Tag: sostantivo femminile

Zanghètte

Zanghètte s.f. = Cianchetta, zanchetta, suacia

La cianchetta (Arnoglossus laterna) è un pesce comune nel Mediterraneo. Vive su fondali sabbiosi o melmosi.

Ha il corpo piatto,simile alle sogliole, di forma ellittica ricoperto di squame, e gli occhi piccoli molto vicini tra loro posti entrambi sul lato sinistro.

Colorazione grigio-biancastro dal lato cieco, grigio-giallastro con punteggiatura scura dal lato oculare.

Lunghezza max. circa 20 cm.

Ritenuto di scarso pregio. Per friggere le zanghètte le nostre brave massaie le infarinano e le pongono nella padella unendole due a due per evitare che – dato il loro scarso spessore –  si possano bruciare cuocendo nell’olio bollente.

Figuratamente viene paragonata a una zanghètte una ragazza molto magra.

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Zajàgghje

Zajàgghje s.f. = Funicella, sagola

Grosso spago usato specificamente per far ruotare le trottole di legno. Abbinamento inscindibile: córle e zajàgghje = trottola e spago.

Usato per designare una cordicella non troppo lunga di cui si ha necessità: Dàteme ‘na zajàgghje! = Datemi una funicella

Il Prof. Michele Ciliberti (che ringrazio per l’imbeccata) asserisce che zajagghje deriva dal berbero “zagaja” che significa “fettuccia”, “cordicella”.

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Vuzzarèlle

Vuzzarèlle s.f. = Cetriolo carosello, Barattiere

È una variante del cetriolo, grande quanto una mano, di colore verde chiaro.

Questi strani ortaggi sono tipici della Puglia, ibridi spontanei tra melone e cetriolo, vengono anche chiamati cetriolo-melone.
Le varietà differiscono per forma del frutto, colore e sapore, le piante hanno la vegetazione del melone e si coltivano allo stesso modo, non vanno cimate poiché i frutti si raccolgono scalarmente.

I caroselli si mangiano crudi, in gradevoli insalate, il “Mezzolungo di Polignano” ed il “Mezzolungo barese” si mangiano senza sbucciarli, basta strofinarli tra le dita per eliminare la tipica peluria.

Con lo stesso nome si designano anche certi meloncini di pane non ancora maturi, quasi senza sapore, usati anch’essi come insalata con sale e aceto.

Al plurale “‘i vuzzarèlle” alludono al seno che inizia a fiorire alle adolescenti, soavi pulzelle lanciate verso un radioso futuro.
Ho scoperto casualmente le varie denominazioni di questo ortaggioin Terra di Bari e nel Salento:

  • carusella
  • carusidd
  • casorello
  • cianciuffo
  • citrulu
  • cocomerazzo
  • cocomero
  • cocomero pugliese
  • cucombere
  • cucumbrazzu
  • cucummarazzu
  • cucummerazzu
  • cumbarazzu
  • cummarazzu
  • cucumeddhra
  • manunceddhra
  • meloncella
  • melone insipido
  • melongedda
  • metriolo
  • miloncia
  • minunceddhra
  • mulinazzo
  • paddotta
  • paddotto
  • pagghiotta
  • pagnottella
  • peponcina
  • popone insipido
  • poponessa
  • pulusadda
  • pupuneddhra
  • scattone
  • scupatizzo
  • sopraguardo
  • spuredda
  • spureddhra 
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Vunnèlle

Vunnèlle s.f. = Gonna, gonnella

Abito tipicamente femminile in tessuto di lana o cotone che, scendendo dalla vita, avvolge le gambe delle donzelle fino al ginocchio o anche a metà polpaccio, a seconda delle mode che decretano la dimensione della sua lunghezza.

Francamente a me piacciono le ‘mini’, purché quello che lasciano scoperto sia esteticamente apprezzabile.
I prosciutti esposti preferisco guardarli in salumeria!

Ora si è generalizzato l’uso dei calzoni anche fra le donne, di tutte le età.

Riconosco che i pantaloni sono più pratici da indossare, ma la donna perde parecchia femminilità infilandosi i calzoni. Almeno ai miei occhi!

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Vulüve 

Vulüve s.f. = Oliva

Frutto dell’olivo costituito da una drupa ovale con nocciolo e polpa ricca di olio.

Le olive garganiche sono pregiate perché danno olio dolce e fragrante.

