Tag: sostantivo femminile

Palóscene

Palóscene s.f. = Muffa

Strato di peluria biancastra o verdognola di odore acre, costituito da funghi microscopici, che si sviluppa spec. su cibi e su prodotti vegetali o animali in decomposizione.

Qlcu pronuncia anche palójene. Accettato da tutti perché ugualmente comprensibile.

Ma’, ‘mbàcce ‘i pemedöre c’jì fàtte ‘a palójene!= Mamma, sui pomodori si è formata la muffa!

Filed under: PTagged with:

Palómme

Palómme o palómbe s.m. = Colombo, piccione; girandola.

1 – Palómme s.m. -Uccello di media grandezza (Columba livia), robusto volatore, dotato di becco leggermente ricurvo in punta e rigonfio all’apice, zampe corte; è detto anche piccione. Parente stretto del colombaccio (Columba palumbus).

Il termine palómme (si pronuncia con la ó stretta, quasi una u) deriva dallo spagnolo la paloma = la colomba (al femminile).
Il loro rifugio è detto ‘u palummére = colombaia, piccionaia. Attenti a non confondere palummére con palumbére = palombaro.

Esiste anche il diminutivo palummjille per indicare quelli piccoli che cominciano appena a volare.

Era quasi obbligatorio somministrare alle puerpere un brodino di carne di palummjille allo scopo di rinfrancarle dopo la fatica del parto e di far aumentare loro la montata lattea.

Era usato in casa dei facoltosi per preparare un brodino leggero. Le puerpere di estrazione più povera ricevevano il brodo ottenuto dalla cottura dei ceci. Forse conteneva meno proteine ma certamente più sali minerali, utilissimi al neonato perché passavano nel latte materno.

Il sostantivo palummjille = colombino, indica metaforicamente anche qlcu alle prime armi che vuole cimentarsi in un’attività impegnativa, in antagonismo con i marpioni: quindi un probabile soccombente, agnello tra i lupi.
Attenzione! Al femminile palummèlle non ha nulla a che vedere con il pennuto fin qua descritto.  Infatti indica una farfalla notturna (la falena).

A volte quando si è indeboliti o affamati si usa l’espressione: Tènghe i palummèlle ‘nnanz’a l’ucchje = Ho un annebbiamento della vista.

2 – Palòmme s.f. = Girandola di carta.
Questa, al femminile, si pronuncia con la ò larga (‘a palòmme = la girandola)

È un giochino di carta, semplice da costruire, che diverte molto i bambini. L’abbiamo fatta tutti, anche quando non avevamo le puntine da disegno per fissarla all’asticciola.

Nell’espressione jìrecìnne ‘mpalòmme si manifesta uno stato di grazia o di soddisfazione, gongolarsi, rallegrarsi, come dire andar col vento in poppa.

Filed under: PTagged with: ,

Palme

Palme s.f. = Palma

1 Pianta tipica dei paesi caldi, in Italia è coltivata solo a scopo ornamentale.

2 Pianta della mano o dei piedi, come in italiano

3 Ramo d’olivo che viene benedetto e distribuito nella domenica precedente la Pasqua, per commemorare l’ingresso di Gesù a Gerusalemme.

A Manfredonia le future nuore avevano la consuetudine di portare questo segno di pace alle proprie suocere.

Sicuramente ricevevano in cambio un oggettino d’oro. Si usa ancora?

Filed under: PTagged with:

Paléje

Paléje s.f. = Sogliola

La sogliola (Solea vulgaris) è ritenuto un pesce pregiato, dalle carni bianche, magre e molto digeribili. Vive a contatto con fondi sabbiosi e fangosi. Clicca sull’ immagine per ingrandirla.

Ha il corpo ovale e piatto. La testa è piccola ed il muso è arrotondato, in età adulta entrambi gli occhi si posizionano su un solo lato della testa.

A me piàcene cchjù ssé ‘i sparrüne arrustüte. = Io (alle sogliole) preferisco gli spari arrostiti

Filed under: PTagged with:

Pala-möne

Pala-möne s.f. Palo da mina

Asta di acciaio a sezione circolare dal diametro di cm 3.5 e lunga cm 180, terminante con le punte a taglio, come la lama di un gigantesco cacciavite.

Azionato manualmente dal cavamonti, perforava la roccia in profondità, anche per un metro, per ricavarne la nicchia da riempire di polvere pirica.

