Tag: sostantivo maschile

Mazze

Mazze sf e sm = mazza, verga, fortuna

1) ‘a mazze = mazza. Grosso bastone, randello: l’hanne pegghjéte a botte de mazze = Lo hanno colpito a colpi di mazza.

2) ‘a mazze = maglio. Specie di martello molto grosso, dal manico lungo, che si impugna a due mani per battere il ferro o altro;

3) ‘a mazze = manico (di scopa, di zappa, di piccone ecc.)

4) ‘u mazze al maschile = mazzo (di fiori, di carte)

5) ‘u mazze al maschile = sin. di culo nel senso di fortuna sfacciata al gioco.

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Mazzangànne

Mazzanganne agg. e sost.m. = scansafatiche

In italiano esistono molti sinonimi: fannullone, pigro, pigrone, poltrone, sfaticato, svogliato, sfaccendato, scioperato, perdigiorno, ozioso, indolente, bighellone, vagabondo, infingardo, buono a nulla (basta!).
Per il contrario esiste solo “lavoratore”.

Il dialetto come al solito è sintetico, stringato, essenziale.Il termine deriva da mazza = bastone e ‘nganne = al collo.Si tramandano differenti versioni sull’origine del vocabolo:A) – Era un’abitudine dei pastori quella di fissare al collare di alcuni ovini in sospetta malattia, una verga di traverso, per impedirne l’ingresso nella stalla, e per tenerli separati dalle altre pecore. Una specie di quarantena, di cordone sanitario per scongiurare il contagio.
Quindi “mazzanganne” designa un soggetto anomalo, malato, indesiderato, fuori dal numero dei virtuosi. Per estensione è passato dalle pecore agli umani.

B) – Il lettore Giuseppe dice che la mazza, intesa come bastoncello, veniva legata di traverso al collare dei cani golosi per impedire il loro ingresso nei pollai a far razzia di uova. L’amico Matteo Borgia è più specifico: «Si dice così perché al cane da guardia che non voleva lavorare si legava una mazza alla gola per impedirgli di tornare nella cuccia.»

C) – Recentemente ho captato un’altra versione di mazzanganne.
Ossia il soggetto pelandrone non si può chinare a zappare o a svolgere qualsiasi altro lavoro manuale, perché si comporta come se avesse una stecca di lungo nel collo, una “mazza in canna” (nella trachea o nell’esofago) quindi che lo tiene rigido e gli impedisce di curvare la schiena.

D)  L’amico dott. Enzo Renato vede un’altra immagine, ossia un operaio che, cito testualmente, «…si attempa tenendo l’asta in mano dritta appoggiando l’attrezzo in terra. Il manico punta proprio il collo, ove si suole addirittura appoggiare il vertice della “mazza”. E così passa il tempo….svogliato; fino a quando non ti esorta l’altrui rimprovero.

avore della ipotesi B si è espresso il dott. Matteo Rinaldi, studioso del dialetto e co-autore (assieme a Pasquale Caratù) del già citato pregevole Vocabolario manfredoniano.
Lino Brunetti, a conferma della versione C), dice testualmente: «Io vado per quest’ultima spiegazione, anche perché ho sentito in un dialetto lombardo dire qualcosa su qualcuno che aveva la mazza di scopa al posto della colonna vertebrale, e non si piega a zappare».
Per par condicio si deve considerare anche l’ipotesi D).
Ad ogni buon conto nessuna versione depone a favore del soggetto definito mazzanganne!
Esiste la locuzione vulìrle’nganne per additaere il soggetto scansafatiche.
La völe proprje ‘nganne = Non ha proprio voglia di lavorare, di darsi da fare.
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Mataràzze

Mataràzze s.m. = Materasso

Involucro di tela rettangolare uniformemente imbottito con lana o altro materiale soffice, che steso sul piano del letto agevola il sonno e il riposo.

