Autore: tonino

Catenjille

Catenjille s.m. = Anello a muro

Si tratta di un anello di ferro tondo (il ferro è grosso Ø mm 15) dal diametro di circa cm 12, passante in un occhiello anch’esso di ferro. Questo era munito di codolo a punta che si infiggeva nel muro.

Si vedevano sulle pareti delle case a piano terra, ad altezza uomo, e servivano per legarvi la cavezza delle bestie da soma o anche la corda per stendere la biancheria.

catenjille più piccoli, in italiano chiamati ” occhielli per tende”, hanno il diametro cm 3, e sono di ottone per evitarne l’ossidazione a causa dell’umidità esterna.

Servivano per sorreggere la “rete” sull’uscio di casa, e scorrevano su una bacchetta di ferro tondino sostenuta da due occhielli a vite.

Da non confondersi con catenìgghje=cordoncino. (clicca)

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Catenìgghje 

Catenìgghje o Catenìglje s.f. = Cordoncino

rocchetto8È un lavoretto con il filo di lana multicolore, opportunamente intrecciato, che facevano anche i maschietti per ricavarne lunghi cordoncini.
Per ottenere il cordoncino si piantavano tre chiodini equidistanti intorno al foro centrale di un rocchetto vuoto, quello di legno tornito che acquistavano i sarti e che portava il filo della macchina per cucire. Ottenuto il “telaio” Si passava attraverso il foro il capo del filo di lana. lo si avvolgeva più volte intorno ai tre chiodini e poi con l’aiuto di uno spillone si accavallavano le maglie (quelle di sotto passava di sopra). Difficile da dire ma facile da fare.

Aveva un unico utilizzo. Il lungo cordoncino veniva piegato in due. Il vertice veniva poggato sulla parte posteriore del collo di un bambino (destinato a fare il cavallo) e i due segmenti passati sotto le sue ascelle. In questo modo, con molta fantasia i due capi, che rappresentavano le redini, venivano prese dal secondo bambino (destinato a fare il cavaliere).

Dopo la “bardatura” i due bimbi, cavallo e cavaliere, trotterellavano con lo stesso passo, all’interno della villa, o intorno al proprio isolato.

Il gioco era solo questo. Vi assicuro che ci divertivamo moltissimo.

Ma il lunedì di Pasqua la ‘galoppata’, si estendeva, andata e ritorno, fino a Siponto per la tradizionale gita di pasquetta!

Cateniglje è un suono spagnolesco (catenilla) che significa proprio catenella.

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Catenazze

Catenazze s.m., sop. = Catenaccio, Lucchetto

Per serrare in sicurezza una porta, il termine italiano catenaccio indica una barra passante per occhielli di ferro e fissata con lucchetto. Questo dispositivo è detto anche catorcio.

Il lucchetto vero e proprio è una serratura metallica mobile costituita da un corpo centrale a forma di piccola scatola a cui è articolata una barretta d’acciaio, diritta o piegata a U, munita di dispositivo di blocco, azionabile con una chiave.

Il soprannome Cat’nazz può derivare da un cognome (Catenazzo, Catenacci), esistente in Basilicata, in Abruzzo, nel Lazio, in Umbria e anche in Lombardia.

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Catarröne 

Catarröne s.m. = Contrabbasso

Grosso strumento ad arco generalmente a quattro corde, che produce le sonorità più gravi.

Appartiene alla famiglia detta degli archi perchè il suono si ottiene sfregando le corde con un archetto di crini di cavallo.

Nella musica Jazz e in quella popolare da ballo il contrabbasso non viene suonato con l’arco, ma solo pizzicato, perché il tempo venga maggiormente marcato.

Il termine catarröne si è usato fino agli anni ’50.

Quando ho cominciato io a cimentarmi con questo strumento nel 1958 già era designato con voce simil-italiana controbbàsse.

Dopo qualche anno era diventato solo ‘u basse, come quello elettrico a forma di chitarra apparso sul mercato degli strumenti per complessi di musica leggera, aborrito dai cultori del jazz.

