Tag: sostantivo femminile

Fruškelecchje

Fruškelecchje s.f. = Cucciolo di bestia

Specialmente riferito a vitellino, o asinello, o puledrino.

La leggerezza del termine dovrebbe escludere altri significati. Invece sono stati capaci di associare il sostantivo fruškelecchje a una giovine prostituta.

Filed under: FTagged with:

Fröve

Fröve s.f. = Febbre

Rialzo della temperatura corporea oltre la norma, scaturita da una reazione di difesa dell’organismo a malattie, stress o altri traumi, con conseguente aumento della frequenza respiratoria e cardiaca.

Nella interpretazione popolare, sono denominate ‘i frove quelle infiammazioni che compaiono sulle labbra a seguito di malattia debilitanti. Correttamente l’affezione si chiama herpes simplex labialis .

In napoletano similmente si dice frève, dal francese fièvre.

Le nostre nonne nominando la fröva malìgne = febbre maligna, intendevano riferirsi alla broncopolmonite,  che era accompagnata da forti febbri, ribelli alle pezzuole bagnate, che si rivelava spesso letale a quei tempi, in cui non esistevano ancora i farmaci antibiotici.

Filed under: FTagged with:

Fröse 

Fröse s.f. = Filo per reti da pesca, fresa

1) Fröse (mar.) = Filo di cotone ritorto usato per rammendare le reti da pesca. Se ritorto ulteriormente, in modo da dargli lo spessore di uno spago, viene usato per legare assieme due cime (i marinai non usano mai la parola ‘corda’). Il nome fröse non cambia.
Diventa sagulüne (sagolina) se il filo s’inspessisce ulteriormente.

Ringrazio il Prof. Matteo Castriotta per il suggerimento.

2) Fröse (tecn.) = Fresa. Utensile per la lavorazione di metalli, legnami, ecc., provvisto di due o più taglienti, che, applicato a un trapano, a un tornio o a una fresatrice, allarga fori, produce profili sagomati, scanalature, ecc.

Filed under: FTagged with:

Frònne

Frònne s.f. = Foglia

La foglia è ciascuno degli organi, con superficie gener. appiattita e sottile di colore verde, uniti da un picciolo al fusto o ai rami di una pianta.

Mariè, dàmme ‘na fronne de petrusüne ca jà fé ‘u mbianghe = Marietta, dammi una foglia di prezzemolo ché devo preparare il bollito di pesce.

Nen me tröve manghe ‘na frònne d’accetjille = Non mi trovo nemmeno una foglia di sedano.

Accàtte ‘nu mazzetjille de frònne de laure = Compri un mazzetto di foglie di alloro.

Queste e altre piante aromatiche sono frònne o frunnecèlle = foglioline

Nota bene: il termine fògghje, che significa ugualmente foglia, si riferisce specificamente alle erbe commestibili spontanee (‘a rüche, ‘i jöte, ‘i cecòrje cambagne, ‘u fenucchjille, ‘i ciümamarèlle = rucola, bietoline, cicorielle, finocchiello, cime amarognole, ecc.).

Jògge mètte a fé döje fogghje meškéte = Oggi metto a cuocere delle verdurine campestri.

Filed under: FTagged with:

Fröce 

Fröce s.f. = Narice, frogia

Orificio nasale, apertura nasale.

Usato generalmente al plurale.

Tenöve ‘i fröce chjöne de sànghe per ‘nu škàfföne ca l’avöve menéte ‘u pétre = Aveva le narici insanguinate per uno schiaffone che gli aveva mollato suo padre (non chiamate il ‘Telefono azzurro’ perché si tratta solo di un esempio sull’uso di fröce…).

M’anne attappéte ‘na fröce perché assöve ‘u sànghe = Mi hanno tamponato una narice perché avevo avuto un’epistassi.

Filed under: FTagged with:

Frèvele

Frèvele s.f. = Fèrula, finocchiaccio selvatico

La frèvele  (Ferula communis Ferula brevifolia) in dialetto era chiamata anche crošche, con termine più antico. 
È una pianta annuale delle ombrellifere, il cui fusto, essiccato e leggero, era usato un tempo dagli insegnanti come bacchetta per punire gli scolari vivaci o disattenti.
In verità una bacchettata con questa frèvele non faceva molto male, perché era leggera e anche perché veniva calata,  dal maestro spazientito sulla testa dell’allievo discolo, senza troppa forza.

Fino a metà del secolo scorso era usata anche per costruire degli sgabelli rustici chiamati ferrìzze (←clicca)


(foto courtesy di Antonio Angelillis)

Nomi regionali [da Wikipedia]
Calabria Fiàddrura
Sicilia Ferla
Puglia Coskja, frevola, ferv
Sardegna Ferrulu, Ferula cabaddina, Feurra, Faurra, Cagna fenu, Erula, Feurredda

Filed under: FTagged with:

Frevegghjàzze

Frevegghjàzze s.f. = Febbricola

È un sinonimo di rezzecatöre = brivido, sintomo di febbre incipiente.

L’etimo è sicuramente fröve = febbre.

Ringrazio il lettore Amilcare Renato per il suo suggerimento.

Filed under: FTagged with:

Fresöle

Fresöle sf = Padella

Padella di ferro (o di alluminio) usata in genere per friggere, specialmente pesci. Ma anche uova, pettole, frittate, verdure, ecc.

Esistono di vari diametri, conformi alla quantità di cibo da friggere.

In italiano si è usato fino all’800 il sostantivo «frissora», poi caduto in disuso.  Invece tuttora è vivo in altre Regioni usano un termine simile al nostro.
Abruzzo – frissora
Calabria – frissura
Friuli-Venezia Giulia – farsora
Lazio – fressora
Veneto – frisora

Nella bassa Puglia e in altre Regioni è diffuso il nome sartàscene  che deriva dal latino sartaginem.

Vorrei azzardare anche una derivazione dal francese friteuse = padella, friggitrice. Ma credo sia più attendibile l’etimo che ci viene dal latino  frixoriam.

Filed under: FTagged with:

Frègne

Frègne s.f. = Vulva

Insieme degli organi esterni dell’apparato genitale femminile.

Il termine è piuttosto rozzo e di estrazione contadina.

Usato spregiativamente per apostrofare un fessacchioto: ‘stu frègne! = questo sciocco. A Roma usano  fregnone.

Credo che sia usato solo dagli over 70.

Il termine è di origine abruzzese. È passato alla parlata locale a causa dei contatti con i pastori d’Abruzzo che menavano le loro pecore al Tavoliere per l’inverno, durante la secolare transumaza.

Filed under: FTagged with:

Frasciüne

Frasciüne s.f. = Tufina

La frasciüne (ho sentito anche frasciüme), ossia la polvere del tufo, è un calcare microcristallino proveniente dalla frantumazione delle rocce sedimentarie, il tufo per l’appunto.

Viene acquistata a volume, ed è utilizzata per la realizzazione degli intonaci e malte. Particolarmente indicata per il restauro di facciate di edifici di antica costruzione. Quelli moderni usano le malte pronte.

La malta cosidetta “bastarda” per l’intonaco prevede tufina, calce idrata, cemento e acqua.

La tufina era usata anche per rendere più uniforme il terreno su una piazzetta. Da essa prendemmo spunto per battezzare “la terra gialla” quella piazzetta usata per giocare a palla sotto il castello, Rinominata in epoca recente come Piazzale Ferri, lastricata ospita il monumento a Re Manfredi.

Filed under: FTagged with: