Tag: aggettivo

Vavugghjüse

Vavugghjüse agg. = Bavoso.

Vavugghjüse = Chjüne de vavógghje = Pieno di bava, che cola bava.

Per estensione si affibbia a un ragazzo che si atteggia a persona adulta. Un po’ come Móccappüse, oppure Meccüse

In questo caso l’italiano usa il termine un po’ spregiativo “moccioso”, da moccio: umore che esce dalle narici.

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Vasciòtte

Vasciotte agg. = Bassotto

Usato solo per designare una persona, maschile o femminile, di statura non elevata.

Talvolta si usa il vezzeggiativo vasciulìcchje o al femminile vasciulècchje, ma questa opzione grammaticale non aggiunge nemmeno un centimetro alla statura carente dei soggetti cui si riferisce l’aggettivo.

L’aggettivo ha valenza un po’ canzonatoria verso queste personcine, le quali di solito esprimono auto-ironia sulla loro statura e perciò si rivelano più intelligenti dei loro denigratori.

Conosco un tipo un po’ bassino, ma spiritosissimo. Quando un buontempone l’ha voluto deridere, ha prontamente risposto: i crestjéne bbune ce mesórene fjine a nu mètre e mjzze: ‘u reste jì chjüne de mèrde! = le persone valide si misurano fino a un metro e mezzo: tutto il resto è (superfluo perché )pieno di cacca!

Un altro soggetto una volta prese uno scivolone, e raccontandolo agli amici disse: me ne sò jüte lunghe-lunghe ‘ndèrre = me ne sono andato lungo disteso per terra. Quel lungo era accompagnato da eloquente gestualità. Intelligente la battuta auto ironica che evidenzia il contrasto fra il suo essere corto e l’espressione lùnghe-lunghe, lungo disteso.

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Vasce

Vasce agg. = Basso

Che ha un’altezza inferiore alla norma, che si trova in posizione non elevata.

Stu murjille jì troppe vàsce = questo muretto è troppo basso.

Ovvviamente se riferito a persona indica che ha bassa statura, anche come s.m.
Si ricorre al vezzeggiativo vasciòtte = bassotto, sempre riferito alla statura di una persona.

Si usa il superlativo è vasce-vasce (‘nu chéne vasce-vasce = un cane basso basso); al femminile si dice vascia-vasce (‘na segge vascia-vasce = una sedia bassa bassa)

‘U vàsce = Basso, o al femminile, ‘a vasce = La bassa, è l’uso sostantivato dell’aggettivo, ed indica una persona che ha proprio queste caratteristiche.

Mo vöne ‘u vasce = Ora viene il Basso.

Attenzione: lo strumento musicale il Basso o il Contrabbasso, sono chiamati ‘U basse, e ‘u controbbasse (o, con termine più antico, catarröne).

Anche qui la B che diventa V è tipico della lingua spagnola degli Aragonesi, e della sua influenza sul nostro dialetto.

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Vacànde

Vacànde agg. = Vuoto

In italiano i quasi omofono ‘vacante’ si riferisce a ufficio, carica, dignità, cattedra, mancante del titolare.

Ad esempio: Sede Vescovile vacante = Manca il Vescovo titolare (trasferito o deceduto), e si è in attesa del successore.

In dialetto semplicemente significa: vuoto, che non contiene nulla.

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Ucchje pescéte

Ucchje-pescéte agg.= Congiuntivite

È il nome di una patologia che colpisce l’occhio e si manifesta con abbondante lacrimazione che si raggruma durante il sonno.

Scatenata da agenti esterni, quali polvere o abbagliamento, provoca un fenomeno infiammatorio con conseguente fotofobia, dolore e lacrimazione.

Può anche avere origine batterica per la presenza nel sacco congiuntivale di streptococco o stafilococco, che provocano un’infezione, risolvibille con l’uso di antibiotici appropriati.

Le nostre mamme ci liberavano le palpebre “incollate” dalle cispe (‘i scazzìlle) con acqua borica tiepida.

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Uasta-mestjire

Uastamestjire agg. = Arruffone

Dicesi di colui che si dà da fare in ogni modo, ma con mezzi modesti, perlopiù senza grandi risultati.

Significato letterale guasta-mestiere, ossia che non sa dare lustro al mestiere scelto.

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Tutte-quànde

Tutte-quànde agg.indef. = Tutti indistintamente.

Se riferito a un oggetto indica un’intera quantità.

M’agghje mangéte tutte-quande ‘u geléte= Ho mangiato tutto il gelato.

Se riferito a persone indica tutti indistintamente.

So’ venüte tutte-quande i cumbàgne a truàreme au sputéle= Sono venuti tutti gli amici a farmi visita in ospedale.

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Tutte-cöse

Tutte-cöse agg.indef. = Tutto, ogni cosa

Ogni cosa, indistintamente, nessuna esclusa.

Ovviamente su “cosa” c’è da scrivere un libro appositamente per le numerose sfaccettature che ha il termine sia in dialetto, sia in lingua.

Quanne vjine a chése pùrte tutte-cöse pe féje i scavetatjille = Quando vieni a casa (mia) porta tutto l’occorrente per fare i biscotti al finocchietto.

Nen m’ò dìtte tutte-cöse = Non mi ha detto tutto

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Truzzelüse

Truzzelüse agg. = Lurido, lercio

Molto sporco, pieno di tròzzele = sterco degli ovini.

Al femminile fa truzzelöse.

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Tróvele

Tróvele agg. = Torbido

Riferito a liquidi, definisce lo stato di non limpidezza causato da corpuscoli microscopici in esso contenuti.

U mére jògge jì tróvele = Il mare oggi ha le acque torbide.
Succede dopo una mareggiata, quando il moto ondoso smuove il fango dei fondali.

Riferito a persone, definisce l’aspetto caratteriale di nebuloso, chiuso, cupo, taciturno.

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