Taccöne

Taccöne s.m. = Tozzo

Grosso pezzo di pane specie se tagliato grossolanamente.

Tenöve ‘na féme! M’agghje mangéte ‘nu taccöne de péne p’i pemedöre, ugghje, séle e rìnje. Mò me sènde n’àte e tande! = Avevo un grande appetito! Mi son mangiato un bel tozzo di pane con i pomodori, olio. Ora mi sento rifocillato.

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Tacchecèlle

Tacchecèlle s.f. = Costatine,

Taglio di carne bovina o suina nella parte ricoprente le vertebre dorsali e le costole è detta custéte = costata o con termine più moderno bestècche = bistecca [dall’inglese beef-steak = beef (bue) steak (fetta)]

Per indicare specificamente le costate dell’agnello o del capretto, di natura più piccole rispetto a quelle del maiale o del vitello, si usa il diminutivo tacchecèlle.

La loro cottura si esalta sulla brace, perché sprigiona un odore molto gradevole.

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Taccaréte

Taccaréte s.f. = Percossa

Botta, bastonata, legnata.

Il Prof.Gentile dice che tàcchere è un comune pezzo di legno. Se si tratta di menare va benissimo anche quello; nella foga mica possiamo scegliere, tra un randello, un bastone o una mazza da baseball!

Solitamente il termine si usa al plurale. Certamente un solo colpo non è ritenuto efficace!

Per taccaréte, al plurale, si intendono anche le  percosse assestate  senza far ricorso a corpi contundenti, come il sinonimo mazzéte non necessariamente indica colpi di mazza.

Taccaréte de mòrte = Gragnuola di legnate. In italiano si dice anche: botte da orbi. Succede in una rissa.

Me sènde cüme s’avìss’avüte tanta taccaréte = Mi sento come e avessi ricevuto tante bastonate. In sintesi in italiano si dice: ho le ossa rotte.

Au Càmbe ce sò déte taccaréte de morte = Allo Stadio [i tifosi delle due squadre] se le sono date di santa ragione.

Decètte Maste Gesàrje: “mègghje quèste ca ‘na taccaréta ‘nghépe”= Disse Mastro Cesario (Mondelli): meglio questo che una legnata in testa.

Per la cronaca costui, titolare di una rinomata officina meccanica (ove attualmente è ubicata la Posta del rione Croce) specializzata per le riparazioni di macchine agricole, era un soggetto sempre allegro, che aveva in serbo immancabilmente una frecciata, talvolta feroce, per ogni circostanza e per ogni persona che gli capitava sotto tiro.
Talvolta, fingendo di essere distratto, brontolava imprecando continuamente di non ricordare dove aveva posato la sua pipa,…. e la stringeva tranquillamente fra i denti!

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Škarde

Škarde Šcarde  s.f. = Scheggia, ganza

1) Pezzetto di materiale solido, detto anche škàppe, generalmente tagliente, che si stacca da un corpo e può ferire qlcn che tocca questi materiali o con un graffio o conficcandosi nella pelle.

2) Sin. di Gàgge s.f. = ganza = amante.

Appellativo scherzoso per indicare la propria ragazza. A secondo dell’epoca in cui vivevano la loro giovinezza, i giovanotti dicevano anche ‘a gagge, ‘a ciucce, ecc., sempre con un sottinteso erotico.

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Svertuéte

Svertuéte agg. = Non virtuosa

Accettata anche la versione sbertuéte.

Dicesi di ragazza priva di virtù domestiche, nel senso che non sa e non vuole accudire la casa. Per lei cucinare, cucire, rammendare, pulire, stirare, fare la spesa, ecc. sono cose senza importanza.

Se riesce ad accasarsi, magari grazie alla sua bellezza, darà problemi al povero futuro marito.

Sinonimo: Giannètte= Ragazza civetta, che vuole sempre mettersi in mostra

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Sverdechéte

Sverdechéte agg. = Smunto

Che è magro, pallido, emaciato, smorto, sbiadito.

Il vocabolario online Sabatini è prezioso in questi casi. Grazie prof. Sabatini.

