Negli anni ’30 la Mira Lanza lanciò la prima campagna pubblicitaria in Italia per la raccolta delle figurine a punti. Raggiunto un certo punteggio si aveva diritto ad un premio. Insomma un ingegnoso sistema di fidelizzazione tuttora in auge.
In quegli anni la Liebig e la Perugina-Buitoni avevano anch’esse sponsorizzate le loro figurine. Tutti ricordano l’introvabile ” feroce Saladino” della Perugina (vedi figura a lato)
Tra le varie figurine circolanti ce n’era una intitolata “La Bella Odalisca”. Siccome la descrizione è stata riportata “a orecchio” senza sapere bene di chi si trattasse, il fatto stesso che indicava una “bella” il pensiero associa a “bella-ggiòvene” intendendo una procace ragazza di facile abbordaggio.
Non c’è una spiegazione più plausibile.
Quindi la “Bella odalisca” diventa in dialetto presumo prima “‘a bèll’adelìsche” e poi ‘A bèlla ‘ndeniške.
Era usata dalle nostre nonne in modo canzonatorio: Avì, mo vöne ‘a bèlla ‘ndenìške = Eccola, ora viene la donna irresistibile, la bella fatalona.
Un po’ come quando paragonava qualcuna che si atteggiava in modo eccessivo alla (clicca→)Regina Caitù.
Ringrazio Tonia Trimigno per l’imbeccata recepita da sua madre, la lettrice Angela la Torre che si è premurata addirittura di interpellare il poeta Franco Pinto, e Franco Zerulo per la chicca finale delle figurine Mira Lanza.
Questa è la dimostrazione lampante di come funziona questa pagina. Grazie alla collaborazione di tutti.