Tag: aggettivo

Sgrìbbje

Sgrìbbje agg = Sgraziato, malvagio, falso

L’aggettivo ha sempre e comunque una valenza negativa.

Vattìnne da quà, ‘sta sgrìbbje!= Vattene via, brutta racchia.

L’aggettivo è invariabile al singolare, al plurale, al maschile e al femminile.

Se proprio si vuol specificare il genere maschile, si dice sgrebbjöne = bruttone.

Secondo me sgrìbbje per la forte assonanza, derivi da “scriba”. Ritengo che il popolino durante le Funzioni religiose, sentendo che nel Vangelo Gesù definiva i farisei e gli scribi come falsi e ipocriti, ha facilmente collegato “scriba” a qualcosa di estremamente negativo, anche se non comprendeva esattamente chi fossero gli scribi e i farisei.

Come sempre, io esprimo opinioni personali, opinioni di per sé opinabi

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Sgrascenüse

Sgrascenüse agg. = Croccante

Riferito specificamente al raškètte di pane appena uscito dal forno, caldo, croccante e profumato.

Cré ‘stu péne nen jì chjó sgrascenüse = Domani questo pane non sarà più croccante (perciò non lasciarlo! gnam gnam…).

Deriva dal verbo (clicca→) sgrascené = sgranocchiare.

Sinonimo rusecarjille.

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Sgajéte

Sgajéte agg. = Sguaiato

Riferito a comportamento, scomposto, volgare.

Più che altro riferito a chi non sa controllarsi nel mangiare. Ingordo, famelico, insaziabile.

Si’ proprje ‘nu sgajéte = Sei proprio un ingordo.
sinonimo di scaleméte.

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Sgagnéte

Sgagnéte agg.s.m.sopr.= Sdentato

Riferito a qlcu di qcn. che ha perso alcuni o tutti i denti per carie, piorrea, traumi o altre amenità del genere.

La persona senza denti.

Esiste anche un soprannome: io ricordo Lelüne ‘u sgagnéte = Michele Ciociola, bravo autista e bravissimo meccanico di TIR

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Sfresciüne (de)

Sfresciüne (de) agg. = di striscio, rasente.

L’aggettivo si riferisce a colpo (d’arma da fuoco, di randello, di mano, di piede, ecc.) che non colpisce in pieno il bersaglio secondo l’intenzione di chi lo sferra, ma solo di striscio.

Scherzosamente si usa anche l’espressione rècchje-rècchje quando il colpo non ha colpito il bersaglio, ma lo ha solo sfiorato.

Senza arrivare ai casi gravi, diciamo che quando nel gioco del calcio si “svirgola”, la palla è colpita de sfresciüne e perciò non va nella direzione voluta dal calciatore.

Figuratamente quando un argomento non viene affrontato direttamente lo si propone de sfresciüne, diremmo in italiano che lo si accenna “di traverso” o lo si fa intendere “tra le righe”.

Un proverbio genovese riferisce che ‘si parla alla suocera perché la nuora intenda’.

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Sfrechéte

Sfrechéte agg. = Esausto, spossato

Estremamente prostrato fisicamente o psichicamente.

Me sènde sfrechéte, jògge nen vogghje fé njinde = Mi sento spossato, oggi non voglio far nulla.

Oh, Mattö’, accüme te sjinde? Eh, stéche tutte sfrechéte = Ehi, Matteo, come ti senti? Eh, sono molto abbattuto.

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Sfrecànde

Sfrecànde agg. = Sfrontato,  sfottente, provocatore.

Atteggiamento di chi per sua indole è portato a canzonare, dileggiare, punzecchiare e sbeffeggiare gli altri. Ha sempre la battuta pronta.

Talvolta anche il suo abbigliamento, la sua noncuranza, la sua sfacciataggine sono sfrecande

Quando si mantiene entro certi limiti è un vero simpaticone che mostra intelligenza.

Ovviamente deriva da sfreché = sfottere, canzonare.

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Sepundüne

Sepundüne agg. n.p.= Sipontina

Come aggettivo significa chiaramente: che provenie da Siponto, che appartiene al territorio di Siponto, che è nativo/a di Siponto.

L’aggettivo sostantivato diviene nome proprio di persona (scusate se ripasso un po’ di grammatica) Sipontino e ancor di più Sipontina. È un nome molto familiare per noi Manfredoniani. Forse in questi ultimi decenni un po’ di meno, sostituito con i nomi in voga nei vari anni: Flora, Patrizia, Francesca, Chiara, Alessia, ecc.

La Sipontina per antonomasia è la splendida statua lignea della Vergine seduta sul trono, ad altezza intera, con il Bambino poggiato sulle sue ginocchia, ricavato da un unico tronco d’albero, risalente al secolo XI la bellezza di mille anni fa!

La Sipontina è ritenuta la più antica statua lignea di Maria fra quelle esistenti in Puglia.

Il simulacro di questra Madonna è amatissimo da tutti i Manfredoniani. È stata alloggiata per secoli nella cripta della Basilica di S-Maria Maggiore di Siponto, dove ora campeggia una foto a grandezza naturale. Qui è stata conservata fino al 1970 Fu poi trasferita in Cattedrale per evitare un nuovo trafugamento da parte dei ladri d’opere d’arte su commissione, come è avvenuto per la Madonna di Pulsano nel 1966..

Alcune leggende sulla Sipontina ci sono state tramandate di generazione in generazione.
Una di queste racconta del suo trafugamento da parte dei Turchi nel notissimo saccheggio del 1620. La statua, durante l’allontanamento da Manfredonia su una delle galee degli islamici, vomitò proprio come accade alle persone che soffrono di mal di mare. I Turchi per lo spavento la gettarono in mare. La statua, galleggiando, fu prodigiosamente sospinta del mare fin sulla riva di Siponto. Fu rinvenuta da alcuni pescatori e venne riposta nella sua abituale cripta.

È detta anche “Madonna dagli occhi sbarrati”. Gli occhi sbarrati di Maria sono dovuti, secondo la credenza popolare, all’orrore di quello che hanno “visto” nei pressi della sua dimora di Siponto: un esecrabile episodio di stupro.

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Semblecöne

Semblecöne  agg. = Sempliciotto.

Persona con atteggiamenti ingenui, poco accorti, talora indisponenti.

Appare nei momenti più impensati con una battuta fuori luogo o con pretese inaccettabili.

D’addjì ca vöne ‘stu semblecöne? = Da dove viene questo personaggio strano?

Assemègghje proprje a ‘nu semblecöne = Sembra proprio un fessacchiotto.

Viene usato anche per definire uno spilungone dinoccolato.

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