Tag: aggettivo

Ndumméte

Ndumméte agg. = Impietrito

Sbigottito, profondamente turbato, sconcertato, sbalordito.

Restare di sasso (ora i ragazzotti dicono “rimanere basito”, da basola stradale, dura e pesante).

Insomma una cosa non va giù, perché si considera una traversia immeritata o perché inattesa.

Pàteme m’ho fatte ‘nu cazziatöne ca m’ho fatte rumanì ‘ndumméte = Babbo mi ha fatto un aspro rimprovero che mi ha fatto rimanere sbigottito.

L’aggettivo ‘ndumméte, quando non descrive uno stato emotivo, si riferisce ad un banale malessere passeggero: quello causato da un boccone forse perché troppo grosso o inghiottito in fretta, o non masticato abbastanza, o troppo asciutto, che non va giù se non dopo un’abbondante bevuta di acqua.

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Ndrjànde

Ndrjànde agg. e s.inv. = Ficcanaso

Invadente, curioso, impiccione.

Forse deriva dall’italiano “intrigante” nel senso di impiccione, ficcanaso, pettegolo.

‘Stu ‘ndrjànde quante ne völe sapì..Ma fatte ‘nu pöche i cazze tüje! = Questo curioso, quante cose vuol sapere…Ma pensa un po’ agli affari tuoi!

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Ndersüse

Ndersüse agg. = Presuntuoso

Pieno di boria e presunzione.

Alla lettera significa: pieno di torsoli, che ha il sapore ed è indigesto come i torsoli di cavolo.

Il soggetto ‘ndersüse nutre eccessiva e infondata fiducia nelle proprie presunte doti, risorse o capacità.

Per questo ritiene anche, ‘stu crétïne, di non dar confidenza a nessuno, perché tutti gli altri sono ritenuti indegni di stare al suo confronto.

Insomma un tipo intrattabile, un torsolo di cavolo. O meglio ‘na chépe de… cavolfiöre

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Ncaccavüte

Ncaccavüte agg. = Incrostato

Coperto di materie polverose o rivestito di un deposito di materiali sedimentosi o induriti.

Specialmente riferito al fondo annerito dei tegami che si ponevano direttamente sul fuoco, e ricoperti esternamente perciò da fuliggine incrostata.

Per estensione si attribuisce l’aggettivo a persone con scarso senso della pulizia.

Scherzosamente e per invidia verso qlcu molto abbronzato si dice che jì nìrje ‘ncaccavüte= è nero incrostato, che ha assunto una colorazione scura come il fondo della padella, ossia che non va via facilmente.

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Nazze

Nazze agg. = colmo, pieno 

L’aggettivo deriva dal latino nassam. Si riferisce a qualunque contenitore pieno fino all’orlo, fin quasi a tracimare.

Per estensione si riferisce a persona ubriaca che barcolla perché – ovviamente – è piena di vino o alcol.
Sté nàzze Frangìsche = Francesco è colmo, è pieno di vino.

L’aggettivo viene spesso raddoppiato nazze-nazze = pieno pieno.

Si addice anche ai neonati, i cui pannolini esalano odori rivelatori: sté nazze-nazze = è pieno pieno (immaginate di che cosa…)

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Nammechéte

Nammechéte agg. e s.m. = Empio

Ammesso anche ‘nnammechéte e ‘namechéte.

Chi o che non rispetta le cose sacre, sacrilego.
Per estensione: irriverente verso istituzioni e tradizioni consolidate.

Credo che alla lettera significhi: “che è inimicato” (con Dio o con il Codice penale), parola dotta sfuggita a un prete sul comportamento scellerato di qlc farabutto.

Ne lu dànne avedènze a códdu nammechéte! = Non gli dare retta a quell’infame.

‘U nammechéte (Crìste-ce-vènghe) per antonomasia  a Monte, senza nominarlo, era considerato quello che sta sotto i piedi di San Michele!

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Müte

Müte s.m. agg. = Imbuto, muto

1) Müte s.m. = Imbuto. Arnese di forma conica terminante con un cannello che, inserito nel collo di una bottiglia o altro recipiente, consente di travasare liquidi.

2) Müte agg. = Che non può parlare perché affetto da mutismo: essere m. dalla nascita oppure che non parla perché non vuole parlare, o resta senza parole per una forte emozione. ‘Stu uagnone jì müte = Questo ragazzo è muto.

3)Müte s.m.: colui o colei affetti da mutismo. Jì arrevéte ‘u müte = E’ arrivato il muto.

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Muscelìcchje

Muscelìcchje agg. = Mingherlino

Al femminile è muscelècchje

Persona minutina, magra, sparuta, smagrita.

Molte ragazze, purtroppo, si sottopongono a diete ferree, così da da rischiare l’anoressia, e diventano scarne, eteree. Non sanno che a noi maschietti invece piace vederle piuttosto in carne!

Tande ca jì muscelècchje, ca assemègghje a ‘na sarde assecchéte au söle! = Tanto è smagrita che sembra una sardina seccata al sole!

Usato anche come sostantivo: Quèdda muscelècchje mo ce la porte u vjinde! = Quella ragazza magra, ora (è così leggera) che il vento se a porta via.

Secondo me deriva da musce = moscio, floscio, debole, senza forza, in forma diminutiva

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Mupacchjöne

Mupacchjöne agg. e s.m. = Cervellotico.

Deriva da müpe (femminile möpe), di grado un po’ meno grave.

L’aggettivo è riferito ad un soggetto dal carattere imprevedibile, un po’ squilibrato e inaffidabile, talvolta anche testardo, fissato, che non sente ragioni.

Uì, mò ho ‘mmurréte! = Eccolo, adesso non intende ragioni!

È il momento in cui un mupacchjöne “ammupisce“, ovvero si intestardisce e si impunta come un mulo che pianta gli zoccoli nel terreno, incrollabile nella sua cocciutaggine e caparbietà.

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Mulacchjöne

Mulacchjöne agg. = Bastardo

Usato anche come sostantivo. È molto dispregiativo e significa: figlio illegittimo, illegale, adulterino.

Fortunatamente il vocabolo è andato in disuso. Oggi, secondo la legge, tutti i figli, sia quelli nati nella famiglia, sia quelli nati fuori da essa, sono di pari dignità.

È scomparso dai documenti anagrafici l’indicazione della paternità. Ora basta la data di nascita, ma una volta, sulla Carta d’identità c’era la voce: (figlio) di…..
Quando la paternità era ignota, si scriveva figlio di n.n. (padre non noto). Una discriminazione che accompagnava la persona purtroppo per tutta la sua vita.

Credo che mulacchjöne derivi da mulo, animale ibrido e sterile nato dall’incrocio fra l’asino e la giumenta. L’incrocio tra il cavallo e l’asina è detto bardotto.

Ringrazio il lettore Amilcare Renato per il suo suggerimento.

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