Tag: sostantivo maschile

Vünecùtte

Vünecùtte s.m. = Saba, melassa, sciroppo, vincotto,mostocotto

Sciroppo denso e dolcissimo ottenuto dalla bollitura dei frutti secchi del carrubo o del mosto di uva o di altra frutta.

Ho assistito nella mia infanzia alla preparazione del vünecùtte mediante la lunga bollitura di centinaia di fichi d’india, naturalmente sbucciati.

Usato in pasticceria, per esempio nella preparazione dei taralli o come condimento, in sostituzione del miele, delle cartelléte, tipico dolcetto pugliese.

Ricordo che una volta mi venne offerto dalla nonna un bicchiere colmo di neve (una delle rarissime volte che la neve si è posata a Manfredonia) con il dolcissimo vincotto, come una granita, e questa leccornia fu pomposamente presentata come ‘u surrebètte = sorbetto.

Leggete cosa dice Wikipedia a proposito della saba.

Filed under: VTagged with:

Vuchéle

Vuchéle s.m. = Boccale

Grosso recipiente di vetro o terracotta, provvisto di manico usato per contenere e per versare bibite varie: birra, vino, spremute di agrumi, tè e succhi di frutta, magari rinfrescate con dei frammenti di ghiacio. Capacità media di circa un litro.

Esistono dei sinonimi: brocche e caraffe
= brocca e caraffa.

Quest’ultima fino all’Unità d’Italia era una misura di capacità usata nel Regno delle due Sicilie.

Filed under: VTagged with:

Vuccjire 

Vuccjire s.m. = Beccaio, macellaio

Chi vende la carne delle bestie macellate in una macelleria e anche chi macella le bestie.

Ero convinto che il termine derivasse da vicce = tacchino, e invece ho scoperto che viene dal francese boucher (leggi buscé)= macellaio.

Al femminile, l’addetta al banco di vendita o la moglie del macellaio è detta ‘ a vuccjöre = Macellaia.

Ricordo che la moglie di Pasqualüne ‘u vuccjìre (Pasquale Arena), era chiamata semplicemente Chelüne ‘a vuccjöre = Michelina la macellaia.

Filed under: VTagged with:

Vrüte

Vrüte s.m. = Vetro

Generalmente con vrüte si intende una scheggia di vetro che accidentalmente ha procurato un taglio o si è conficcato sotto pelle.

Infatti per dire il vetro usato per gli infissi, per le bacheche, per le vetrinette, per i quadretti, diciamo ‘u lastre s.m. = la lastra di vetro.

Caramèlle a vrüte
 = Zucchero caramellato. Non si usa più. Le nostre nonne per tenerci buoni ci promettevano questa delizia: facevano sciogliere nella scodellina sul fuoco un pugno di zucchero , e si lo si scolava su un marmo. Raffreddandosi lo zucchero solidificava. Allora le nonne sminuzzavano quasta lastra, ricavandone schegge semitrasparenti, scure, come di vetro, e le distribuivano alla marmaglia.

Oggi si tende ad usare un termine ibrido, italianizzante, ‘u vètre = il vetro.

P’u vüne jì megghje ‘a buttìgghje de vètre = Per (conservare) il vino è meglio (usare) la bottiglia di vetro.

Il vecchiuo vrüte tende a sparire dalla bocca dei giovani.

Filed under: VTagged with:

Vrùcchele

Vrùcchele s.m. = Broccolo

Broccolo (Brassica oleracea botrytis italica) è una varietà di cavolo con infiorescenza verde meno compatta di quella del cavolfiore.

La parte commestibile è costituita da una grossa infiorescenza centrale (composta da un fascio di ramoscelli con boccioli fiorali) e da germogli secondari di dimensioni più ridotte.

In dialetto non è mai usato al singolare: si dice i vrùcchele. Ora le signore moderne dicono ‘i broccolètte….bah.

In Tedesco si scrive ‘broccoli’, una delle poche parole di provenienza italiana adottate da quella lingua.
Le altre, per curiosità, sono: spaghetti, zucchini, prosciutto, espresso, cappuccino, pizza, e ….mafia.
Tutte specialità italiane!

Filed under: VTagged with:

Vràzze

Vràzze s.m. = Braccio

Ciascuno dei due arti superiori dell’essere umano.

Me dòlene ‘i vràzze = Mi dolgono le braccia.

Mìtte ‘u vràzze pe sòtte = Poni il tuo braccio sotto (l’oggetto da trasportare, così lo reggi meglio)

In spagnolo è brazo, con la ‘b’ che si pronuncia uguale alla ‘v’, ossia come se si soffiasse lievemente per spegnere la candelina.

