Tag: sostantivo maschile

Mànde

Mànde s.m. = Vello, mantello

1) ‘U mande = Il vello degli ovini tosato intero, ultilizzato per imbottire i materassi si una volta. Se la lana era a tosata a bioccoli aveva un valore decisamente inferiore di quella tosata “a mande

2) ‘U mande = Il mantello, specialmente usato nella locuzione sté ‘nu mande de sedöre, o ‘nu mande d’acque.. Madido di sudore, coperto di sudore, inzuppato di acqua per l’abbondante traspirazione, come un manto, per tutto il corpo.

Stéje ‘nu mande de sedöre! Fàtte ‘na refreşkéte! = Sei madido di sudore, datti una rinfrescata!

Mettume tutte cöse sòtte ‘u mande ‘a meserecòrdje = Mettiamo ogni cosa sotto il manto della misericordia divina (ossia, mettiamoci una pietra sopra e non ne parliamo più). Per dimenticare un’offesa o un credito inesigibile.

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Mammazze

Mammazze s.m. = Giunco spinoso o Giunco marittimo

È una pianta della fam. delle Juncaceae (Juncus spinosus o Juncus acutus. e Juncus effusus) e cresce a cespugli in zone sabbiose ed umide ed in ambienti salmastri. Il fusto è ramificato e alto fino a trenta cm., rigido, acuto e pungente all’apice.

Il nome deriva dal verbo latino juncus, ossia congiungere, unire, legare, e rispecchia l’uso che si faceva di questa pianta.

Infatti il giunco, prima dell’avvento delle materie sintetiche che ne hanno soppiantato l’utilità, era usato:

-nella pastorizia, per la fabbricazione di fuscelli e canestri atti contenere ricotta e formaggio;
-in marineria, era apprezzato nel confezionamento delle nasse e per la cattura dei favolli;
-in agricoltura, per legare la vite, per costruire crivelli, e tutto quanto c’era da legare nelle attività campestri.

Dopo tutta la pappardella quasi scientifica, mi piace ora ricordare quello che diceva mia madre, quando mi “esortava” a usare il pettine:

Aggióstete quìddi capìlle! Assemègghjene a tanta mammazze! = Pettinati quei capelli (ritti e senza verso)! Sembrano tanti giunchi spinosi!

Nota linguistica:
Mammàzze è detto generalmente al plurale, per indicare il cespuglio ancora sul terreno;
Sciònghe (←clicca), detto spesso plurale sciónghe, con la ó stretta, per indicare gli steli, già tagliati e pronti per la lavorazione.

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Malùcchje

Malùcchje s.m. = Malocchio

Nelle credenze popolari, influsso malefico di cui sono ritenute responsabili certe persone, e contro di esso bisogna munirsi di amuleti e ammennicoli vari.

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Malòmbre

Malòmbre s.m. e s.f. = Seccatore, malvagio, fantasma

1) Malòmbre s.m. Persona petulante, insistente, che usa toni e modi importuni e fastidiosi.

E ‘stu malòmbre sèmbe quà attórne stéje = E questo petulante sempre qua attorno si aggira? Insomma un brutto soggetto che è meglio non incontrare.

Presumo che il termine derivi dallo spagnolo malo = brutto, o cattivo, o malato, e hombre = uomo.

Molti termini spagnuoli sono rimaste nel nostro dialetto dopo secoli di dominazione nel Regno delle due Sicilie.

2) Malombre s.f. = Spettro, fantasma. È detto al femminile: ‘a malòmbre.

Sott’u castjille ce vöte ‘a malòmbre! = Sotto il castello appare il fantasma.

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Mallàrde

Mallarde s.m. = Germano reale

È un volatile (Anas platyrhynchos) della famiglia delle Anatidae con becco largo e piatto e piedi palmati atti al nuoto. Emigra disponendosi in formidabili formazioni a V.

Il Mallarde era una preda molto ambita fra i cacciatori che si appostavano nei terreni umidi e paludosi del Tavoliere per attenderne il passaggio migratorio.

In italiano l’esemplare maschio è chiamato Germano reale, e la femmina Anitra reale: presumo perché è cacciagione pregiata.

Il nome dialettale deriva direttamente dal francese mallard, nei cui territorio è conosciuto come “mâle chez les canards” = maschio presso le anatre, ossia l’esemplare maschio dei canard.
Nella foto di sinistra è ripreso l’esemplare maschio e in quella di destra la femmina, meno appariscente perché, a guardia del nido, mimetizzandosi con l’ambiente, non attira i predatori.
Germano reale

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Malembànde

Malembànde s.m. = Millinfranti, grattoni

Si tratta di una specie di pasta condita fatta in casa, utilizzando semola, uova, pecorino grattugiato e prezzemolo tritato.

Una volta lavorato l’impasto lo si sminuzza, sbriciolandolo manualmente in tanti granellini della grandezza di una lenticchia.