Un soggetto in queste condizioni è chiamato fàcce vèrde = viso verde…o più azzeccatamente sverdechéte, come dire, spregiativamente, “sverdeggiato”. Lo so che in italiano non esiste questo termine, ma solo per fare un accostamento che evidenzi il verde. Non voglio creare neologismi.

Grazie all’impagabile Enzo che rinvigorisce fattivamente questa opera, addirittura con uno sfottò.
Lo vado a classificare degnamente in quella categoria. Clicca qui: sìcche

Facce verde e senza chelöre, nemmüche de Criste e tradetöre.

Si usa anche sverdechéte per designare un soggetto che – assillato da troppe angherie e mortificazioni – dopo aver ingoiato a lungo bocconi amari, finalmente sbotta contro il suo vessatore.  Ovviamene verde di bile!

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Suzze

Sùzze agg. = Pari

Uguale,  identico, stesso: che non differisce dal simile per quanto riguarda una caratteristica (di età, di abilità, di peso, di altezza, ecc.).

I düte de la méne nen sò suzze = Le dita della mano non sono tutti uguali.
Questo antico proverbio rimarca la differenza (indole, opinioni, abilità, furbizia, malignità, correttezza, ecc.) che caratterizza ciascuna persona.

Al femminile fa sòzze, che non significa sozza, sporca…
Quiddi döje so’ sòzze = Quelle due sono uguali (di altezza, di peso, di età).

Mariètte e i cumbagne söve so’ jüna sozze = Mariella e le amiche sue sono della stessa (età, statura, indole, a seconda del contesto).

Enótele ca li squédre, so tutte ‘na sozze = È inutile squadrarli (confrontarli, misurarli)  costoro sono tutti della stessa misura

Jü e Giuànne süme sùzze = Io e Giovanni siamo della stessa età (o della stessa statura, o del medesimo peso). Il contesto fa comprendere in che cosa siamo uguali.

Azzardo un’ipotesi: forse, dico forse, deriva dal sostantivo sòcie = socio, in quanto partecipante in quota paritaria in un’associazione, in un’impresa, in una società.

Da questo aggettivo deriva il verbo assuzzé (←clicca).

Il prof. Michele Ciliberti – che ringrazio di cuore pubblicamente – mi scrive:
«In Boccaccio il sostantivo “sozzo” significa “compagno”, cioè essere pari nella combriccola. Deriverebbe dal verbo “suzzare” = asciugare; indicherebbe l’effetto e non l’azione di questo verbo, in quanto, una volta asciugato, è “reso uguale” a prima.
Nel tardo latino era “sotium” cioè essere della stessa altezza.»

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Süve

Süve s.m. = Sego, Suo

!) Sego. Generalmente è grasso di bue usato come lubrificante nelle ruote dei carretti. Anticamente era usato anche per fabbricare candele.

Quello del maiale è detto strutto o sugna (‘a nzogne)

Sinonimo di sudiciume.
Fa ‘na lavéte ammjizze ‘i schéle ca ‘ndèrre sté ‘u süve = Fai una lavata nel vano scale, ché a terra c’è sporcizia.

2) Suo, aggettivo possessivo. Si potrebbe dire correttamente ‘U süve süve = Il suo sego.

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Sutterrànje

Sutterrànje s.m. = Seminterrato, scantinato, sotterraneo.

Parte dell’edifico posta sotto il livello del piano stradale, adibita prevalentemente a ripostiglio o a deposito di vino (da cui l’italiano scantinato).

Purtroppo in tempi non troppo remoti molte famiglie povere, non potendo permettersi di pagare una pigione più alta, erano costrette ad alloggiare in questi locali. Non occorreva alcun certificato di abitabilità come si usa oggigiorno…

Perciò tutti i membri di queste famiglie erano falciati sovente dalla TBC e avevano a che fare con scarafaggi e altre simpatiche bestiole abitatrici anch’esse dei luoghi umidi e bui come i sutterranje.

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Sutterré

Sutterré v.t. = Sotterrare

Porre una salma, con tutta la bara, sotto terra. Inumare

Più spesso sentivo pronunciare la locuzione “mètte sott’a tèrre” = inumare, interrare.

Da qualche decennio i cadaveri prevalentemente non vengono più inumati nella fossa ma tumulati nei loculi.

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