Mese: Maggio 2018

Ndramìcchje

Ndramìcchje s.m. = Cimosa di tramaglio

È una striscia di rete a maglie larghe ma robuste, che viene fissata come sopravveste ai tradizionali tramagli (ndramàgghje).

Una specie di rinforzo, una sopra-rete.

Alcuni pescatori la chiamano altresì ‘ndramìgnele.

Grazie al lettore Amilcare Renato per il suggerimento e al Prof. Matteo Castriotta per la descrizione di carattere tecnico.

Filed under: NTagged with:

Ndramàcchje

Ndramàcchje s.m. = Tramaglio

In italiano è ammesso anche tramacchio, tremacchio e tremaglio.

Si tratta di un particolare tipo di rete formata da tre teli, che vengono tesi verticalmente sul fondale per mezzo di piombi e galleggianti, a formare una specie di camera a tre pareti.

Sparrüne de ‘ndramàcchje (o ndramacchjéte) = Sparroni pescati con il tramaglio, particolarmente pregiati perché non ‘maltrattati’ come può avvenire con le reti a strascico.

Prego i lettori di correggere queste mie riminiscenze marinaresche, casomai fossero inesatte.

Filed under: NTagged with:

Ndògne

Ndògne s.f. = Togna, lenza.

Togna a mano composta da tavoletta di sughero, filo di nylon, piombo da gr. 25, amo, ed esca artificiale (piuma colorata, cucchiaino).

Pesché pa ‘ndògne = Pescare con la lenza (con o senza canna)

Usata dai pescatori dilettanti che disdegnano la tecnologica canna allungabile a telescopio col mulinello (pesché pa cànne)..

Filed under: NTagged with:

Ndiscià

Ndiscià sopr. = De Salvia

Secondo alcuni è una corruzione del cognome De Salvia, storpiato in dialetto passando di bocca in bocca per tante generazioni. Ma potrebbe significare anche “che vive nella zona Sciali, o che proviene da essa”. 

Chiarisco subito che Sciale ( ‘u Scéle), nella toponomastica locale, significa terreno sabbioso costiero, una volta acquitrinoso e impaludato che si estendeva da Siponto a Zapponeta

Molta gente, prima della bonifica, traeva il suo sostentamento vitale da quella palude . In dialetto le persone che ogni giorno si recavano ‘nd’i scéle, venivano chiamati “scialajùle”. Costoro vivevano di caccia o più semplicemente catturando anguille, o tagliando giunchi per farne canestri, scope e fondi di sedie, o raccogliendo sanguisughe da vendere alla farmacia per taluni malanni che richiedevano il salasso.

Allora quidd’indiscià, possono essere sia i De Salvia, sia più genericamente “quelli che vivevano negli Sciali”.  Rimarremo sempre in dubbio o in attesa  di una smentita.

I membri  della famiglia Ndiscià, i De Salvia, sono tutti musicanti, dall’orecchio e dal gusto musicale sopraffino, che hanno operato per tutto il Novecento, e tuttora Peppino,  il figlio maggiore di Pietrino, è attivo col il mandolino e il violino ad allietarci nelle serate estive; l´altro, Tony, diplomato in clarinetto al Conservatorio, suona anche il sax, la chitarra e altri strumenti a corda.

Ricordo  Jennére, Gesèppe e i suoi figli Ndenjócce, Petrüne, Lelüne.
Un certo Ze Luìgge, loro antenato, negli anni ’20 aveva allestito una scuola di ballo frequentato da pescatori che volevano imparare i passi fondamentali.  Suonavano in casa la sera, lui, la moglie e i figli,  per guadagnare qualche lira.

È proverbiale la risposta a tempo di musica, di Ze Luìgge ad un allievo ballerino che gli chiedeva di suonare, a credito, una ´bella mazurka`: “Te vògghje avì pròprje crèdde” = ti voglio proprio credere.

Filed under: Soprannomi

Ndigné

Ndigné v.t. = Colpire, centrare.

Non lasciatevi ingannare con il verbo italiano “indignare” = muovere a sdegno, irritare.

Da noi significa colpire una persona (generalmente alla testa) scagliandogli contro un oggetto contundente. Presumo che, più specificamente il verbo deriva da ‘u tìgne, che significa tempia.
La tempia era ritenuta una parte fragilissima del cranio che non bisognava colpire mai, nemmeno per scherzo o per errore, altrimenti si metteva a rischio la vita del soggetto centrato.

