Cunzìglje de volpe, dammàgge de jaddüne

Cunzìglje de volpe, dammàgge de jaddüne

Consiglio di volpi, danno di galline.

Se si alleano dei furbi, dediti alle malefatte, lo fanno per danneggiare gli sprovveduti.

Scherzosamente si dice quando si vedono due o più ragazzini parlottare fra di loro: qualche monelleria è nell’aria.

Da notare che in francese per dire “danno” oltre che préjudice, e détriment, si dice dommage e in inglese damage.

Lo stesso proverbio è diffuso nel mondo contadino di tutto il Sud Italia.
. A Cerignola, esiste una variante, che tuttavia non cambia il succo dell’Adagio:
«Quanne i vulpe se cunzìgliene, achioude ’u gaddenoire.» = Quando le volpi si consigliano, chiudi il pollaio.

Nota linguistica.
“Gallina” si dovrebbe tradurre con jaddüne, come avviene correttamente con jaddenére = pollaio.
I giovani di oggi, ritenendo troppo “rustica” la desinenza –dde (cavadde, cepodde, cappjidde per cavallo, cipolla, cappello) l’ hanno “ingentilita” con -lle (cavalle, cepolle, cappjille, ecc.).
A mio giudizio si tratta di dialetto alterato, difforme dall’originale. Questa mutazione avviene solo da noi. Infatti a Monte Sant’Angelo, Mattinata, in tutti i paesi garganici non c’è stata alcun cambiamento simile.
Insomma faccio fatica ad accettarlo, ma non posso ostacolare questa tendenza.
Il dialetto, come qualsiasi lingua viva, è soggetta a inevitabili mutazioni nel corso dei decenni.

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Cüme l’amme vìste auànne, chjù mègghje all’anne che vöne.

Come l’abbiamo vista quest’anno, (speriamo che sarà ancora) meglio l’anno prossimo.

È l’augurio che il capo famiglia fa davanti alla tavola imbandita per le grandi occasioni (Natale, Pasqua, Fest’a Madònne, ecc.), prima di cominciare a mangiare. Non so se si usa ancora.

Ricordo con particolare tenerezza la “benedizione” di mio padre, con un ramoscello di ulivo usato come un aspersorio intinto nell’Acqua Santa.

Il gesto era solenne, l’acqua era sparsa prima sulle uova sode pasquali, poste in un piatto sul desco, simbolo della vita, e poi sulle teste dei figli e dei familiari riuniti per il pranzo di Pasqua.

Il papà lo compiva felice di avere attorno a sé tutta la famiglia riunita e recitava la formula, che non aveva nulla di religioso, ma ugualmente significativa, perché tatuccio , il figlio maggiore, o la mamma, completava l’augurio: tùtte quànde ‘nzjimbre! = tutti quanti insieme, come fosse un Amen!.

Io continuo la tradizione e spero che lo facciano anche i miei figli con le loro famiglie.

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Cüme e fòrze me pòtene freché, ma cüme e cervjille de mèrde ne me fröche nesciüne!

Cüme e fòrze me pòtene freché, ma cüme e cervjille de mèrde ne me fröche nesciüne!

Sul piano della forza fisica mi possono sopraffare, ma su quello dell’ intelletto (cervello) di sterco non mi batte nessuno.

Non è vero! Se qualcuno è riuscito a coniare questo arguto detto, doveva avere un cervello molto fino, altroché!

Questa formidabile battuta suscita la risata, perché il lettore o colui che ascolta si aspetta un altro finale. È il meccanismo che fa scattare la risata nelle persone intelligenti.
Se poi uno non capisce la battuta, allora sì che ha il cervello di cacca.

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Pe ‘nu “sì” te ‘mpìcce, pe ‘nu “no” te spìcce!

Pe ‘nu “sì” te ‘mpìcce,  pe ‘nu “no” te spìcce!

Altri pronunciano: Cu ‘nu “sì” te ‘mpìcce,  cu ‘nu “no” te spìcce! =
Con un “sì” ti ingarbugli, con un “no” ti liberi.

Invito a alla prudenza.

Con un , accettando una proposta, rischi di restare imbrogliato, impelagato in situazioni difficili o pericolose. Invece con un bel no, ti affranchi da qualsiasi impegno.

Nota linguistica:
La versione che per la preposizione “con” adopera  pe  al posto di cu deve essere preferenziale, perché più autenticamente manfredoniana.

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Crìsce ‘i fìgghje e crìsce ‘i pùrche

Crìsce ‘i fìgghje e crìsce ‘i pùrche

È lo sfogo amaro sicuramente di persone anziane che vengono purtroppo trascurati dai propri figli. Una specie di improperio, come per dire che allevare i figli e allevare i porci è la medesima cosa. E questo perché né i figli né i maiali mostrano riconoscenza verso chi li cura.

Insomma il contrario del Detto napoletano: ‘E figlie so’ piezze ‘e core.
Dice Luciano De Crescenzo che il Napoletano perdona qualsiasi nefandezza quando il soggetto semplicemente è pate ‘e figlie

Fortunatamente i figli ingrati sono rarissimi (almeno lo spero!).
In questi tristi casi i Napoletani sentenziano una variante altrettanto veritiera del nostro Detto : ‘E figlie so’ piezze ‘e mmerda.

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Córte e malecavéte

Córte e malecavéte

Corto e malnato.

Questo detto si riferiva alle persone di bassa statura, ritenute erroneamente di animo malvagio, nate sotto cattivi auspici, vittime di un destino ingrato.

Secondo una credenza finalmente debellata, i soggetti bassi di statura non crescerebbero in altezza a causa della loro innata malizia. Tutte fandonie!

Mio cognato rispose ai colleghi camionisti tedeschi spilungoni, che lo punzecchiavano a causa della sua statura, che l’altezza giusta per un uomo vero era la sua, di cm 158: tutti i centimetri in eccesso indicavano la misura di…un pieno di merda!

Ah ah ah! Risate e birra a volontà offerta dagli amici Teutonici pieni di…birra!

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Cìtte-cìtte ammjizze la chiàzze

Cìtte-cìtte ammjizze la chiàzze

Zitto zitto, in mezzo alla piazza

Questo modo di dire vale come il famoso Segreto di Pulcinella.

Cioè, facciamo di tutto per mantenere nascosto qualche malefatta e poi finisce che la conoscono tutti!

Come se si palesassero in piazza i propri segreti.

Si cita il proverbio come un rimprovero rivolto a qlcn che non ha saputo tenere la bocca chiusa.

Esistono due varianti ugualmente ironiche:

Cìtte-cìtte u banne alla chiàzze. = Zitto zitto, come il banditore in piazza
Cìtte-cìtte accüme tarramote = Zitto zitto, come il terremoto

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Cìtte tó e cìtte jüje

Cìtte tó e cìtte jüje

Zitto tu e zitto io.

Modo di dire che riassume complicità, omertà, patto tra due persone che preferiscono non palesare i loro segreti.

Ad esempio:
1-Vediamo compiere delle mascalzonate da manigoldi, ma per timore di ritorsioni, facciamo finta di niente.
2-In  due abbiamo scampato un pericolo in macchina, evitando una sbandata, ma non osiamo manifestare alcun commento. Ammutoliti!

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