Autore: tonino

Cherjille 

Cherjille nome proprio = Ciro

Potrebbe derivare da Ciro, Cirillo (Kìril), nome di origine slava.

Ricordiamoci che i nostri valorosi marinai attraversavano il mare con i loro trabaccoli e andavano sulle coste dalmate a caricare legname e marne.

La confidenza instauratasi fra i nostri e le popolazioni dell’altra sponda dell’Adriatico, ha potuto affibiare a qualche nostro Gerjille la pronuncia croata Kiril, poi tramandata alle generazioni successive.

Ricordo una famiglia povera con questo soprannome.

Il più giovane e vigoroso dei Cherjille cercava di guadagnare qualche soldo prestandosi a portare sulle spalle le valigie dei pochi viaggiatori che scendevano dal treno alla stazione città, fino alla loro abitazione o fino all’albergo Italia.

Erano tempi tristi che fortunatamente ormai appartengono al passato.

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Cuppüte

Cuppüte agg, = Fondo

Accettabile anche la pronuncia cheppüte.

Profondo riferito riferito specificamente al piatto con il bordo rialzato, adatto per servire minestra, zuppa o pastasciutta.

L’aggettivo spése si riferisce invece ai piatti piani. Vedi (clicca→) spése.

‘I piatte spése e ‘i piatte cheppüte = I piatti piani e i piatti fondi.

Ritengo che l’aggettivo derivi dal napoletano cupo. Ricorro al noto scioglilingua partenopeo «Ngopp’o cupo, poco pepe cape», cioè: sopra il (piatto) fondo, poco pepe va, cape nel senso di contenere, entrarci.

Attenti a non confondere cuppüte con (clicca→) cuppüne, che significa mestolo.

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Chépetórne

Chépetórne s.m. = Capogiro, vertigine

La prima parte del termine, chépe chiaramente significa capo, testa. L’altrà parte tórne è derivano dal francese tourner e significa proprio girare.
Ricordo una canzone di Yves Montand: Tu me fais tourner la tête = Tu mi fai girar la testa.

Accettabili anche le varianti capetórnechépetónne.

Chépetórne designa lo stordimento causato dallo svolgimento di taluni giochi fanciulleschi, o di un vorticoso valzer. Quindi con un sorriso si aspetta che cessi.

Se invece il capogiro ha origine patologica è chiamato proprio geramènde de chépe = giramento di testa, capogiro. Sovente accompagnato da vomito e diarrea (jì da söpe e da sòtte).

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Chépecanéle 


Chépecanéle
s.m. = Cenone

Chépecanéle s.m. = Cenone

Chépecanéle  alla lettera si traduce con  “capo-canale”, locuzione che non significa nulla.

È più probabile che derivi da baccanale = cenone affollato, baldoria, gozzoviglia.

Era tradizione che il proprietario del fabbricato offrisse alle maestranze che avevano ultimato il solaio (vultéte ‘i làmje) una cena in un trattoria-cantina preavvertita dell’evento (Ciumarjille, Giuànne, Pachjireche, Mešküne, Menjille, ‘Nzaléte, ecc…)

 

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Chépe-jallócce 

Chépe-jallócce sopr.= Testa di galletto

Era il soprannome con cui fu riconosciuto un tale che, rispetto alle altre membra, aveva una testa piccola, come sembra quella dei simpatici pennuti.

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Chépe-e-cùdde

Chépe-e-cùdde sopr. = Capo e collo

Immagino un tizio forzuto, muscoloso, dal collo taurino, robusto come un palestrato, roba da incredibile Hulk!
State alla larga, ché contro di lui si esce soccombenti…

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Chépe-chjatte

Chépe-chjatte s.m. = Testa piatta

1) Cefalo calamita

Si tratta di un pesce di mare che risale anche i corsi d’acqua dolce. Appartiene alla famiglia dei Mugilidi (Mugil cephalus). A Livorno è chiamato Capàcchiolo

Il cefalo calamita è caratterizzato dalla parte anteriore della testa appiattita anche inferiormente. Differisce da Mugil saliens e da Mugil auratus per avere l’occhio spostato più in avanti nella testa, in modo che lo spazio post-orbitario è relativamente più lungo.

2) Con lo stesso nome si identificano dei chiodi a testa piatta usati in falegnameria.

3) Con questo soprannome è noto un locale pescivendolo forse perché un suo antenato aveva il cranio corto, ossia era brachicefalo.

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Chepasöpe

Chepasöpe s.m. = Salita

Tratto di strada per cui si sale.

Erta, pendio difficoltoso da scalare.

Pittorescamente i Montanari dicono chépe ad alte, con lo stesso significato: testa rivolta verso l’alto.

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Chépabbàsce

Chépabbàsce s.m. = Discesa

China, pendenza, strada in pendenza, tratto in discesa.

‘U chépabbasce d’u Semenàrje = La discesa di Via Seminario

Figuratamente significa percorso inarrestabile, malore fisico o psicologico o economico da cui è difficile riprendersi.

Pegghjé ‘nu chepabbasce = rovinarsi, andare in malora.

Amme pegghjéte ‘nu chépabbàsce = Abbiamo imboccato una difficile china da cui è arduo risalire.

I ragazzi di oggi, tutti acculturati, usano il termine desciöse = discesa.
Non mi piace questo termine geneticamente modificato…

Il contrario, cioè la salita, è detta ‘u chépasöpe o l’anghjanéte, dal verbo anghjané = salire.

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Chépa-storte

Chépa-storte sopr.= Testa storta: torcicollo congenito.


Un altro nomignolo affibbiato a qualche sventurato affetto da deformazioni alle vertebre cervicali.

 

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