Stranghegghjöne

Stranghegghjöne s.m. = Reticenza, malumore, cruccio.

Ostinato mutismo in cui si rifugia colui che non è d’accordo con gli altri, non partecipa al buonumore degli amici, sta sulle sue, come se avesse “l’uve ‘ncröce” = l’uovo di traverso…

Ahò, e chè, tine ‘u stranghigghjöne, ca sté sembe cìtte? = Ehi, che hai il boccone di traverso che ti fa star sempre zitto?

Cum’jì ca sté citte citte ? Che tine ‘u stranghigghiöne ?” = Com’è che stai zitto zitto? Che hai l’uovo di traverso?

L’etimo che mi sembra più plausibile potrebbe essere “strangolamento”, che è la sensazione avvertita dal malcapitato quando gli viene un colpo apoplettico, e/o un infarto, che gli mozza il fiato e non gli consente di parlare.

Per taluni ha a che fare con una strozzatura del testicolo (questo spiega la desinenza del termine) dovuta ad un’ernia inguinale. Tali patologie, in uno stato avanzato, possono provocare dolore quando si tossisce, o addirittura quando si parla.

Per tale motivo il termine è spesso associato a qualcuno che tace e non dice nulla perché ha dei seri problemi di salute (o anche di altra natura).

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