Rùsele s.m. = Geloni
Ho letto da qualche parte che deriva dal latino roseolam = roseola (macchie eruttive causate da malattie o da farmaci).
Noi intendiamo l’alterazione della pelle dovuta al freddo umido; si presenta con chiazze bluastre o rosse che si trasformano in rilievi pruriginosi e ulcerazioni dolorose.
Perché venivano i geloni? Perché in casa un solo braciere non riscaldava bene gli ambienti: noi avevamo due stanze comunicanti al piano terra, eravamo di ceto medio perché papà era fabbro-artigano e si poteva permettere due stanze, ma forse non due bracieri.
Era credenza diffusa che per liberarsi dei geloni, si dovesse bussare all’uscio di qualche ignaro paesano, e quando costui dall’interno chiedeva. “Chi jì?” = Chi è?, si dovesse rispondere a voce alta: I rùsele a càste = I geloni a casa tua!
Dopo di che, terminato il rito, era obbligatorio scappare per evitare l’ascolto dell’immancabile ‘ghiachivemùrte!.
Ricordo anche un’orribile pratica per guarire i piedi colpiti dai geloni. Abbondante pipì sulle parti doloranti.
Può sembrare una sciocchezza, ma l’acido urico e l’ammoniaca contenuti nelle urine danno sollievo ai geloni e anche alle ustione delle lardichelle.
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