Si batteva sul punto voluto tantissime volte. Ad ogni battuta il palo veniva fatto ruotare sul proprio asse di un quarto di giro.

Quando dopo centinaia di colpi il palo era penetrato per un palmo nella roccia, si buttava dell’acqua nella fossa per far fuoruscire la polvere sotto forma di poltiglia.

Un lavoro massacrante, specie sotto il sole, il più estenuante dei lavori manuali.

Filed under: PTagged with:

Pacciarüje

Pacciarüje s.f. = Pazzia, follia

Condizione di chi è affetto da malattia mentale, associata ad atteggiamenti abnormi, e spesso violenti.

Per estensione, ma con valore attenuativo, descrive un’azione o un discorso che rivela imprudenza e/o bizzarria, stravaganza.

Quàcche jurne jà fé ‘na pacciarüje e me vèste da màškere = Qualche giorno debbo fare una follia e mi vesto in maschera.

Me fazze venì a pacciarüje e mènghe mazzéte de cechéte a tutte quànde = Mi faccio venire la pazzia e dò botte da orbi a tutti.

Filed under: PTagged with:

Ostia-chjöne

Ostia-chjöne s.f. e sopr.= Ostia ripiena

(foto Nicola Muscatiello)

È un dolcetto tipico garganico e della intera Capitanata

Tra due cialde (sfoglia di farina impastata, non lievitata, cotta entro appositi stampi) si stende uno strato a caldo di mandorle tostate e caramellate con zucchero e miele.  Se le mandorle si pongono a raffreddare a mucchietti su un piano di marmo si ottengono le cosidette mènele atterréte (←clicca)

Secondo me le due cialde che formano il “sandwich”, essendo del tutto insapori, hanno solo la funzione di evitare che le mandorle appiccicose imbrattino le dita quando si porta questa delizia alla bocca.

Soprannome locale: ricordo Lorenzo Castriotta, ex flicorno soprano della locale banda cittadina, corso Manfredi, angolo via dei Celestini. Suonava l’armonium in Chiesa nelle funzioni liturgiche.

L’amico Lino Brunetti ricorda simpaticamente che Lorenzo Castriotta, aveva la moglie di nome Caterina. I due ebbero due figli laureati in medicina: venivano perciò chiamati, affettuosamente, Lorenzo e Caterina de’ Medici.

 

Filed under: SoprannomiTagged with:

Óseme

Óseme s.f. = Usma

Il sostantivo usma, deriva dal greco antico ὀσμή (leggi osmè) = fiuto, odore.

Si pronuncia con la “ó” stretta, quasi una “u”.

È un termine antico, specifico degli appassionati dell’arte venatoria, riferito alla meravigliosa capacità dei cani da caccia ca sèndene l’óseme, che sentono l’odore della selvaggina, seguono la traccia e guidano il cacciatore verso la preda.

Sendì l’óseme, figuratamente, significa fiutare un pericolo, andare a lume di naso, accorgersi per sensazioni che qualcosa non va: insospettirsi, mangiare la foglia.

Come dire sendì l’addöre de jàrse = sentire puzza di bruciato.

Filed under: OTagged with:

Orchèstre

Orchèstre s.f. = Palco, cassa armonica

Da non confondere con l’Orchestra formata da persone che suonano strumenti musicali.

Nelle sagre dei paesi del sud Italia con questo termine si intende quella pedana circolare si legno, smontabile, sulla quale si posizionano i suonatori di strumenti a fiato delle bande cittadine locali o ospiti per l’esecuzione di musica lirico-sinfonica nelle piazze, all’aperto.

Solitamente è sormontata da una cupola, anch’essa di legno sorretta da colonnine e arricchita da numerosissime lampadine. Ha la stessa funzione della cassa armonica degli strumenti a corda, ossia di amalgamare e intensificare i suoni sfruttando il fenomeno fisico della risonanza.

D’altra parte in italiano quella parte della platea antistante il palcoscenico riservata ai musicisti che partecipano all’esecuzione della sezione musicale di uno spettacolo teatrale si chiama ugualmente orchestra (anche buca dell’orchestra, o golfo mistico).

Ce vöte ca momò vöne ‘a Fèste, già jì arrevéte l’orchèstre = Si vede che fra poco si avvicina la Festa patronale, è già montata la cassa armonica.

Filed under: OTagged with: