile (anche in senso lato)

Al femminile fa quèdde

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Còcchje

Còcchje s.f. = Coppia

Insieme costituito da due oggetti dello stesso tipo o da due animali o da due persone spec. che svolgono in modo coordinato la stessa attività.

Còcchja-còcchje dicesi di due persone inseparabili. Due amici, due fidanzatini, due colleghi, due carabinieri.

Tènghe ‘ca còcchje de vìcce = Ho una coppia di tacchini.

‘I vüte a löre, sèmbe còcchia-còcchje = Li vedi, loro stanno sempre assieme.

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Còcchja-còcchje

Còcchja-còcchje loc.avv. = Inseparabilmente

Dicesi di due persone inseparabili. Due amici, due fidanzatini, due colleghi, due carabinieri che procedono sempre in due, inscindibilmente. Deriva da cocchje = coppia.

Ce ne vènene sèmbe còcchja-còcchje = Si presentano sempre in due, inseparabilmente. Una coppia indivisibile per forte affinità!

Scherzosamente, quando due marmocchi si alleano per combinare qualche marachella, vengono notati ed etichettati sempre cocchja-cocchje

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Cjirre

Cjirre s.m. = Tentacolo, cerro

1) cjirre = tentacolo .Con questo termine, al plurale (‘i cjirre), si indicano i tentacoli del polpo, del moscardino, dei calamari, dei totani e delle seppie, rigorosamente in numero di otto per ogni mollusco (octopus = otto piedi?).

Per estensione indicano, al singolare (‘u cjirre) anche un ciuffo di capelli piuttosto corto oppure non pettinato.

Se questo ciuffo è ribelle al pettine si definisce cjirre-matte forse perché i capelli già dalla radice si dipartono in direzioni diverse e non in un solo verso. Anche con il cranio rapato si riconosce questo cjirre-matte perche i pori piliferi sono spesso disposti a spirale.

Credo che derivi da cirro per la forma allungata di un tipo di nuvola: in meteorologia indica una nube che si presenta sotto forma di lunghi filamenti bianchi.

2) cjirre = cerro. Il Cerro (Quercus cerris) è un albero della famiglia delle Fagacee. È una specie di quercia dal legno duro, apprezzato dai costruttori di imbarcazioni.

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Ciurcìlle

Ciurcìlle soprann.= Churchill?

Noto e abilissimo sarto, specializzato in abiti maschili.

Nome scimmiottato da quello dello Statista inglese Winston Churchill: il soggetto gli somigliava. Forse perché ugualmente calvo e panciuto?

Con lo stesso metraggio di stoffa solo lui era capace di ottenere una giacca e due pantaloni, mentre gli altri sarti, oltre alla giacca ne cavavano solo uno e forse un gilet.

Si dice che non aveva bisogno di prendere le misure, perché gli bastava soltanto dare un’occhiata accurata alla conformazione del cliente.

Non sono leggende metropolitane. Chiedete agli anziani.

Ma forse forse costui aveva una pecca… Si sussurrava che ogni tanto spariva dalla sua bottega un taglio di stoffa acquistato dal cliente per farsi confezionare un abito su misura.

Il solito maligno insinuava che con quella stoffa sparita il nostro sarto avrebbe cucito un abito a parte, e avrebbe poi venduto sottocosto…

Ma sono tutte fandonie. Era il più bravo di tutti e perciò suscitava invidia e maldicenze.

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Ciüme de répe

Ciüme de répe s.f. = Cime di rapa

Le cime di rapa (Brassica Campestris Cymosa) sono i racemi non ancora fioriti dell’ortaggio, di cui si mangiano le foglie più tenere e le infiorescenze.

È un ortaggio tipicamente italiano ma, introdotta dagli emigranti, ora si coltiva anche negli Stati Uniti e in Australia. In Italia il 95% della superficie coltivata si trova in Lazio, Puglia e Campania.

Nel Nord America è conosciuta con i nomi di “broccoli raab”, “raab”, “rapa”, “rappini o rapini”, “spring broccoli”, “italian turnip” e “taitcat”.

La cima di rapa, in Puglia, che è la regione regina della coltivazione di questo ortaggio, è inserita nell’Elenco dei Prodotti Tradizionali Regionali. Famosissimo il tipico piatto di orecchiette con le cime di rapa, condite con il semplice ùgghje crüde = olio crudo, o con l’agghja suffrìtte = olio,aglio, acciughina e peperoncino. In Basilicata ho visto che aggiungono nel padellino dell’olio che frigge anche del pane sbriciolato.

Nel nord Italia è invece un prodotto meno conosciuto, soprattutto perché non vi sono piatti tipici tradizionali legati alla cima di rapa come avviene nel meridione.

Sono da consumarsi previa cottura ed hanno un sapore molto caratteristico, leggermente amarognolo e piccantino.

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Ciüme 

Ciüme s.f. = Cavolfiore

Il Cavolfiore (Brassica oleracea botrytis) è un ortaggio con infiorescenza carnosa compatta, a forma di palla, di colore bianco–gialliccio

La parte commestibile è costituita da gemme florali ramificate, i cui peduncoli ravvicinati ingrossando formano una grossa palla carnosa detta “corimbo”.

Dim. cemarèlle

Quelli che dicono càvele-a-ffiöre parlano un dialetto addomesticato.

Alla lettera significa: cima, la parte superiore del cavolo che fuoriesce dalle bratte.

Foto fornita da Gigi Lombardozzi.

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Ciumarjille

Ciumarjille  sopr. = Cavolfiore

Ho lanciato come spiegazione “cavofiore” perché in diletto fa cjüme = Cima, e il dim. cemarèlle o ciümarèlle = cimetta.

Evidentemente il soprannome è stato coniato al maschile :Cjumarjille!

Mitica cantina, osteria con cucina degli anni ’30, attiva fin agli anni ’70.

Deriva forse da ‘sumarjille‘, asinello.

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Ciüme amarèlle

Ciüme amarèlle s.f. = Cime amarognole

Scusatemi, ma non so il nome corrispondente in lingua italiana. Aspetto qualche suggerimento da esperti botanici.
Cliccate sull’immagine per ingrandirla.

Pianta spontanea (Brassica campestris) apprezzata dai nostri nonni, che le raccoglievano per farne un piatto gustoso, le famose “fogghje meškéte” = verdure miste.

L’occhio esperto le distingue dalle cime dolci (i sìnepe). Il palato anche se inesperto, perché evidentemente queste erbe hanno un retrogusto po’ di amaro, come le cicorie.

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Ciüma dòlce

Ciüma dòlce s.f. = Senape campestre

Pianta annua (Sinapis arvensis‘a sìnepe è conosciuta meglio come ‘a ciüma dolce [femm. plurale ciüme dólce]= la cima dolce, può considerarsi una vera e propria verdura campestre. Si chiamano le “cime dolci” per differenziarle dalle simil “cime amare”, le ciüme amarèlle o ciümamarèlle) (Brassica incana o fruticulosa) = cime amarognole.

Nasce spontanea nei prati, dall’aspetto filiforme e dal gusto simile alle cime di rapa, e cresce in zone a clima temperato/caldo.

Nella nostra zona era apprezzata proprio per il suo sapore dolce, simile alle bietoline di campo. Ora non ne vediamo più, forse per effetto di pesticidi.

Qualche vecchietta oltre al più familiare ciüme dólce li chiama un po’ storpiandone il nome, ‘i sìlepe invece del più corretto sìnepe.

In Sicilia adoperano i piccoli semi tritati per farne una salsa, la famosa senape dal sapore piccante.

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