Zìnghe-nzelànghe

Zìnghe-nzelànghe s.m. = altalena

Usato generalmente al plurale, anche nelle versioni zlinghe-zlanghe, e zinghe-zelanghe, indica il gioco dell’altalena.
Mma fé i zlinghe-zlanghe? = Giochiamo all’altalena?

È un termine onomatopeico come din-don, tic-tac, tuppe-tuppe (toc-toc), e il sinonimo ndrìnghete-ndrànghete

Si riferisce specificamente a due segmenti di corda legati ad un rudimentale sedile e al ramo di un albero o ad altro appiglio.

Si può anche intendere l’asse di legno incernierato al centro e basculante su un cavalletto. Alle due estremità dell’asse si mettono i bimbi a cavalcioni e si sollevano alternativamente, ora l’uno tra l’altro.

Mia nonna diceva anche tràndele  = tiranti, ma credo che il termine sia di origine Montanara. Potete chiedere agli anziani se è conosciuto anche nel nostro dialetto?

I montanari usano il termine tràndele, ma trovo il nostro zìnghe-nzelànghe  più simile al napoletano zìnghete-mànghete o al calabrese mbìzzica-mbòzzica.

Per favore non chiamate il gioco con il termine italianizzante altalöne.  Si dice Zìnghe-nzelànghe!

Questo sostantivo dà il titolo a una pregevole raccolta di “Poesie e Canzoni in vernacolo manfredoniano” del poeta locale Michele Racioppa, mio illustre omonimo scomparso nel 2015.

 

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