Le nostre nonne a contatto delle assi rigide del letto avevano un pagliericcio detto saccöne, di solito riempito di foglie di mais, a sostegno del materasso vero e proprio, riempito di fieno essiccato o di lana.

L’imbottitura di lana poteva essere costituita da fiocchi, oppure, in quelli più pregiati , addirittura dal vello (‘a mande) intero di pecora tosato tutt’un pezzo dagli abilissimi pastori pugliesi.

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Massére

Massére s.m. = Massaio, fattore

Conduttore di un’azienda agricola ; curatore di un allevamento di bestiame.

Con questo termine si indica anche colui che lavora il late per ricavarne ricotta, mozzarelle e latticini vari.

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Masciódde

Masciódde s.m. = Moscardino, o polpo piccolo, molto giovane

MascioddeÈ un termine marinaresco  per indicare il moscardino  (Eledone moschata).

Mollusco commestibile simile a un piccolo polpo. Caratteristica principale è la presenza di un’unica fila di ventose su ognuno degli otto tentacoli che lo distingue dal polpo (con otto tentacoli e due file di ventose).

I moscardini più piccoli sono detti mascjuddìcchje

I pescatori manfredoniani in passato usavano il termine figuratamente per comunicare l’arrivo di un altro figlio nella famiglia: Mò tènghe ‘n’atu masciuddìcchje = Adesso ho un altro marmocchio.

Credo che la loro cattura sia proibita per non spopolare il mare. Una volta si trovavano anche nella sciabica.

Ringrazio il lettore Michele Pastore per il sugerimento e il prof. Matteo Castriotta per la descrizione.

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Mariùle

Mariùle s.m. = Ladro

Veramente in italiano il termine simile “mariolo” ha un significato più esteso, ossia identifica una persona disonesta, furfante, imbrogliona, canaglia.

Attribuendo a mariùle il solo significato di ladro ritengo che questa volta il dialetto sia stato limitativo per l’estro…del mancato galantuomo.

Al plurale è invariabile: ‘u/’i mariùle= il ladro, i ladri.

Al femminile, singolare e plurale, è ‘a/’i mariöle = la ladra, le ladre.

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Marasciùle

Marasciùle s.m. = Rucola selvatica.

Pianta annuale (Diplotaxis erucoides) simile alla notissima ruchetta, ma da sapore un po’ meno accentuato. Cresce nei vigneti e lungo il ciglio delle stradi campestri.

Questa ha foglie più larghe e fiori bianchi, la ruchetta ha foglie strette e fiori gialli.

Fa parte anche questa della minestra rustica delle erbe miste (i fògghje meškéte).

Grazie a Enzo Renato per i suggerimenti sulle erbe campestri.

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Marambrùgghje

Marambrùgghje s.m. = Caos

Caos, massima confusione, complicazioni, gran casino.

Per estensione significa anche pettegolezzo:

Quedda zìnghere sté facènne ‘nu sorte de marambrùgghje!” = Quella pettegola sta combinando un grande imbroglio.

Deriva forse da malo-imbroglio

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Maragghjöne

Maragghjöne s.m. = Mareggiata, cavallone

Burrasca marina che si verifica lungo le coste, caratterizzata da violente raffiche di vento tali da creare ondate altissime e rovinose.

Alto maroso: onda alta e violenta, tipica del mare in burrasca.

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Mappélöne

Mappélone s.m.= Manrovescio

Ceffone inferto con il dorso della mano, al contrario di recchjéle che si dà con il palmo della mano.

In un modo o nell’altro..è meglio evitarli!!!

Se la sberla non è troppo forte, può chiamarsi: ‘u mappéle.

Da non confondere con ‘a màppele: cambia il genere, l’accento tonico e pure il significato

Se nen te sté ferme, mo’ te mènghe ‘nu mappelöne = Se non stai fermo, ora ti assesto uno schiaffone.

Da non confondere con il termine italiano mappale, ad uso dei geometri e degli agrimensori, relativamente alle mappe catastali.

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