Segghjózze s.m. = singhiozzo, singulto
Va bene anche la pronuncia sugghjózze se preceduto dall’articolo determinativo singolare (‘u sugghjózze).
Il singhiozzo è la contrazione ripetuta e involontaria del diaframma. Il termine deriva dal latino “singultus”.
Ecco i rimedi della nonna (niente farmaci!) che erano semplici e funzionavano egregiamente:
1 – trattenere il fiato più a lungo possibile;
2 – provocare uno spavento nel paziente con un rumore improvviso o con un grido inaspettato;
3 – somministrare alcune gocce di limone direttamente sulla lingua;
4 – bere sette piccoli sorsi d’acqua consecutivi, senza intervalli, in apnea.
Quando non è di natura patologica il singhiozzo è provocato dallo stomaco troppo pieno che preme sul diaframma.
È l’evidente sintomo di sazietà.
Ecco un Detto recitato dalla mammina premurosa dopo un singhiozzo del suo poppante:
Sàzzje jì ‘u purcellózze, c’jì anghjüte ‘u vudeddózze = Sazio è il porcellino, si è riempito il budellino.
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