Tag: aggettivo

Mufföne

Mufföne agg. e s.m. = Trasandato, disordinato

Soggetto trasandato, sregolato, magari anche poco dedito alla cura e alla pulizia della casa (e spesso a quella personale!).

Al femminile fa (clicca→) Muffàrde 

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Muddìsche

Muddìsche agg. = Morbido.

Al femminile fa muddèsche.

Morbido al tatto, cedevole alla pressione, soffice, tenero.

Le generazioni odierne, seppure lo adoperano, pronunciano questo termine: mullìsche (m.) e mullèsche.

Mangéte ‘sti mènele ca so’ muddèsche = Mangiate queste mandorle ché hanno il guscio molle.
Agghje truéte vüve ‘nu ràngeche muddìsche sopa’a röne = Ho trovato vivo un granchio dal guscio tenero sulla sabbia.

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Mpernacchjéte

Mpernacchjéte agg. = Infiocchettato, adornato, agghindato.

Va bene anche la grafia mbernacchjéte.

Generalmente, in modo figurato, l’aggettivo mpernacchjéte (come dire coperto di pennacchi), viene abbinato al sostantivo càzze ed ha sempre una connotazione negativa. Ve lo immaginate un membro virile adornato con ciuffi di penne variopinte e nastrini? Sarebbe ridicolo, non consono alle sue funzioni biologiche.

Sì proprje ‘nu càzze mbernacchjéte! = Tu sei proprio un minchione!
Esclamazione rivolta, ad esempio, al compagno di giochi quando cala una carta non appropriata.

C’jì presendéte accüme a ‘nu càzze mbernacchjéte = Si è presentato con una faccia tosta.

Se avete altri esempi da sottoporre, replicate tranquillamente!

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Mósce

Mósce s.m, s.f. = Mùssolo, floscio, gatta

1) Mósce s.m. = Mussolo (Arca Noae).
È conosciuto in italiano come Mùssolo o Arca di Noè. Si tratta di un mollusco bivalve ora molto apprezzato. Fino agli anni ’50 era considerato un cibo da poveri (come i munelècchje, pesci piccoli di sciabica, ormai introvabili).
L’ambulante che vendeva i frutti di mare aveva il suo grido, ca tànghe ‘a còzzela chjöne! còzzele e mósce, còzzele e carèccchje, uhé! = (Voi non sapete) che ho la cozza piena! Cozze e mussoli, cozze e canestrelle, ehi!

2) Mósce agg.= Soffice, floscio, lento.
Dipende dal soggetto cui fa riferimento l’aggettivo, per es. un pallone un po’ sgonfio, un muscolo non in tensione, o qls cosa che avrebbe dovuto essere rigido e che si trova in posizione di riposo…allora (ahimé) è mósce.

Anche qlcu che è lento nel mangiare, nell’agire è definito mósce.

Al femminile l’aggettivo è mòsce, e la “ò” suona larga.

3) Mósce s.f. = Gatto.
Specificamente al femminile è gatta, o meglio micia cui somiglia il termine dialettale. Dim.musciarjille s.m. e musciarèlle s.f. = micino/a, gattino/a.

Per estensione bambino/a magrolino/a, dai movimenti lenti e dalla voce flebile.

Quand’jì bèlle ‘stu musciarjille! ‘sta musciarèlle! = Quant’è bella questo gattino! (o questa micina!)

La Mósce è anche un soprannome.

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Mómmele

Mómmele agg. e s.m.= Debole, vile.

Epiteto offensivo che descrive un uomo di poco valore, debole fisicamente e/o caratterialmente.

Invariabile al maschile, al femminile, al singolare e al plurale.

Si pronuncia sempre rafforzando la “m” iniziale per enfatizzare l’aggettivo e il sostantivo, specie se è preceduto dall’artico ‘u e ‘nu = un, il.

Sì pròpete ‘nu mmómmele! = Sei proprio un fesso (agg.)
Giuànne jì mómmele = Giovanni è debole (agg.).

Usato come sostantivo ha il significato dell’aggettivo.
Uì, mò vóne ‘u mmómmele = Ecco, ora arriva il fesso (s.m.).

Al superlativo è mummelacchjöne

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Móccappüse

Móccappüse agg. = Moccioso

Si riferisce ai bambini con il mocio al naso.

Diventa offensivo se l’epiteto è rivolto a un giovane adulto, per indicare che si comporta come un moccioso.

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Mezzafèmene

Mezzafèmene agg. e s.f. = Effeminato

Che ha aspetto o atteggiamenti poco virili; soggetto eccessivamente curato e lezioso. Non è detto che costui sia pederasta o gay.

Può succedere che commessi di biancheria femminile o parrucchieri per signora, a furia di contattare una clientela formata da sole donne, imitino inconsciamente i loro atteggiamenti, il loro modo di parlare e i loro discorsi.

Alla lettera significa “metà donna”: ho sentito dire anche mezza-figghjöle = mezza figliola.

‘U vüte accüme ce vèste? Assemègghje a ‘na mèzza-fegghjöle = Lo vedi come si veste? Sembra un effeminato.

Alcune di queste persone possiedono un notevolissimo senso estetico: altrove diventavano ballerini o stilisti (Schubert, il primo stilista italiano, Nureyev, Armani, Valentino, Versace, ecc.) Da noi erano chiamati ad addobbare, dietro modesto compenso, le vetrine di qlc negozio alla moda, o a sistemare il corredo della sposa in esposizione prima della ‘consegna‘, incombenze che eseguivano con un gusto veramente ammirevole.

Ripeto, non è detto che queste persone siano omosessuali. È l’atteggiamento che li ‘condannava’ nel secolo scorso.

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Merachelüse

Merachelüse agg = suscettibile

Letteralmente sembrerebbe “miracoloso/miracolosa”, ma nel dialetto manfredoniano si usa per definire una persona che tende ad esagerare e che ingigantisce anche la minima sciocchezza, specialmente se si riferisce a escoriazioni, tumefazioni e altre sciocchezze di minima entità.

Il termine con cui ho tradotto, suscettibile, ha una valenza immateriale. Nel nostro caso è proprio nel senso di maggiore sensibilità al dolore fisico. Potrei dire ipersensibile, con una soglia del dolore molto bassa.

Molti soggetti alla sola vista di una iniezione cominciano a piagnucolare senza ritegno, ancorché adulti.
Ecco, questi sono i tipi “miracolosi”…

Al femminile fa merachelöse.

Grazie a Michele Murgo per il suggerimento.

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Meccüse

Meccüse agg. e s.m. = Moccioso

1) agg. Pieno di moccio, sporco di moccio;

2) s.m. Bambino che ha ancora il moccio al naso. Per estens. con valore iron. o pegg., ragazzo che si dà arie da adulto. Al femminile suona meccöse.

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Abbufacchjéte

Abbufacchjéte agg. = Gonfio, ingrossato.

Si riferisce a persona obesa, grossa in maniera insolita.  Si paragona al rospo (Bufo viridis) che spesso si presenta ingrossato oltre misura forse come difesa da predatori.

A volte delle persone malate, per effetto secondario da farmaci, si presentano con viso e membra appesantiti

Derivato dal verbo abbufacchjàrece

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