Le olive da tavola nostrane provengono da Cerignola
Qui ci sono aziende specializzate in questo tipo di conservazione in barattolo di olive in salamoia, anche denocciolate e di ortaggi vari.
Ormai è conosciuta in tutta Italia la buonissima “Bella di Cerignola”

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Vüje

Vüje s.f. e pron. = Via, Voi.

1) Vüje s.f. = Via, strada, direzione.

Luàteve da mizze ‘a vüje = Toglietevi dalla strada.

Pe jì’ a Sepònde va’ da quedda vüje = Per andare a Siponto prendi quella direzione.

Tutte a quèdda vüje hamma jì = Tutti in quella direzione siamo diretti (ossia tutti siamo destinati a morire: “quella via” è la strada che porta al cimitero).

2) Vüje pron. = Voi. È usato con riferimento alle persone a cui ci si rivolge.

Grammaticalmente è un pronome personale, m. e f. , 2a pers. plurale

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Vucjille 

Vucjille s.m. = Uccello

Classe di vertebrati costituita da migliaia di specie viventi. Sono animali bipedi, pennuti ed ovipari che si trovano in quasi tutti gli ecosistemi, anche in quello antartico.

Da noi sono chiamati così per lo più i passeracei che vediamo anche in città (ora di meno, per effetto dei pesticidi).

Al femminile (‘a vucjille o anche ‘a cicjille, a imitazione del linguaggio dei piccoli) designa il pistolino dei maschietti fino all’età adoscelenziale (scientificamente detto pene prepuberale).

Dopo, con lo sviluppo del giovinetto causato dalla pubertà, anche il suo pene cresce e prende altri nomi dialettali che non mi pare il caso, per ora, di inserire in questo vocabolario, almeno non alla lettera “V”,

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Vucciarüje

Vucciarüje s.f.= Macelleria, beccheria.

Negozio, bottega o reparto di un mercato o di un supermercato adibito alla vendita di carni macellate.

Viene dal francese boucherie (leggi: buscerì)= Macelleria.

Dentro il negozio opera ovviamente ‘u vuccjire detto anche chjanghjire.

Ribadisco. Non mi piace sentire termini  simil-italiano, come l’orribile macèllèrüje.

Se parliamo italiano va bene, ma noi   “parliamomanfredoniano.it” capisci a me!

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Vrìcce

Vrìcce s.f. = pietrisco, brecciame, ghiaia

Etimo: dal latino imbrex imbricis.
Va bene anche la versione vrìccele.; ho sentito dire anche vreccéme= brecciame. a anche vrecciöle = brecciòla

Generalmente è usato al plurale (‘i vrìcce) per indicare genericamente la roccia ridotta in frantumi.

Il brecciame naturale, la ghiaia, (vedi foto) ha forma arrotondata per l’azione erosiva causata dal secolare movimento dell’acqua dei fiumi o del mare.

Quello artificiale, il cosiddetto pietrisco, è spigoloso, perché si ottiene sbriciolando la roccia con un potente frantoio (‘u frandöje). La roccia frantumata viene passata attraverso  grossi vagli rotanti, e viene separata in diverse pezzature.

Gli ingegneri generalmente usano i termini di “finissimo”, “fino”, “sabbione”, “risotto”, “graniglia”, secondo il diametro del granulato.
Una scientifica “curva granulometrica” o “Curva di Füller” determina la percentuale di ingresso delle varie pezzature di aggregato che debbono entrare nella miscela ideale impastare con  acqua per ottenere un buon calcestruzzo.

Il pietrisco così come esce dal frantoio, è detto tecnicamente tout venant. Esso veniva usato, costipato e rullato, quale pavimentazione stradale detta Macadam, in cui le parti fini della stessa roccia fanno da collante. Per le strade di grande traffico si usa in Macadam bitumato.

Il toponimo locale ‘Urte ‘i vrìcce , tradotto un po’ frettolosamente in “Orto delle brecce”, forse avrebbe reso meglio il significato se fosse stato indicato come “Orto del brecciame”

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Vrejògne

Vrejògne s.f.= Vergogna


Accettabile anche la grafia vrjògne.

Sentimento di colpa o di umiliante mortificazione che si prova per un atto o un comportamento, propri o altrui.

Per usare il verbo vergognarsi si usa la locuzione mettìrece a vrjogne

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