Tag: sostantivo femminile

Mennózze

Mennózze s.f. = mammella

Organo ghiandolare proprio dei mammiferi, molto sviluppato nelle femmine; dopo il parto secerne il latte necessario al nutrimento della prole nei primi mesi di vita.

Ovviamente citato al plurale: ‘i mennózze

Inoltre questo termine anatomico indica anche le ovaie delle seppie, usate nel ripieno quando si cucinano con il sugo, fritte o a rijanéte (i sicce chjiöne = le seppie ripiene).

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Mènele-atterréte

Mènele-atterréte s.f. = Croccantini di mandorle.

Sono dei dolcetti che si preparano in casa, difficilmente verranno prodotti industrialmente.

Praticamente le mandorle sgusciate e tostate vanno passate nello zuchero caramellato, divise a mucchietti e lasciati raffreddare.

Per poterli gustare occorre avere denti robusti e colesterolo basso.

Atterrati, perché? Non perché sono “aeroplani” che atterrano!!

Presumo che l’aggettivo atterréte sia stato coniato per l’aspetto assunto dai semi di mandorla nello zucchero rappreso, bruno e talvolta opaco, come il terreno agricolo. Quindi mandorle interrate.

Attendo da voi una versione più plausibile della mia, se la conoscete, così la inserisco in questa pagina.

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Mènele 

Mènele s.f. = Mandorla

Il mandorlo (Amygdalus communis) è una pianta originaria della Grecia, introdotta dai Fenici in Sicilia, si è diffusa in tutti i Paesi del Mediterraneo.

Si suddivide in tre sottospecie di interesse frutticolo:

Amygdalus communis sativa, con seme dolce ed endocarpo duro = mènele tòste, usate in pasticceria e nell’industria dolciaria;
Amygdalus communis amara, con seme amaro per la presenza di amigdalina = mènele jamére, velenose, usate prevalentemente per estrarne l’olio usato in cosmesi;
Amygdalus communis fragilis, con seme dolce ed endocarpo fragile, usate abbrustolite come frutta secca da tavola = mènele muddèsche.

Basta, se no mi cresce il livello di colesterolo nel sangue.

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Mènde-‘i-ciamaruchèlle

Mènde-‘i-ciamaruchèlle s.f. = Nepitella,  Mentuccia, Mentastro verde

Pianta erbacea aromatica perenne della famiglia delle Labiateae (Calamintha nepeta detta anche Mentha viridis) , con fiori a spiga bianchi o rossi e foglie ovali seghettate.

Per il suo sapore molto intenso, è usata dalle industrie dolciarie nella preparazione di caramelle, sciroppi e molti liquori.

Proprietà terapeutiche: digestive, stimolanti, espettoranti, antispasmodiche.  Per uso esterno, come deodorante e antisettico del cavo orale.

A Manfredonia trova  impiego in gastronomia: è usata quasi unicamente per aromatizzare le chioccioline lessate in acqua e aceto e condite, in una sorta di insalata, con olio e mentuccia.

Perciò il suo nome, che alla lettera significa “menta delle lumachette”, è strettamente legato a ciamaruchèlle = lumachine, giovani chiocciole.
In tempi più recenti si è allargato il ventaglio degli impieghi (con zucchine, o con ortaggi vari).

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Melòcche

Melòcche s.f. = Pastone, alimento stracotto, colloso

Si tratta specificamente di riso o di pasta alimentare passati di cottura, o per distrazione, o per imperizia, o per cattiva qualità dell’alimento.

Quando il “primo” viene posto nel piatto sembra un ammasso molle, colloso, appiccicoso, attaccaticcio. Insomma ‘na melòcche!

Mangiatìlle mò, se no addevènde a melòcche = Mangiatela ora, altrimenti diventa (come) un pastone

Rosè,  questa paste assemègghje a ‘na melòcche (oppure jì ‘na melòcche) = Rosella, questa pasta sembra (oppure è) un impiastro colloso,

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Melìzzje

Melìzzje s.f. = Polizia stradale

Il nome mi è rimasto nelle orecchie fino agli anni ’60. Deriva dalla denominazione fascista di “Milizia stradale” (Milizia, da Militi: addetti al controllo del traffico lungo le strade statali).

Temutissima per l’intransigenza dimostrata dagli Agenti nell’applicare meticolosamente il Codice stradale. Se qlcu non osservava le norme di circolazione faceva i conti con questi incorruttibili e solerti funzionari, pronti a fare la contravenzjöne = la multa o ‘u verbéle = il verbale di conciliazione.

Non avevo la patente a quell’epoca, non dovevo temere nulla: eppure la pattuglia mi impressionava ugualmente, con la coppia delle rombanti motociclette Gilera 500.

Sté ‘a melìzzje! = C’è la polizia stradale (di pattuglia)!

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Méleppègge

Méleppègge s.m. = Mannaia

martelli.È ammessa anche la dizione male-e-ppègge o anche, tutta insieme malèppègge.

È un arnese del muratore, una specie di ascia bipenne snella e con i due tagli. Uno dei tagli è parallelo alla direzione del manico, come quello dell’accetta, e l’altro di traverso, come quello della zappa.

Utilissimo nel modellare i conci di tufo e adattarli all’uso. Ruotandolo di 180° si dispone immediatamente di un taglio dritto o traverso.

Ho chiesto a un Mastro muratore perché questa piccozza è chiamata così. La risposta è stata divertente: siccome l’arnese è tagliente, se non si sta attenti a maneggiarlo,  una marra può far male, e dall’altra…può far di peggio!

Infatti l’oggetto è taglientissimo e la traduzione letterale è “male-e-peggio”.

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Mèdeche

Mèdeche o Magnètte o Sanguètte s.f. = Sanguisuga, mignatta.

Con il termine sanguisuga (Hiruda Medicinalis) vengono comunemente chiamate le specie di Anellidi appartenenti alla sottoclasse Hirudinea. Esse vivono generalmente nelle paludi.

La bocca è circolare e provvista di dentelli calcarei. Produce un potente anticoagulante per meglio succhiare il sangue e un anestetico per impedire alla vittima di provare dolore, permettendole così di nutrirsi indisturbata.

Una volta nutrite, le sanguisughe possono rimanere per mesi senza prendere cibo.

Erano usate fino agli anni ’50 per provocare salassi allo scopo di abbassare la pressione sanguigna. Si vendevano in farmacia dietro prescrizione medica.

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