Mò t’jà ‘ndigné! = Adesso ti devo centrare!
Grido di minaccia verso qlcn di lanciargli qualcosa contro (un sasso, una ciabatta….), con l’intento di centrarlo proprio sulla tempia.

Può essere detta un tono scherzoso, ma anche intimidatorio.

Quando eravamo monelli nel “parco” dove ora c’è l’ospedale, si accendevano feroci sassaiole (scàreche de pröte) tra bande di ragazzacci. Quando si coglieva un avversario (anche magari su un braccio) partiva l’urlo l’àmme ndignéte! = lo abbiamo centrato!

Prudentemente io ho sempre evitato la mischia….

Filed under: NTagged with:

Ndesecàrece

Ndesecàrece v.int. = Irrigidirsi, intirizzirsi, congelarsi.

Nel caso specifico si riferisce a biancheria lasciata all’aperto a sciorinare e che viene rappresa dal gelo della notte invernale. Chiaramente se la temperatura scende sotto zero si trovano i panni indesechéte, tesi, irrigiditi, congelati.

Per estensione può intendersi anche intirizzire, intirizzirsi.

So’ stéte tre jöre ammjizze ‘a stréte e me sò ‘ndesechéte = Sono stato tre ore in mezzo alla strada e mi sono intirizzito.

Credo che derivi da ‘Ndesé, irrigidire, irrigidirsi, diventare teso, indurirsi.

Filed under: NTagged with:

Ndèsce

Ndèsce agg. = Trasandata

Riferito a donna trasandata nel vestire e nelle pulizie della casa e della propria persona.
Sinonimo di muffarde, refalde, 

Filed under: NTagged with:

Ndersüse

Ndersüse agg. = Presuntuoso

Pieno di boria e presunzione.

Alla lettera significa: pieno di torsoli, che ha il sapore ed è indigesto come i torsoli di cavolo.

Il soggetto ‘ndersüse nutre eccessiva e infondata fiducia nelle proprie presunte doti, risorse o capacità.

Per questo ritiene anche, ‘stu crétïne, di non dar confidenza a nessuno, perché tutti gli altri sono ritenuti indegni di stare al suo confronto.

Insomma un tipo intrattabile, un torsolo di cavolo. O meglio ‘na chépe de… cavolfiöre

Filed under: NTagged with:

Nderlànde

Nderlànde s.m. = Punto lungo da imbastitura.

Il nome deriva dal latino inter lego. È uno degli innumerevoli interventi sulla stoffa in uso nelle sartorie per confezionare gli abiti.

Mené ‘i ‘nderlande = imbastire

Il punto lungo serve  per “tracciare” la cucitura di due stoffe già praticamente imbastite, da farsi successivamente con la macchina da cucire. (grazie a Lino Brunetti per il suggerimento)

A volte il punto lungo viene imbastito lento,  e viene tagliato a metà (imbastitura tagliata).
Anche questo punto serve da guida per la successiva passata alla macchina da cucire con precisione millimetrica .

 
Filed under: NTagged with:

Ndérèclìsme

Ndérèclìsme s.m. = Clistere, enteroclisma

Congegno fu inventato nel 1879 per stimolare le funzioni intestinali.

L’operazione consiste nell’introduzione di un liquido o medicinali nell’intestino retto per via anale.

Questo strumento formato da un recipiente cilindrico di vetro della capacità di 1 litro, ingabbiato in una struttura di legno o di metallo, con la base a collo d’imbuto collegato a un tubo di gomma flessibile.

Quest’ultimo era connesso a una cannula rigida di celluloide, provvista di rubinetto a sfera.

Si riempiva il contenitore del clistere con acqua tiepida saponata e lo si collocava appeso alla parete o a un supporto, comunque in posizione alta rispetto al paziente.

Si introduceva la cannula rigida nell’ano del paziente, e si azionava il rubinetto. Per la pressione atmosferica il liquido scendeva rapidamente nel suo intestino.

Dopo 30 minuti, con un forte stimolo, il soggetto doveva correre al bagno, e scaricava l’acqua introdotta e in più, naturalmente, tutto il materiale organico presente nell’intestino, traendone immediato sollievo.

L’operazione poteva essere ripetuta, non aveva contro-indicazioni, perché era totalmente ecologica…agiva meglio della dolce Euchessina o del confetto Falqui.

Era l’antesignano delle famigerate perette di gomma.

Spero di essere stato scientificamente esauriente.

Filed under: NTagged with: