Tag: sostantivo maschile

Petturéle

Petturéle s.m. = Pettorale


Finimento in cuoio posto sotto la pancia degli animali da tiro e attaccato alle tirelle per il traino dei veicoli; negli animali da sella impedisce a quest’ultima di scorrere in avanti e indietro.

Deriva da petto, ovviamente del cavallo o del bue da traino.

Ho inserito questo termine simil-italiano, più per spiegare ai ragazzi di oggi, che raramentop vedono una bestia da tiro, che cosa è il pettorale. Gli anziani lo sanno benissimo!

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Pèttene

Pèttene s.m. = Pettine

È un termine simil-italiano.
Mentre in lingua indica più genericamente qualsiasi oggetto con i denti usato per riordinare i capelli,  in dialetto  ‘u pèttene  designa “il pettine a denti fitti”, usato in tempi passati, quando non esistevano prodotti specifici, per rastrellare uova di parassiti (i lìnnele = lendini) dal cuoio capelluto, comparse a causa della scarsa igiene personale.

Era elegantemente chiamato così anche il pettine lungo a denti corti usato dai barbieri abili nel loro lavoro di taglio dei capelli a sfumatura bassa eseguito in punta di forbici.

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Petrusüne

Petrusüne s.m. = Prezzemolo

Pianta erbacea (Petroselinum sativum) della fam delle Ombrelliferae, con foglioline frastagliate di colore verde intenso.

Il nome dialettale petrusüne   deriva direttamente  dal latino petrosèlinum, dal greco petrosèlinon che letteralmente significa sèlino (sedano) delle rocce.

In erboristeria sono usate le radici per le loro proprietà terapeutiche depurative e diuretiche.

In cucina le foglie sono ampiamente usate  per dare sapore a ministre, pesce, verdure, formaggi; vanno aggiunte all’ultimo momento perché con la cottura si perde gran parte dell’aroma.

Se nen mìtte ‘u petrusüne, a menèstre nen sépe de njinte  = Se non metti il prezzemolo, la minestra non sa di nulla

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Peškìgne

Peškìgne s.m. = Usta

È l’odore lasciato sul terreno dagli animali selvatici. Un’ottima tracia per i cani da caccia per stanare la selvaggina (volpi, lepri, e cc.). In genere un cattivo odore.

Per affinità viene usato il medesimo termine peškìgne per indicare quell’insieme di alghe, piume di gabbiano, sugheri, ecc. che le onde spingono verso riva e che vanno facilmente vanno in putrefazione liberando un cattivo odore.

Figuratamente si applica a persona di nessun valore,  inaffidabile.

Öme de peškigne = Uomo di poco conto.

Sinonimo fetènde = puzzolente in senso morale, magari è ben profumato, ma “puzza” di malvagità

Ringrazio il lettore Francesco D’Oria per il suggerimento.

Ritengo corretta anche la grafia pešchìgne che produce lo stesso suono.

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Pesìlle

Pesìlle (o Pesìdde) s.m. = Pisello

E’ una pianta della fam. delle Fabaceae (Pisum sativum) il cui semi, sferici e verdi, sono commestibili e piuttosto dolci.

Una volta si conservavano secchi o in scatola: Orasono diffusissimi quelli surgelati.

Da noi si preparano con la pasta e con la seppia.

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Pesatüre

Pesatüre s.m. = Pestello

Utensile di metallo o di legno usato per pestare nel mortaio materiali di varia natura.

Per sinèddoche si intende anche (clicca→)‘u murtéle =  il mortaio.

Cuncè, ‘mbrjisteme ‘nu pöche ‘u pesatüre = Concetta, prestami un po’ il mortaio.

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Perrùzze

Perrùzze s.m. = Panino, pagnottina

Era una sorta di panino a sfilatino appuntito alle due estremità dal peso di circa 250 grammi.

In Abruzzo esiste il “Parrozzo” ma è un dolcetto celebrato anche da Grabriele D’Annunzio.

Perrùzze viene usato anche per indicare persone grasse e di bassa statura (vedi ranavùzze)

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Peröne

Peröne s.m. = Prugna susina

Al plurale fa Perüne

Il pruno (Prunus domestica) è una pianta della famiglia delle Rosaceae che produce i frutti noti col nome di susina o prugna.

Il frutto contiene le vitamine A-B1-B2 e C e alcuni sali minerali: il potassio, il fosforo, il calcio e il magnesio. La polpa della susina è utile al fegato per compiere il processo della secrezione biliare.

Perüne a puppacüle ( o appuppacüle) = Sorta di susine gialle dolcissime, di forma ovale, maturano ad agosto. Conosciute altrove come Prugne Napoletane o Prugne Pappagone

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Pepedìnje

Pepedìnje o Pepedìgne s.m. = Peperone (Capsicum annum) 

Pianta erbacea originaria dell’America tropicale, che produce bacche di colore verde, giallo o rosso, dal sapore intenso e spesso piccante.

Significato letterale: Pepe d’India (delle “Indie Occidentali” come era chiamata l’America ai tempi di Colombo).

Gustosissimi quelli quadrati e carnosi, (dagli esperti conosciunti con il nome di “Nocera”) rossi, gialli e verdi, se arrostiti, spellati e conditi con sale, abbondante olio garganico e aglio.

Noti anche quelli ripieni di riso, o fritti, o in agrodolce, ecc.

Al singolare si pronuncia pepedègne. Ho sentito da ragazzino i venditori ambulanti che li chiamavano peparùle

Tra le numerose varietà, da noi sono apprezzati:

pepedìnje de l’ùrte = peperoni dell’orto, ossia i friggitelli (Capsicum annum acuminatum);

sciabbelòtte= “sciabolette” verdi, di forma allungata; (Capsicum annum longum)

paperacchjèlle, o papaccèlle tondeggianti, verdi o rossi, per sottaceti,

diavelìcchje lunghe,a cerasèlle, a curnecjille).

 

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Pènze

Pènze s.m. = Tuta

Indumento da lavoro o da tempo libero, costituito da casacca e pantaloni (o anche da un pezzo unico).

Confezionato con tessuto resistente. è adatto a lasciare grande libertà di movimento.

Pratico, lavabile, usato da meccanici, gommisti, operai in genere.

Quandi non esistevano le lavatrici e i detersivi moderni per lavare una tuta da lavoro di un motorista o di un fabbro c’era da lavorare sodo col sapone marsiglia e l’asse di legno (struculatüre).

La tuta da ginnastica, essendo un indumento “moderno”, è chiamata con un termine simil-italiano ‘a tüte da gennàsteche, sf.
I capi più pregiati sono in cotone, ma esistono anche quelli in fibra acrilica, perché sono più economici e più facili da lavare.

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