Terrazzéne

Terrazzéne s.m. = Rurale, agricolo, terricolo.

“Lavoratore che non si assoggetta a ingaggio, preferendo andare libero per i campi alla ricerca di verdure ed erbe spontanee, che poi rivende in proprio
al mercato o in casa” (Luciano Antonellis – Dizionario dialettale cerignolano – Centro Regionale di Servizi Educativi e Culturali – Cerignola 1994)

“L’essere terrazzani nel Tavoliere non era un lavoro, ma un modo di vivere per persone che non avendo proprietà terriere, in una economia a carattere agricolo pastorale, e non accettando dipendenza da alcuno, dovevano inventarsi un modo per sopravvivere. Il fenomeno è strettamente legato a quello della transumanza, qui praticata per secoli, in terre coltivate, condotte con sistemi di rotazione che lasciavano ogni anno a “maggese scoperto” parte del fondo, a disposizione del demanio pastorale. Ed è proprio in queste terre, concimate dal passaggio dei numerosi armenti, che crescevano le ghiotte erbe. Le pratiche agricole odierne hanno snaturato la primitiva raccolta, ma l’usanza perdura negli incolti e nei vigneti e per antico patto non scritto, i proprietari consentono ai terrazzani di praticare le varie raccolte nei loro fondi. ” (dal web)

Insomma era legato alla terra da cui traeva il sostentamento per sé e della sua famiglia.  Conduceva vita grama perché non poteva mai contare su un introito fisso.
Si sospettava che si spingesse anche per i campi coltivati, rubacchiando meloni, zucche e quant’altro poteva arraffare. Perciò il termine ha assunto una valenza negativa.

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