Tag: Verbo transitivo

Rucelé

Rucelé v.i. e v.t. = Ruzzolare, far cadere

Rucelé v.i. = Cascare ruzzoloni, spec. se si cade dalla scala (col verbo aus. essere).
So’ ruceléte schéle schéle = Sono ruzzolato lungo la scalinata.

Rucelé v.t. = Far cadere, spingere verso il basso un oggetto tondeggiante, una botte, una balla, ecc. (col verbo ausiliare avere)

Agghje ruceléte ‘a vòtte söpe ‘i sdànghe fine abbàsce ‘u sutterrànje = Ho rotolato la botte sulle travi fin giù al seminterrato.

Usato anche figuratamente:nu penzjire me rucelöje nghépe = un pensiero mi rigira nella testa, ossia un sospetto mi sta frullando per il capo.

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Rezzeljé

Rezzeljé v.t. = rassettare

Qualcuno pronuncia anche arrezzeljé rezzegljé o rizziljé. Ritengo che queste “varianti” siano tollerabili.

Il verbo deriva dal latino  re+seditare = Rassettatura, riordino

Rimettere in ordine, sistemare qlco.: ordinare, pulire se stessi, o la casa o la bottega.

Raccogliere gli attrezzi usati in precedenza nell’eseguire una riparazione, un servizio.

Arrezzeljè i fjirre = Ordinare (rassettare, ricollocarli nella propria sede dopo l’utilizzo) gli arnesi del mestiere. Esiste per questo atto una locuzione simile: ammazzé i frajùle (←clicca).

Per estensione si usa rezzeljé nel significato di fare piazza pulita di tutte le vettovaglie presenti in tavola.

Mattöje sté sfunnéte,  hò rezzeljéte tutte cöse = Matteo è senza fondo: ha fatto piazza pulita.
Avüte rezzeljéte tutte cöse? = Avete trangugiato tutto?
‘N’ate döje seccetèlle so rumése: arrezeljàtele = Altre due seppioline sono remaste: terminatele.

Come rifl. (arrezzeljàrece) significa sistemarsi, agghindarsi.

Spostando l’accento sulla ‘ì’, da rezzeljé a rezzìlje cambia il significato, da verbo diventa sostantivo al femminile.
Fé ‘a rezzìlje fare le pulizie domestiche, dedicarsi al rassettamento, alla sistemazione degli attrezzi dopo l’esecuzione di un lavoro artigianale.

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Revuleté

Revuleté v.t. = Disgustare

Nauseare, disturbare, stomacare.

Quando fisicamente qualche oggetto ripugnante cade sotto i nostri sensi ci sentiamo schifati. disgustati.

Pure se urtati da eventi spiacevoli ci sentiamo rivoltare lo stomaco.

Nen decènne cchjó njinde ca già me so’ revuletéte ‘u stòmeche = Non dire più nulla ché già mi sento disgustare (lo stomaco).

Qualcuno usa il verbo ammuddé ‘u stòmeche, rendere molle lo stomaco, per indicare un senso di nausea derivato dal disgusto.

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Respegghjé

Respegghjé v.t. = Svegliare, destare

Riscuotere dal sonno, destare qlcu. Fig. incitare all’azione, scuotere dall’inerzia, sollecitare qlcu.

È in uso anche la versione arrespegghjé.

Mà, crématüne arrespìgghjeme ai cìnghe = Mamma, domattina svegliami alle cinque.

Esiste il modo riflessivo: arrespegghjàrece/respegghjàrece = svegliarsi.

Stàteve cìtte ca ce respègghje ‘a criatüre = zittitevi perché (altrimenti) si sveglia la poppante.

Möne, uagnü, arrespegghjàteve! = Forza, ragazzi, svegliatevi!

Arrespìgghjete, Madònne de Sepònde…= Svégliati Madonna di Siponto…
Nota canzoncina popolare devozionale rivolta alla nostra Protettrice.

