Tag: sostantivo femminile

Meddüche

Meddüche s.f. = Mollica

È la parte interna morbida e soffice del pane.

Il termine, come tutti quelli che contengono la doppia ‘d’ è cosiderato desueto, antico e rozzo. Ora si dice, credendo di ingentilire l’idioma, mullüche.

Al plurale ‘i mullüche indica genericamente le briciole del pane cadute sulla tovaglia anche se contengono frammenti piccoli di crosta.

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Mbulenatüre

Mbulenatüre s.m.. s-f- = Infarinatore, impanatore; infarinatura.

1) ‘u mbulenatüre (al maschile). = infarinatoio.

È un arnese usato dalla brave massaie per infarinare gli alimenti prima della friggitura.

Generalmente di alluminio o di acciaio inox, è composto da due pezzi sovrapposti: quello inferiore è il contenitore della farina (o anche del pane grattugiato) in cui si pongono i cibi crudi e si rivoltano in essa per farla aderire; quello superiore, bucherellato, consente all’impanatura o all’infarinatura in eccesso di cadere nel contenitore inferiore mediante scuotimento, una volta che vi sono stati trasferiti gli alimenti.

Questo sostantivo deriva dl verbo mbulené = infarinare.

2) ‘a mbulenatüre (al femminile) = infarinatura.

L’operazione di infarinare e togliere l’eccesso di farina chiamasi, ma al femminile, ‘a mbulenature= l’infarinatura.

Io ricordo che mia madre usava una specie di canestro rotondo fatto di giunchi intrecciati a maglia larga, con i bordi bassi, che svolgeva egregiamente il suo ruolo di mbulenatüre.

Linguisticamnte sarebbe un bisticcio: Ce völe ‘u mbulenatüre per fé ‘a mbulenatüre = Ci vuole l’infarinatore per fare l’infarinatura.

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Mbriachèlle

Mbriachèlle s.f. = Corbezzolo.

Frutto molto dolce del corbezzolo (Arbutus unedo), con polpa gialla e corteccia granulosa di color rosso vivo.

Nasce spontaneo nei boschi, ed era venduto in autunno nei coni di carta da quelli che portavano in paese anche le castagne o i capperi..

Il frutto, dalle dimensioni max di una castagna, contiene un alcaloide che può causare inconvenienti, di solito non gravi, in persone particolarmente sensibili a esso.

Il nome latino unedo consiglia un uso moderato del consumo (unum edo = ne mangio uno solo). Forse il nostrano ‘mbriachèlle si riferisce all’effetto ubriacante di questo alcaloide.

In Sicilia è chiamato mbriacùli e in Calabria mbriachedda.

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Mbelicciatüre

Mbelicciatüre s.f. = Impiallacciatura

Tecnica usata in ebanisteria e in falegnameria con cui un legno di scarso pregio viene rivestito con sottili fogli di legno pregiato. L’incollaggio avveniva usando colla di pesce sciolta a bagno maria. I fogli pressati e fatti sciugare. Successivamente venivano lucidati a mano mediante stracci olio, alcol metilico e…forza di gomito.

I legni di laminato plastico incollati con il bostik sono arrivati negli anni ’60, ma non hanno nulla a che vedere con una bella mbelecciatüre di legno di noce, che regge ancora dopo 50 anni.

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Mbassande

Mbassande s.f. = Tutte le fasce.

Il termine collettivo indica l’insieme di tutto l’occorrente per fasciare il neonato:
Fassatüre, culöre, fasse, pungèlle e cacciamanjille.

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Mazze

Mazze sf e sm = mazza, verga, fortuna

1) ‘a mazze = mazza. Grosso bastone, randello: l’hanne pegghjéte a botte de mazze = Lo hanno colpito a colpi di mazza.

2) ‘a mazze = maglio. Specie di martello molto grosso, dal manico lungo, che si impugna a due mani per battere il ferro o altro;

3) ‘a mazze = manico (di scopa, di zappa, di piccone ecc.)

4) ‘u mazze al maschile = mazzo (di fiori, di carte)

5) ‘u mazze al maschile = sin. di culo nel senso di fortuna sfacciata al gioco.

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Màule 

Màule s.f. = Malva


La Malva (Malva sylvestris) è una pianta erbacea annua del genere Malva, spontanea nei Paesi Mediterranei.

Ho sentito pronunciare anche MàleveMàlve. Di solito si usa dire ‘i fjüre di Màule = I fiori di Malva.

Il nome Malva deriva dal latino malva ed ha il significato di molle, cioè capace di ammorbidire. Esso è utilizzato come emolliente, grazie alle mucillagini presenti nelle foglie, in grado di assorbire molecole di acqua. La malva può essere assunta sotto forma di tisana per idratare e ammorbidire l’intestino.

Assieme ai fiori di camomilla è usato nei casi di costipazione, perché agisce come un forte fluidificante per le vie respiratorie, come il Fluimucil.

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Matröje

Matröje s.f. = Matrigna

La nuova moglie di un uomo rispetto ai figli da lui avuti in un precedente matrimonio. Per estens., madre poco amorevole.

Generalmente, rivolgendosi al figliastro, parlando della matrigna, per delicatezza la si definiva la zia.

Meh, accume stéje pàtete? E zjànete? = Beh, come sta tuo padre? E la tua matrigna?

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Matìzze

Matìzze s.f. = Acquazzone

Pioggia abbondante e inattesa. Come durante i temporali estivi: arriva la pioggia improvvisa, abbondante ma ha breve durata.

Accr. matezzöne o con il pleonastico matezzöne d’acque = grosso acquazzone

Presumibilmente deriva dalla lingua spagnola: matiz significa colore, gradazione, sfumatura, tonalità, varietà. Matizar significa colorare.

Beh il temporale, l’acquazzone, porta nel cielo un rapido mutamento nella colorazione delle nubi, che passano dal grigio quasi nero, al grigio plumbeo, al grigio bianco cinerino, fintantoché compare un “buco” di cielo azzurro.

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Matèrje

Matèrje s.f. = Pus

Credo che sia una contrazione di “materia purulenta”. La capacità di sintesi del nostro dialetto è proverbiale.

Mìtte ‘u spìrete ca se no ce fé ‘a matèrje = Disinfetta con alcool, altrimenti si forma il pus nella ferita.

Quanne ‘u carevógne jì matüre, vol’èsse spungechéte pe fé assì ‘a matèrje = Quando la pustola sarà “matura” dev’essere incisa per far fuoruscire il pus in essa contenuto.

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