Cangé l’acque ai vulüve

Cangé l’acque ai vulüve loc.id. = Cambiare l’acqua alle olive.

Nulla a che vedere con la salamoia (←clicca) che periodicamente si sostituisce alle olive da tavola, per eliminarne l’amaro naturale e renderle commestibili.

È un eufemismo per dire che si ha bisogno di fare pipì…

Al Nord non sanno nemmeno come si conciano le olive da tavola e perciò per loro la frase, alla lettera, sembra misteriosa.

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1 Comment

  1. Beh, vi racconto un rapido “frecabbele“ inerente la pisciatina.

    Il marito per andare in campagna si alza in ore antelucane.
    La moglie dal letto gli chiede che tempo fa. Infatti se è maltempo non vale la pena fare la levataccia.
    Il marito risponde che “chjöve e möne ‘u vjinde” = piove e tira vento. Allora la moglie gli ordina: “Pìsce e vjin’te cùleche” = Fai pipì e vieni a coricarti.

    Per estensione quando non c’è possibilità di fare altro, si conclude con l’invito ad andare a letto (previa salutare minzione).

    Dice Gioacchino Belli nel sonetto La Bona Famija:
    “…. E appena visto er fonno ar buccaletto,
    ‘Na pisciatina, ‘na Sarve-Reggina,
    E, in santa pace, ce n’annamo a letto.”

    Apple mi ha replicato:
    “…ma quante ne sai???”

    Allora ho ribattuto:
    “L’ho sentita recitare per intero anni fa in TV da Paolo Panelli, e mi è piaciuta molto. Allora l’ho cercata in Internet. Semplice!”


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