Ùcchje s.m. = Occhio
Organo della vista, che percepisce gli stimoli luminosi e li rimanda al cervello che li traduce in immagini.
Esistono alcuni modi, figurati o reali, per descrivere persone con caratteristiche specifiche, nei quali si citano gli occhi.
Faccio degli esempi:
Nen lu pùte dïce manghe: « che bell’ùcchje tjine ‘mbacce!»= Non gli posso dire nemmeno: che begli occhi e hai in viso!
Descrizione di un soggetto irritabile o permaloso.
Add’jì ca töne l’ucchje töne ‘i méne = Dove ha gli occhi ha le mani.
Constatazione della vivacità del bimbo: tocca tutto ciò che vede. Oppure di un soggetto abituato a trafugare, a sottrarre (veramente si dice rubare) oggetti insignificanti o preziosi che stuzzicano il il suo istinto ladresco per impossessarsene.
Torce l’ùcchje = Torcere gli occhi. Provare o causare un grosso spavento.
Mò, accüme ce avvecjüne ‘nu giòvene, Mariètte torce l’ùcchje = Ora come si avvicina un giovanotto, Marietta prova terrore (forse perché ha avuto una precedente delusione amorosa, e per ora non vuole più saperne di giovanotti).
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