Siccome l’impasto normalmente risulta piuttosto duro di consistenza, si può usare anche un altro metodo per sminuzzarlo.   Infatti mia suocera, che preparava un chilo e mezzo di semola alla volta, usava la grattachése, ‘grattugiava’ grossolanamente l’impasto per ottenere un risultato soddisfacente.

Si possono cuocere in brodo di carne o, nel periodo di Carnevale, o condire con ragù di carne mista.

Ora la Barilla ha posto in commercio i Grattoni e i Grattini. Ma sono solo pasta all’uovo, senza pecorino e senza prezzemolo. Nulla a che vedere, se non nella forma, con i nostri squisiti malembande.

Guardate il link di Rignanese altre foto dei malembande nelle ricette gastronomiche manfredoniane.

Somiglia molto, questo piatto, almeno nella forma all’arabo cous-cous.

Su un testo della cucina pugliese era scritto anche ‘Mille infanti’.

A Bari sono detti triddi o pizzua-pizzua.
A Foggia  sèmele abbattüte.

A Lucera Mambriculi.
A Nardò Millaffanti.
Si possono chiamare in mille modi, ma sono sempre ottimi!

«Cosa c’è in un nome? Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo» [William Shakespeare (1564-1616) – da”Romeo and Juliet”]

(Ringrazio «Stato Quotidiano» per la foto )
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Malazzjunànte

Malazzjunànte s.m. = Malvivente.

Dicesi di giovane che non ha voglia di imparare alcun mestiere, e che si dedica al bigliardo e ad altre oziosità: il suo destino sarà segnato perché per vivere compirà certamente dei reati, delle “male azioni”, da malfattore.

Significato letterale che va compiendo cattive azioni

Sinonimi: Malebuàtte, rebbuscéte, stangachjàzze, mazzangànne

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Malandrino

Malandrüne s.m. = Furfante

Secondo me deriva dal latino malus = cattivo, e dal greco antropos = uomo. Non lo dò per certo, non conoscendo bene le due lingue citate.

Insomma la definizione di malòmmo, come dicono i Napoletani, calza bene.

Persona dedita ad attività criminose, che sa usare le armi, la versione negativa dell’antico cammurrìste.

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Maccatüre

Maccatüre (o muccatüre)  Fazzoletto da naso

Termine che deriva dall’arabo maqdar, ci è pervenuto o attraverso lo spagnolo  mocador – che significa appunto fazzoletto da naso –sostantivo del verbo mocar  (soffiarsi il naso), a sua volta dal latino muccus.

Si tratta specificamente del fazzoletto da naso, per distinguerlo da quello usato per coprire la testa che si chiama propriamente ‘u facciulètte.

Le mamme per far pulire il naso ai loro marmocchi li incitavano: Vüte ca tjine ‘u mócche appüse? Sciósce mamme, sciósce jìnde’u maccatüre! = Vedi che hai il muco che cola, soffia, bello di mamma, soffia dentro il fazzoletto!

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Maccaröne

Maccaröne s.m. Pasta alimentare; Ghiozzo; Sempliciotto.

Generalmente il sostantivo è usato al plurale: ‘i maccarüne.

1) I maccheroni sono un tipo di pasta alimentare ottenuta impastando solo semola di grano duro e acqua.  Conditi in vari modi rappresentano un piatto tipico della cucina italiana.
Noi comunemente intendiamo una varietà  a forma di cannello cavo, piuttosto lungo (gli ziti), o anche fatta in casa usando un ferretto a sezione quadrata (clicca→ Mèzze-fainèlle).
In Abruzzo vengono chiamati Maccheroni alla chitarra certi spaghettoni (a sezione quadrata, somiglianti ai nostri “troccoli”), fatti in casa adoperando un telaio con tanti fili tesi a distanza pre-determinata. L’impasto, passando sopra la “cordiera”, viene tagliato con l’aiuto di un matterello.

Sentite cosa scrive l’Enclopedia Treccani: «forse dal greco μάκαρ (leggi màkar), ossia “beato”, epiteto che si dà ai morti: in origine si sarebbe indicato con questo nome un cibo che si consumava nei banchetti funebri.»
Insomma il nostro a bbun’àneme.

2) Pesce di scoglio dalla pelle scura, piuttosto comune in Adriatico (Ghiozzo niger o Ghiozzo paganellus). Facile da catturare. Una frittura di maccarüne è veramente molto invitante.

Nel Barese lo chiamano Goggione, Gobbione o Babbione, in Romagna Paganello, nel Napoletano Mazzone.
Tutti sinonimi di fessacchiotto.

3) Come aggettivo quindi vale sciocco, credulone, babbeo, tontolone, sempliciotto.

Giuà, sì pròprje ‘nu maccaröne = Giovanni, sei proprio un fessacchiotto

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