Mese: Maggio 2018

Scugné

Scugné v.t. = Spuntare

Deriva dal latino ex+cuneare.  Spuntare, rovinare la punta.
Difatti il cuneo usato dagli spaccalegna è detto cógne.

Riferito a qualsiasi oggetto appuntito che, per il logorio dovuto all’uso, o per trauma accidentale, perde la funzionalità per cui era stato costruito.

Jì cadüte ‘a pènne e c’jì scugnéte ‘u pennüne! = E caduta la penna e si è spuntato il pennino.

C’jì scugnéte püre ‘u lapps = Si è spuntato anche il lapis

Ci so scugnétte tutte e duje i vumere all’aréte = Si sono spuntati tutti e due i vomeri dell’aratro.

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Scuffelé

Scuffelé v.t. = Abbattere

Riferito all’azione di demolire un edificio, un muro, una parete, un divisorio.

Se qlcs crolla da sé, si usa il verbo riflessivo scuffelàrece v.rifl..

C’jè scuffeléte ‘u müre = È crollato il muro.

Pare che derivi dall’arabo quffa = collassare.

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Scucchjandarüje

Scucchjandarüje s.f. = Sciocchezza, stupidagine, incoerenza.

Azione da (clicca→) scucchjànde

Argomento o azione completamente fuori luogo, difformi da qualsiasi aspettativa.

Parlare a vanvera, saltare di palo in frasca, dire stupidaggini al di fuori del contesto.

Si commettono tante sciocchezze anche solo aprendo bocca con argomenti non attinenti alla conversazione in atto in quel momento.

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Scucchjande

Scucchjande agg. e sost. = incoerente, inappropriato, sconclusionato, scoordinato, non attinente.

Etimo. Partendo da accucchjé  = accoppiare, unire, attaccare, incollare, si giunge al suo contrario disaccoppiare = scucchjé e quindi al discorso o alla persona che di si scollega dalla logica, non accoppia, cioè è scucchjànde.

In politica Tonino Di Pietro ha usato la locuzione: “e che ci azzecca?” = e che c’entra?, usando il termine napoletano-molisano azzeccà, che significa attaccare, incollare.
Noi similmente diciamo che ce cèntre? = Che c’entra?

Ma che sté decènne? Sì proprje ‘nu scucchiànde! = Ma che stai dicendo? Sei proprio un incoerente.
Insomma un discorso fuori tema, che illogicamente salta di palo in frasca (dicono quelli che hanno studiato) che non collima con quanto si sta discutendo.

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Scròfele

Scròfele s.f. = 1 Scorfano. 2 Dado a galletto. 3 Toponimo

Scròfele 1 – Pesce marino, detto anche scorpena, (Scorpaena scrofa) con corpo tozzo, mimetico,(di colore rossastro e bruno) ricoperto da grosse scaglie e spine velenose. Carni squisite. va cotto in umido….e attenti ai pungiglioni. Il veleno è termolabile, quindi nessun pericolo dopo la cottura.

In diminutivo NON si dice scrufèlle, perchè questo sostantivo indica le ragazzotte un po’ leggere (vedi certe “serie” televisive) oppure le maialine da latte.
Il diminutivo di scorfano è screfezzöle.

Nome Inglese: Scorpion fish
Nome Francese: Rascasse rouge
Nome Tedesco: Drachenkopfe
Nome Spagnolo: Rascacio

Scròfele 2 – Dado a galletto, detto anche dado a farfalla.
Dadi speciali, d’acciaio o anche di plastica,  muniti di due alette, facili e rapidi da avvitare usando due dita,  utilizzate per il montaggio di parti rigide facilmente assemblabili.
Diminutivo: scrufelècchje

La Scròfele 3  è un toponimo di una zona della Puglia piana, verso Borgo Mezzanone.

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Screscendéte

Screscendéte agg. = Lievitato eccessivamente

Le nostre nonne che facevano il pane in casa sapevano perfettamente i tempi di lievitazione. Tuttavia poteva capitare che per l’eccessiva temperatura al di fuori della massa impastata, la lievitazione andasse fuori misura.

Il pane non era di buona qualità perché assumeva gli odori degli enzimi del lievito: insomma puzzava un poco. Ma anche questo, così come quello azzimo per scarsa lievitazione, si mangiava lo stesso.

Per similitudine si attribuiva questo aggettivo a qlcu troppo obeso.

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Screscendàrece

Screscendàrece v.i. = Lievitare troppo

Detto della pasta, gonfiarsi per effetto della fermentazione del lievito oltre misura con conseguenti cattivi risultati nella panificazione.

Deriva da crescènde = lievito madre, lievito domestico.

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Scravutté

Scravutté v.t. = Scavare, estrarre, allargare una buca.

Il verbo è specifico per operazioni di scavo di piccole dimensioni, come quella che fa il dentista quando deve impiombare un dente: egli scravòtte la polpa dentale cariata con il suo micidiale trapano prima dell’otturazione.

I tarle ànne scravuttéte tutte l’armadje = i tarli hanno bucherellato tutto l’armadio.

Scravutté tórne-tórne = Scavare intorno, allargare una breccia, una fossa (ad es. nel terreno alla base di una pianta per irrigarla o anche per metterla a dimora)

Quando la massaia ha bisogno della mollica di pane per preparare il ripieno delle seppie la va a scravutté = scavare con le mani dalla pagnottella.

Va bene anche la versione sgravutté.

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Scrafagnéte

Scrafagnéte agg. = Camuso

Riferito al naso, corto e schiacciato; specificamente riferito a o persona che ha tale tipo di naso.

Accadeva una volta, quando in campagna si viveva in simbiosi con gli animali, che il naso fosse ridotto in quel modo da un calcio di cavallo preso in faccia. Il volto sfigurato evidenzia le narici scoperto con un piccolo accenno di naso schiacciato, scrafagnéte, appunto.

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Scorze

Scorze s.f. = Crosta, buccia

1) Crosta che si forma sulle ferite. Cade quando la lesione si è rimarginata.

‘I scorze ‘nghépe = Le croste sul cranio. Era uno spauracchio per costringere la famiglia a far uso molto moderato di olio di oliva nei condimenti, perché l’uso eccessivo di olio aveva come effetto secondario la comparsa di pustole e croste sulla testa. Ovviamente era tutto falso. Tutt’al più avrebbe potuto dare qualche problema di calorie…Ma allora nessuno le contava, perché erano sempre troppo scarse!

2) Buccia della frutta fresca e secca, e delle verdure in genere. Scorza, corteccia, guscio.

Una volta c’erano personaggi che rovistavano nell’immondizia alla ricerca di bucce di meloni, di fichidindia, di patate e di cavoli per nutrire i propri maiali.

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