Quando ero piccino ho sentito una mia zia (classe 1908) che diceva sceté, alla maniera dei Napoletani, come ad esempio, nella Canzone “Marechiaro: ….scétate Carulì, ca l’aria è doce! = Svegliati Carla, perché l’aria è dolce.
Non capivo il significato di questo sceté, e me lo feci spiegare. Questo verbo antico è ormai caduto completamente in disuso.

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Reggetté

Reggetté v.t. = Collocare

Sistemare, piazzare, porre, posare

Può significare anche seppellire, inumare (sotto terra) o tumulare (nella tomba) un cadavere

Sii riferisce alla salma che viene deposta in un loculo definitivamente.

Usato illogicamente anche in forma riflessiva: puverjille, ce jute a reggetté = poverino, si è andato a seppellire.

Come se il morto fosse andato a mettersi da solo nella nicchia.

Deriva da reggjitte, nel senso di calma, pace, riposo.

R.I.P. = Requiescant in pacem, riposa in pace, truve reggjìtte.

Altro esempio: m’hanne reggettéte ‘stu ‘mbìcce, e vàttela sbrùgghje = Mi hanno mollato questa fastidiosa incomberza, e vattela a sbrogliare.

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Rebbellé

Rebbellé v.t. = Scompigliare, disordinare, altercare

Si può dire anche rebbelléje e arrebbellé

Scombussolare, scompaginare, ingarbugliare, arruffare, dissestare, ecc.

Pigghje ‘a pettenèsse! Nen vute ca ‘u vjinde t’ho rebbelléte i capìlle? = Prendi il pettine! Non vedi che il vento ti ha arruffato i capelli?

Ce so’ misse a parlé de pallöne e c’jì rebbelléte ‘a tàvele = Si sono messi a parlare di calcio e (quelli che erano a) tavola si sono altercati.

Esiste anche la forma intransitiva rebbellàrece.

Ce sò arrebbelléte i jammarjille jìnd’u panére = si sono messi in agitazione

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Rebbàtte

Rebbàtte v.t. = Rivettare, rifinire.

1) Rebbàtte (mecc.) = Rivettare, congiungere due lamiere di metallo mediante i rivetti, chiodi che passando tra i fori eseguiti sulle due lastre, che vengoro ribaditi con il martello, a freddo o a caldo. I due pezzi rivettati non sono più movibili. Quindi è un fissaggio che si esegue quando non è possibile ricorrere alla saldatura.
I rivetti sono chiamati chjuètte pe’ rebbàtte = chiodini da ribaditura.

2) Rebbàtte (sart.) = Rifinire, eseguire cuciture definitive a mano o a macchina dopo l’imbastitura dell’indumento in lavorazione. Anche qui si tratta di fissaggio vero e proprio di stoffe.

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Rašké

Rašké v.t. e v.i. = Raschiare, Pomiciare

1) Rašké v.t. = Grattare, raschiare, levigare una superficie, eliminandone incrostazioni e sporgenze con uno strumento ruvido o tagliente.

2) Rašké (o anche ‘Mbrašké) v.i. = Pomiciare.
Praticare il petting .
Petting indica un insieme di pratiche ed effusioni di natura sessuale ma che non includono un rapporto sessuale completo.

In tempi di magra…

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Raré

Raré v.t. = Rasare, raschiare

Rendere liscio qlco, spianare una superficie mediante la rasiera.

Vù raré i còzzele? = Vuoi raschiare i mitili?

Mìttete a raré ‘u taveljire! = Mettiti a raschiare la spianatoia!

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Quagghjé

Quagghjé v.t. = Cagliare

Far coagulare, far rapprendere il latte usando il caglio, detto, con l’accento piano, ‘u quàgghje s.m.

Nell’Italia centro-meridionale cagliare si dice proprio quagliare.

Figuratamente, significa: giungere a una conclusione, a un risultato positivo.

Ha vennute ‘a chése? Angore nen quagghjéme njinde = Hai venduto la casa? Non abbiamo ancora concluso la trattativa.

Si usa, in questo caso, anche il verbo acquaquagghjé.

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