Mese: Maggio 2018

Spjirte

Spjirte avv. = Dappertutto, in giro, per ogni parte.

La locuzione verbale Jì spjirte = andare in giro, presuppone una ricerca affannosa e spesso infruttuosa di qlcu o qlco.

So jüte spjirte pe tutte vànne e nen l’agghje truéte = Sono andato in giro cercandolo dappertutto ma non l’ho trovato.

Presumo che spjirte derivi dall’aggettivo “disperso”, nel senso di scomparso, allontanato.
Infatti chi vé spjirte, si allontana per sbrigare le proprie faccende e non rientra presto, lasciando i congiunti in apprensione. Quando non c’erano i telefonini se ne perdevano le tracce…

Come rafforzativo si usava dire: jì spjirte e demjirte = Andare a cercare qlcu o qlco in giro. 

Avevo creduto che quel demjirte veniva messo lì solo per fare rima, non ravvisando un significato specifico. Come accade in quella locuzione sturte e malurte = alla meno peggio.
Invece ho scoperto casualmente che demjirte deriva dal latino demeretum, vagante, ramingo.

Spjirte e demjirte è usato raramente, e solo da persone molto anziane perché l’espressione sta andando purtroppo inesorabilmente nel dimenticatoio.

Vedi: sbavettüne)

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Spìnghele

Spìnghele s.m. = Spillo

Sottile asticella metallica, appuntita a un’estremità e munita di capocchia all’altra, che serve per fissare provvisoriamente lembi di tessuto, fogli di carta, ecc.

Deriva dal francese épingle.

La parlata moderna usa il termine simil-italiano ‘u spille, ma non è dialetto.

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Spìnele

Spìnele s.f. = Succhiello

Utensile manuale usato per praticare fori di piccolo diametro nel legno, costituito da un gambo cilindrico d’acciaio terminante con una punta elicoidale e, dalla parte opposta, con un’impugnatura a T, adatta a imprimere una rotazione.

Esistono di varie misure. Quelle più piccole si chiamano spenaröle e spenelècchje s.f., e praticano fori fino a mm 10 di diametro. Si azionano con una sola mano.

Quelle maggiori vengono chiamate verèlle, ed hanno bisogno di entrambe le mani per imprimere la rotazione alle due marre del T, e si azionano a mezzo giro per volta di 180°.

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Arrecurdé ‘i spèzzje andüche

Arrecurdé i spezzje andüche loc.id. = Ricordare le tradizioni antiche.

È un’espressione molto bella che può essere usata per parlare – magari fra due vecchie amiche – di teneri ricordi del passato con una vena di malinconia.

Le persone anziane rivivono e rievocano fatti e persone del loro passato rivestendoli di profumi, aromi, atmosfere, come posso fare le spezie aromatiche, gradevolissime perché tenui e non stancano mai.

Credo che nelle spezzje andüche, spesso, ci possa essere molta più saggezza di quanto si creda.

Questa locuzione viene usata anche in senso canzonatorio – spesso da una persona più giovane verso una meno giovane – per criticare vecchie usanze ritenute superate.

V’arrecurdéte sèmbe ‘i spèzzje andüche = vi ricordate sempre gli episodi antichi!

La frase assume addirittura un risvolto negativo quando si ritiene inopportuno ritornare su episodi ormai superati.

Ce avèsseme arrecurdé ‘i spèzzje andüche! = Che facciamo, andiamo a rinvangare il passato? Potrebbero riaprirsi delle brutte ferite. È meglio che la finiamo qua.

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Spezzìlle

Spezzìlle s.m.= Malleolo, caviglia.

Più precisamente è la parte anatomica delle ossa del piede che consente lo snodo e l’attaccatura alla tibia.

Nel napoletano si dice: l’uosso-pezzillo = l’osso puntuto, da noi, con pronuncia simile, è lu spezzìlle, che potrebbe avere la stesa origine (l’usse-pezzìlle = lu spezzìlle) e il suono quasi uguale.

In Abruzzo è chiamato l’ ossumazzìju o l’òssu mazzigliu; in Sicilia l’ossu pizziddu.

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Spezziarüje

Spezziarüje s.f. = Spezieria

Anticamente, anche in lingua italiana, la spezieria indicava il negozio in cui si vendevano spezie, erbe aromatiche, farmaci galenici (preparati localmente). Insomma una erboristeria-parafarmacia-farmacoteca.

Ovviamente la “bottega” era gestita da ‘u spezzjéle = lo speziale-farmacista-droghiere

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Spezzeljé

Spezzeljé v.t. = Spiluccare

Mangiare a piccoli bocconi, lentamente o di malavoglia, staccando pezzetti di cibo a morsi o con le mani qua e là. Sbocconcellare per inappetenza patologica o per seguire una dieta ipocalorica.

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Spezzeché ‘u corje

Spezzeché ‘u còrje loc.id. = Staccare la pelle, somigliare.

1) Spezzeché ‘u còrje = Scorticare. Se questo verbo è detto in tono minaccioso, significa scuoiare qlc dalle percosse.

2) Spezzeché ‘u còrje = Somigliare. Molto più usato in questo senso. Il significato reale è quello di essere somigliantissimo a qlcu. (al padre, al fratello, alla sorella alla madre ecc.), come se avesse “staccato” le fattezze della persona cui si fa riferimento per la somiglianza le avesse “indossate” lui.

Ha spezzechéte ‘u corje a pàtete = Sei il sosia di tuo padre.

Come sinonimo si usa la perifrasi tagghjé ‘a chépe = tagliare la testa. Figuratamente come se si fosse trapiantata la testa della persona somigliante.

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Spezzeché

Spezzeché v.t. = Staccare, scollare

Spezzeché = separare, togliere ciò che è attaccato o congiunto.

Contrario di appezzeché, appiccicare, incollare, attaccare.

I manefèste ce so’ spezzechéte, assemègghje ca so’ stéte appezzechéte p’a sputàzze = I manifesti si sono scollati, sembra che siano stati attaccati con la saliva.

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