Tag: sostantivo femminile

Nocche

Nocche s.f. = Fiocco

Nodo con funzione decorativa fatto con una striscia di stoffa, un nastro e sim., che forma due o più cappi lasciando libere le estremità.

Lo stesso vale per l’allacciatura delle stringhe da scarpa.

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Ngrugnatüre

Ngrugnatüre s.f. = Sembianza, forma.

Sono i tratti somatici, i lineamenti del volto, specie se nel raffronto risultano somiglianti come accade tra consanguinei.

Ma quèdde jì sòrete? Tenüte ‘a stèssa ‘ngrugnatüre! = Ma quella è tua sorella? Avete la stessa sembianza (ossia c’è somiglianza, avete la stessa faccia, la stessa cera, la stessa espressione).

Penso che c’entri il grugno, inteso estensivamente come muso, viso, volto, cipiglio.

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Ngògne

Ngògne s.f. = Angolo, cantuccio

Tipico il modo di dire: sté a ‘na ‘ngogne de müre = stare in un angolino.

Credo che quel ngo sia lo stesso del termine a-ngo-lo

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Ngjinze

Ngjinze s.m. = Incenso; censo, rendita

1) “incenso” = oleoresine secrete da arbusti locali della Penisola Arabica.

Tali resine, una volta raccolte e cristallizzate, sono in grado di liberare nell’aria un forte e penetrante profumo al momento della loro combustione.

Conoscevamo fino a pochi anni fa solo l’incenso bruciato nelle chiese cattoliche durante le funzioni solenni, a simboleggiare la preghiera che si eleva verso il Creatore.

Abbiamo conosciuto anche altri tipi di incenso, venduti sottoforma di stecchetti, usati per deodorare ambienti o per creare atmosfere esotiche.

2) “rendita” = censo o censuo (dal latino Census).

Nel Medio Evo era un tributo sulla rendita, o meglio sull’usufrutto, dei terreni o degli immobili in genere.

Poi più genericamente si è identificato il termine “censo” con qualsiasi rendita, sia da interessi su capitale liquido, sia da locazioni di terreni o di case.

Quindi, la nota frase ho perse ‘ngjinze e capetéle, vuol significare che qlcu si è avventurato in un’operazione finanziaria finita male, nella quale ha perduto il capitale impiegato nonché l’interesse che sperava di guadagnarci.

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Ngecalènze

Ngecalènze s.f. = Concentrazione.

Capacità di fissare l’attenzione su un solo dato. Capacità di concentrarsi nel lavoro, nello studio.

A causa della ngecalènze, talvolta il mondo circostante sembra svanito. Non si riconoscono nemmeno i volti familiari.

Si è come ciechi (da cui deriva il termine che potebbe significare cecità) che non si “vede” nessuno.

Tande ‘a ngecalènze ca ne me dé avedènze = È così intensa la sua concentrazione che non mi dà retta.

Chi è concentrato dicesi che sta accenechéte o ngenechéte.

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Ngazzatüre

Ngazzatüre s.f. = Arrabbiatura

L’arrabbiarsi, l’essere arrabbiato. l’eccesso di collera, l’attacco d’ira.

Vàtte cùleche acchessì te passe ‘a ‘ngazzatüre = Va a coricarti, così cessa l’arrabbiatura

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Ngandurìzzje

Ngandurìzzje s.f. = Allettamento

Quando qualcuno, con la speranza di ottenere un buon risultato, si butta a capofitto nel lavoro, non riesce a dar retta ad altro, perché la sua mente è incantatastregatadall’obiettivo prepostosi.

Il termine deriva proprio da incanto, nel senso di incantesimo, miraggio, attrattiva, adulazione.

Una specie di specchietto per le allodole. Un richiamo così forte che fa commettere sciocchezze o azioni non ponderate.

Ora, per esempio, con la ngandurizzje di vincere al gioco (Superenalotto docet) molta gente va ad indebitars

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Nfurnatüre

Nfurnatüre s.f. = Costo della cottura.

In italiano non esiste un termine simile a “infornatura”.

Da noi designa la tariffa pagata ai forni pubblici per ottenere la cottura di pane o di taralli o di rjanéte.

Le cucine domestiche una volta non evevano il forno per cuocere torte, timballi o biscotti e si ricorreva ai forni aperti al pubblico, specie per il pane. Il compenso era piuttosto modesto.

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Nnèstre

‘Nnèstre s.f. = vaccinazione antivaiolosa

Usata generalmente al plurale, ‘i nnèstre alla lettera significa gli innesti.

In effetti si tratta di innestare, di inoculare nell’organismo umano la linfa di pustole del vaiolo bovino per la profilassi del vaiolo. Ricorderete che fu l’inglese Edward Jenner agli inizi dell’800 a divulgare questa pratica.

Successivamente furono perfezionati e somministrati dei vaccini per conferire a una persona o a un animale uno stato di immunità attiva nei confronti di determinati microrganismi o virus.

‘Nnèstre vengono chiamate anche quelle incisioni cicatrizzate sul braccio delle persone sottoposte al trattamento. Fortunatamente questi inestetismi non si vedono nelle generazioni attuali, perché le tecniche sono mutate, e basta una puntura per inoculare il vaccino, senza eseguire alcuna incisione col bisturi “infetto” allo scopo di creare anticorpi e immunità.

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Nèspele

Nèspele s.f. = Nespola

In dialetto si specifica la provenienza dal Giappone = Nèspele a Ciappöne.
Qualcuno pronuncia nèspre. Tollerabile.

La Nespola ha forma ovoidale, buccia sottile e liscia di colore arancio, polpa giallognola, acquosa e aspra, grossi semi scuri.

Matura a primavera ed è un frutto di breve durata.

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