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Cataplàsme

Cataplàsme s.m. = Cataplasma, impiastro

Il termine è quasi italiano. Il cataplasma è un composto ad uso farmacologico per uso esterno, costituito normalmente da impasti di amidi, mucillagini e oli, che si applicano, possibilmente a caldo, sulla pelle per curare reumatismi o altre forme dolorifiche.

Il cataplasma appartiene alla famiglia delle preparazioni galeniche (termine coniato in onore di Galeno di Pergamo fu un medico greco antico,che curù a Roma vari imperatori, fino all’anno 200 d.C., i cui punti di vista hanno dominato la medicina europea per più di mille anni).

Tali preparazioni vengono somministrate inizialmente in dosi ridotte per accertare che il paziente accetti la cura senza grosse controindicazioni (ipersensibilità o reazioni allergiche).

Ricordo ‘u cataplàsme de summènde de lüne = il cataplasma di semi di lino. Riscaldavano questi semi in acqua bollente, li scolavano e li raccoglievano in un fazzoletto. Questo impacco veniva posto sulla parte dolorante. Una “mappazza” caldissima quasi insopportabile.

Questo sistema di cura è ormai scomparso, ma il termine è tuttora usato per indicare una persona noiosa, attaccaticcia, insopportabile, fastidiosa, flemmatica, indecisa, insomma uno che è meglio non trattare per il suo carattere pesante.

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Catalògne

Catalogne s.f., sopr. = Cicoria Catalogna

1) Ortaggio coltivato (Cichorium intybus, var. foliosum), detta Cicoria Catalogna o Cicoria asparago di Gaeta, più dolce e più grossa dell’amara cicoria campestre (Cichorium intybus).

Proprio per distinguere l’una dall’altra, quella dell’orto viene comunemente chiamata Catalogna, dalla regione Catalana da cui proviene.

Ci sono comunque almeno due tipi: uno più alto ed eretto, il quale essendo più amaro si presta meglio alla cottura; l’altro più basso, a costa larga, i cui germogli (turioni) si nascondono all’interno del cespo, sono buonissimi da mangiare crudi e sono noti come puntarelle, diffusi anche nella cucina campana e cucina romana.

2) Nomignolo affibbiato a un certo Catalano, sarto e suonatore nella banda cittadina, il cui cognome significa proprio originario della Cataluña = Catalogna, una bella Regione spagnola.

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Castréte

Castréte agg. e s.m. = Castrato

Oggi si intende esclusivamente il maschio adulto di ovino, privato dei testicoli per favorirne l’accrescimento rapido. Le carni sono tenere e profumate specie se preparate a ragù.

La castrazione umana è detta evirazione. Chi conosce la storia della musica sa che fino all’inizio del 1900 usavano castrare i bambini prima dello sviluppo in modo che conservassero la voce bianca allo scopo di assegnare loro canti di timbro femminile.

Venivano chiamati sopranisti o evirati cantori. Il più osannato, corteggiato e pagato, fu Carlo Broschi, in arte Farinelli (Andria, 24 gennaio 1705 – Bologna, 16 settembre 1782), una vera star e prima donna….
(Vedi Farinelli)

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Castagnöle 

Castagnöle s.f. = Nacchere

Strumento musicale a percussione costituito da due piccole conchiglie di legno duro o di avorio, tipico del folklore spagnolo, ma usato anche nelle sagre popolari garganiche.

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Castagnére

Castagnére sop. = Castagnaio

Venditore di frutta secca:castagne, arachidi, nocciole, semi di zucca, ceci e fave arrostite.

Soprannome derivato, come tanti altri, dal mestiere esercitato dal soggetto.
Quello che ricordo io aveva il negozio al Corso, vicino alla Farmacia Murgo.

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Casenò

Casenò cong. = Sennò, altrimenti

Va bene anche la grafia ca se nò

Altrimenti, se no, in caso contrario, invece, viceversa.

Pigghjete ‘stu pìnele ca se nò ‘a fröve ne scènne! = Prenditi questa pillola, altrimenti la febbre non scende.

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