Però i derivati di vràzze (abbrazzé, braccialètte, ‘mbràzze) hanno la bella ‘b’ sonora.

Filed under: VTagged with:

Vrazzalètte

Vrazzalètte s.m. = Braccetto

Ognuno dei paletti legno infissi in appositi supporti a occhiello, che reggono le due sponde laterali di legno di un carretto.

Era un’ottima arma di difesa dei carrettieri sempre a portata di mano.

Filed under: VTagged with:

Vrascjire

Vrascjire s.m. = Braciere

Recipiente di rame e ottone usato come stufa per riscaldare gli ambienti. Vi si poneva la carbonella accesa coperta di cenere per farla durare a lungo.

Aveva un apposito sostegno con tre piedi di ottone, o anche come una specie di supporto di legno, chiamati entrambi ‘u pöte-vrascjire = piede del braciere, e si posizionava al centro della stanza da riscaldare.

Sovente, su un apposito supporto di ferro (detto ‘u trepjite, il treppiedi) conficcato nella cenere, si poneva un tegamino di terracotta per cuocere i legumi o il ragù per sfruttare il calore del fuoco del braciere.

Talvolta il braciere era coperto da una bella “cupola” di ottone, bucherellata con fori di varie forme, per evitare dispersione di cenere e cadute accidentali di bimbetti nel fuoco. Bella, ornamentale funzionale. Il braciere veniva così chiamato vrascjire a cambéne = braciere a campana.

Qualcuno chiamava la sola “campana” con l’appellativo ‘u mòneche = il monaco.

Leggete anche la descrizione di un altro accessorio del braciere, chiamato ‘u diàvele, al significato 2).

Filed under: VTagged with:

Vöve

Vöve s.m. = Bue, bove

Al plurale diconsi ‘i vùve. Come in molti animale l’individuo femmina prende un altro nome, come in italiano, In questo caso la femmina di vöve è ‘a vàcche s.f. = vacca.

Mammifero appartenente alla famiglia dei Bovidi (Bos taurus). Quando è allevato per la riproduzione dicesi ‘u töre s.m. = toro, ed è sinonimo di possanza fisica, vigore incontenibile.

Per renderlo mansueto e adatto ai lavori campestri, specie nel trainare il carro e l’aratro, prima dell’avvento della meccanizzazione in agricoltura, gli allevatori lo castravano.

I bovini sono allevati solo per ricavarne latte e carne.

Mi vengono a mente un paio di proverbi su questo bove vöve.

Filed under: VTagged with:

Vònghele

Vònghele s.m. s.f. = Baccello; Vongola

1) Vònghele (almaschile) =  Baccello di fava (Vicia faba).

In primavera le fave contenute in questo baccello si mangiano fresche assieme al pane e al formaggio pecorino. Una delizia mediterranea.
Il baccello, una volta seccato, si scarta facilmente lasciando liberi i semi di fava, che si conservano a lungo come gli altri legumi.
Il singolare ‘nu vònghele suona con la ‘ò’ larga, mentre al plurale va pronunciata con la ‘ó’ stretta: ‘i vónghele, o anche ‘i féfe de vónghele le fave in baccello.
Il prof. Michele Ciliberti – cui va il mio ringraziamento – mi fornisce l’etimologia di vònghele:
“deriva dal latino concula che significa “piccola conchiglia”;   per indicare il baccello di fava il tardo latino utilizzava il termine conculum al maschile o al neutro, forse come contrazione di conclusum, cioè baccello “chiuso”.

2) Vònghele (al femminile). = vongola

Si tratta della famosa vongola verace (Tapes decussatus), apprezzatissima per il sapore e per il profumo intenso che dà all’intingolo usato per condire i famosi spaghetti alle vongole.
In questo caso vònghele viene pronunciato, al singolare e al plurale, alla stessa maniera, con la ò larga.
Quelle che compriamo sulle bancarelle, di allevamento, provengono quasi esclusivamente Chioggia e dalla laguna veneta: le nostrane sono scomparse forse perché nessuno le va più a raccogliere per la scarsa redditività.

Ho sentito dire da una persona anziana che anticamente le vongole erano chiamate ” ‘i còzzele bònghele” = le cozze vongole (per la solita mutazione della ‘b’ in ‘v’ e viceversa di derivazione spagnola, come il classico esempio di vàrve per barba).

Le  vongole comuni (Chamelea gallina), sprovviste di sifoni specifici delle vongole veraci, sono dette in manfredoniano ‘i lupüne = i lupini. Ugualmente buone per preparare intingoli profumatissimi.
In Romagna le chiamano poveràss = poveracce, forse perché, per dimensioni,  sfigurano davanti alle loro consimili, quelle veraci, più dotate e più tenere.

Filed under: VTagged with: ,