Tag: Verbo transitivo

Fuffé

Fuffé v.t. = Soffiare.

Un verbo entrato nelle orechie osservando i giocatori di Dama.

Quando un giocatore, avendone la possibilità, non mangia una pedina, per calcolo o per distrazione, dava al giocatore avversario il diritto di eliminarla dalla scacchiera.

Questi la prendeva con tre dita, l’avvicinava alla sua bocca e pronunciava “soffio” alitandovi sopra come per spegnere un’immaginaria candela.

“Soffio” nel corso degli anni è diventato foffio e poi fòffe fuffé.

Il vero regolamento del gioco della Dama non contempla la possibilità di fuffare.

Filed under: FTagged with:

Fruscé 

Fruscé v.t. = sperperare, scialacquare

Spendere soldi senza criterio e misura; dissipare, dilapidare una sostanza.

Quando qlcu sperpera le sue sostanze, rimane con un pugno di mosche. Ovviamente quelli che considerava suoi amici gli voltano le spalle senza colplimenti. E si ritrova – per dirla con un’espressione colorita – col culo per terra.

Noi diciamo, altrettanto coloritamente: restare di culo ai capperi.

Filed under: FTagged with:

Freché 

Freché v.t. = Buggerare, turlupinare, raggirare, sottrarre, derubare, sconfiggere, compiere l’atto sessuale.

Come vedete il verbo si presta a molte interpretazioni. Chissà quante mancano al mio elenco!

Man man mi spiegherò con degli esempi.

T’àgghje frechéte = Ti ho fatto fesso!
E mò me frjiche a me! = Io sono molto scaltro!
M’ànne frechéte ‘u partafòglje! = Mi hanno sotytratto il portafogli!
Eppüre ànne frechete a ‘nu matacöne accüme a te! = Sono stati tanto abili da raggirare proprio un volpone come te!
Fé accüme alla jàtte, ca fröche e škéme = Fa come la gatta, che si lamenta mentre fa sesso. Metaforicamente con riferimento a qualcuno che si lamenta proprio quando non ne ha motivo.
Nen me ne fröche = Me ne infischio. La cosa non desta in me alcun interesse. Oppure: non ne voglio sapere, non mi riguarda, non mi importa.
Frechéte a jìsse! = Povero lui, che non ha voluto ascoltare i buoni consigli: peggio per lui.
Frechéte a fatjé = Non perdete tempo in chiacchiere e pensate a lavorare di buzzo buono perché dobbiamo ultimare questo lavoro entro la giornata di oggi! (potenza di sintesi del dialetto!)

Aspetto dai lettori altri suggerimenti sull’uso di questo verbo dai molteplici significati.

E frechéte a scrüve! = E sbrigatevi a scrivere!……….

Filed under: FTagged with:

Figghjéje

Figghjéje v.t. = Figliare

Questo verbo, specifico di animali, significa: partorire, generare.

‘A cunìgghje ò figghjéte söje cunegghjózze = La coniglia ha figliato sei coniglietti.

Le nostre nonne, come per sgravedé, lo usavano anche per la specie umana.

Alle nostre orecchie pare estremamente riduttivo paragonare la donna a un animale domestico, quantunque il parallelo sia biologicamente e scientificamente corretto.

Filed under: FTagged with:

Fessjé

Fessjé v.t. = Burlare

Prendere in giro qualcuno,  canzonare.

Altro modo: Pegghjé pe’ fèsse = Prendere per fesso, raggirare.

Filed under: FTagged with:

Cusì

Cusì v.t. = Cucire

Unire, per mezzo di ago e filo o strumenti analoghi, pezzi di stoffa, cuoio ecc.

Mà, c’jì scusüte ‘a fòdere d’a giacchètte. La vù cusì pe stasöre? = Mamma, si è scucita la fodera della giacca. La vuoi cucire per questa sera?

Appezzeché ‘u colle, ‘i màneche = Cucire (attaccare) il collo, le maniche (a una giacca in lavorazione)

Jì a cusì =  essere apprendista nella sartoria.

Filed under: CTagged with:

Cunzé 

Cunzé v.t. = Condire, conciare

Nel primo caso vale per condire gli alimenti (la bruschetta con pomodoro,origano e olio, o l’insalata, o le orecchiette con il ragù e il pecorino grattugiato ecc.).

Nel secondo caso è riferito specificamente alla concia delle pelli.

Filed under: CTagged with:

Cugné

Cugné v.t. = Rendere come un cuneo

Ritengo il termine sia molto antico.

Quando si scriveva con la penna dell’oca, per ottenere la punta si recideva il fusto della penna con un taglio trasversale inclinato, in modo da ricavarne un cuneo.

Quindi si crea il cuneo, si cogna la penna.

Per estensione, riferito alle matite, significa rifare la punta. Riferite alle penne con il pennino metallico, vale riparare il pennino.

Contrario: Scugné v.t.

Filed under: CTagged with:

Cugghjenjé

Cugghjenjé v.t. = Canzonare, beffeggiare, dileggiare

Accettabile la versione cugghjunjé.

Prendere in giro, beffare, schernire, deridere, dileggiare qualcuno.

Deriva decisamente dal sostantivo familiare e volgare chegghjöne = coglione (testicolo) con significato di sciocco, stupido, ingenuo.

Siccome il verbo è chiaramente volgare, e il dialetto non si risparmia nel produrre termini triviali, talora si preferisce usare al suo posto il più sbrigativo sfòtte = sfottere.

Che, me sté cugghjunjànne? = Che fai, mi stai sfottendo?

Se esistesse in italiano, il verbo sarebbe “coglioneggiare”.

 

Filed under: CTagged with:

Cuccuascé

Cuccuascé v.t. = Funestare, malaugurare

Qualcuno ha detto in italiano gufare, usando il gufo al posto della civetta (cuccuésce).

La locuzione italiana ‘remare contro’ non rende a sufficienza la sordidità dell’atto di cuccuascé.

Quanno vogghje fé ‘na cöse jüje tutte quande me cuccuascèjene = Quando voglio fare una cosa io, tutti mi stanno a predirmi sventure.

Filed under: CTagged with: